Gerusalemme: differenze tra le versioni

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==Citazioni==
*A Gerusalemme, erano stati costruiti un teatro romano, nei pressi del tempio, e un anfiteatro, nella pianura circostante: l'uno e l'altro copiati dai modelli originali in [[Roma]], ma ispirati a una maggiore grandiosità. ([[Jim Bishop]])
*Benché abbia vissuto a Gerusalemme per parecchi anni, non ne sono nativo. Quando, prima del 1948, visitai la Città Vecchia, ebbi l'impressione di trovarmi all'improvviso in un altro mondo, un universo di spesse mura di pietra che racchiudevano brulicanti bazaar affollati di acquirenti e mercanti, turisti e pellegrini stranieri, arabi con i loro kefieh, ebrei hassidici nei loro tradizionali abiti neri, e frati e monache non le tonache dei rispettivi ordini. Gradini sconnessi salivano dagli stretti vicoli del mercato verso l'oscurità di misteriose stradine. Era tutto assai diverso dall'Israele in cui ero nato e cresciuto, un paese aperto e pieno di luce. Ma ora, nel giorno della sua liberazione, Gerusalemme era ben diversa dalla città che avevo conosciuto. Paracadutisti, carristi e truppe della Brigata di fanteria Jerusalem affollavano la città, l'arma in spalla, l'esultanza nello sguardo. Questa era la Gerusalemme alla quale avevamo aspirato e per la quale avevamo combattuto, era la nostra Gerusalemme, la Gerusalemme ebraica, libera e piena di gioia. Ma c'era anche tristezza: per le vite che erano andate perdute al fine di rendere possibile l'esultanza, e per la vista del quartiere ebraico, distrutto nel 1948. ([[Moshe Dayan]])
*Cosa diavolo può sperare un ricco? Perché tormentarti con la speranza quando hai la pancia piena? E questo che fa di ogni vittima un ebreo, un vero ebreo. Il progenitore degli autentici eletti non è [[Abramo (patriarca)|Abramo]], che era miliardario. Non discendiamo da Giobbe, che raddoppiò i suoi beni. Siamo figli di Agar. Ci siamo cibati di sassi e le vespe hanno cantato per noi. Non può esistere un comunista, un vero socialista che non sia, in fondo, un ebreo. [...] C'erano ebrei che vedevano più in fondo alle cose e capirono che il Messia non sarebbe mai venuto. Mai. O piuttosto che il Messia era un uomo anche lui. Che la rivelazione e i grandi venti a venire erano quelli della nostra storia. Che gli uomini e le donne ordinari non avevano neppure cominciato ad essere se stessi. [...] Uomini e donne, creature della ragione, custodi di questa terra: sì, c'è un Messia, e una Gerusalemme. Ma non dopo il nostro funerale e non fatti di nubi rosee. E ci sono leggi, ma non sono quelle eruttate da qualche vulcano nel Sinai. Ci sono le leggi della storia, e della scienza, e della domanda e dell'offerta. ([[George Steiner]])
*Così l'attenzione che il mondo ha nei confronti di Gerusalemme è dovuta al fatto che è comunque un centro nervoso, mentre [[Napoli]] è solo un luogo narrativo, leggendario e singolare, musicale, teatrale, criminale: insomma, leggendario. ([[Erri De Luca]])