Moshe Dayan: differenze tra le versioni

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Creata pagina con "thumb|Moshe Dayan '''Moshe Dayan''' (1915 – 1981), generale e politico israeliano. ==''Storia della mia vita''== ===Inc..."
 
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===[[Incipit]]===
Erano le dodici di martedì, il secondo giorno della [[Guerra dei sei giorni]]. Ventiquattr're prima, l'artiglieria giordana aveva martellato i settori ebraici di Gerusalemme. Dopo mezzanotte, era entrata in azione la Brigata paracadutisti di Motta Gur, la quale, nel corso dei successivi, aspri scontri che si erano accesi prima dell'alba, era riuscita a conquistare le posizioni fortificate della Legione Araba nei sobborghi settentrionali della Città Vecchia. Uri Ben-Ari aveva appena segnalato che la sua brigata meccanizzata si era impadronita della Collina dei Francesi. In tal modo, la via per Monte Scopus era praticamente aperta, e la quota che per diciannove anni aveva costituito un'''enclave'' israeliana nell'ostile territorio giordano stava per essere collegata alla metà ebraica di Gerusalemme. Decisi di recarmici.
 
===Citazioni===
*Benché abbia vissuto a [[Gerusalemme]] per parecchi anni, non ne sono nativo. Quando, prima del 1948, visitai la Città Vecchia, ebbi l'impressione di trovarmi all'improvviso in un altro mondo, un universo di spesse mura di pietra che racchiudevano brulicanti bazaar affollati di acquirenti e mercanti, turisti e pellegrini stranieri, arabi con i loro ''kefieh'', ebrei hassidici nei loro tradizionali abiti neri, e frati e monache non le tonache dei rispettivi ordini. Gradini sconnessi salivano dagli stretti vicoli del mercato verso l'oscurità di misteriose stradine. Era tutto assai diverso dall'Israele in cui ero nato e cresciuto, un paese aperto e pieno di luce. Ma ora, nel giorno della sua liberazione, Gerusalemme era ben diversa dalla città che avevo conosciuto. Paracadutisti, carristi e truppe della Brigata di fanteria Jerusalem affollavano la città, l'arma in spalla, l'esultanza nello sguardo. Questa era la Gerusalemme alla quale avevamo aspirato e per la quale avevamo combattuto, era la nostra Gerusalemme, la Gerusalemme ebraica, libera e piena di gioia. Ma c'era anche tristezza: per le vite che erano andate perdute al fine di rendere possibile l'esultanza, e per la vista del quartiere ebraico, distrutto nel 1948. (p. 10)
 
===[[Explicit]]===