Achille Campanile: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+1
mNessun oggetto della modifica
Riga 6:
*Da che mondo è mondo perché si fanno le guerre? Per assicurarsi la [[pace e guerra|pace]]. È raro che si faccia una [[pace e guerra|guerra]] per arrivare alla guerra. [...] Se per assicurarsi la pace occorre fare la guerra, non sarebbe meglio rinunziare alla pace? Almeno non si farebbero le guerre. No! Perché se non si fanno le guerre che servono ad evitare le guerre, vengono le guerre. (da una conferenza tenuta al Circolo Ufficiali il 16 dicembre 1950<ref name=mostra>Da ''Umorista sarà lei – Vita ed opere di Achille Campanile'', a cura di Angelo Cannatà, Silvio Moretti e Gaetano Campanile, Pubblicazione edita in occasione della Mostra Documentaria dedicata ad Achille Campanile, Napoli, 5 – 17 settembre 2005.</ref>)
*[[Giornalismo]] – Un tempo toglieva uomini alle lettere; oggi – il che è più grave – ne dà. (da ''Opere: romanzi e racconti, 1924-1933'')
*Io penso sempre alla crisi del teatro e mi scervello per trovare il mezzo per risolverla. Si può dire che non penso ad altro. Giorno e notte rifletto sulla difficile questione e consulto le opere dei nostri sommi, che si sono occupati di essa. [...]. Non già perché mi stieno tanto a cuore le sorti del teatro. Ma mi affatico per risolvere questa benedetta crisi nella speranza che, una volta risolta, non se ne parlerà più. (da ''Poltroni numerati'', Il Mulino)
*L'[[umorista]] tra l'altro è uno che istintivamente sente il ridicolo dei [[stereotipo|luoghi comuni]] e perciò è tratto a fare l'opposto di quello che fanno gli altri. Perciò può essere benissimo ''in hilaritate tristis e in tristitia hilaris'', ma se uno si aspetta che lo sia, egli se è un umorista, può arrivare perfino all'assurdo di essere come tutti gli altri ''in hilaritate hilaris e in tristitia tristis'' perché, e questo è il punto, l'umorista è uno che fa il comodo proprio: è triste o allegro quando gli va di esserlo e perciò financo triste nelle circostanze tristi e lieto nelle liete.<ref name=radio>Dall'intervista a ''Esercizi di memoria'' su RadioTre. ([https://web.archive.org/web/20071123101440/http://www.rai.it/RAInet/common/articolo/raiPopUpPrint?id_obj=3485&canale=cultura&colore=ec870e File audio 1], [http://web.archive.org/web/20090416030428/http://www.rai.it:80/RAInet/common/articolo/raiPopUpPrint?id_obj=3483&canale=cultura&colore=ec870e 2]) </ref>
*La [[fortuna]] viene dormendo, chi s'alza presto le taglia la strada. (da ''Opere: romanzi e racconti, 1924-1933'')
Line 11 ⟶ 12:
*Silenzio, comincia la trasmissione. Appare sul teleschermo un signore giovialotto, cordialotto, il [[Luigi Silori]] di cui sopra. Presso di lui c'è la simpatica attrice Carla Bizzarri, pronta a dare la mano. Silori, con voce baritonale: "Cominciamo col libro della settimana. Questa volta è un libro di viaggi. Va a ruba. Ha un successo di vendita strepitoso. Eccolo qua." Prende dalla scrivania un volume, lo esamina, lo mostra ai telespettatori. Con voce baritonale: "S'intitola ''Orario generale delle Ferrovie dello Stato''". È un'operetta preziosa, che non dovrebbe mancare nella biblioteca di qualsiasi persona colta; si raccomanda per la sua veste e il suo contenuto, e non soltanto ai bibliofili, ai cultori del libro come oggetto d'arte. Ma del resto, adesso parleremo con l'editore che abbiamo voluto ospite nostro questa sera perché ci parli di questa sua creatura."<br/> Entra il signor Pozzo (o il signor Grippaudo). Silori, con voce baritonale: "Caro Pozzo (o: caro Grippaudo), noi vorremmo sapere da lei quali sono gli intendimenti artistici perseguiti da questa fortunata opera letteraria." "Le dirò, riguarda lo sviluppo della cultura differenziata da caso a caso." [...] "E mi dica, i ritardi?" "I ritardi no, non sono indicati. C'è comunque un'edizione integrale e ci sono delle edizioni ridotte." "Direi quasi regionali. A carattere etnografico?" "Direi di sì. Direi di sì." "Ed è un libro che va molto?". "Direi che è una delle opere più vendute." "Un ''best seller'', insomma.". (da ''La televisione spiegata al popolo'', 1989, Bompiani)
*Un giorno, avendo bisogno di quattrini, mi presentai allo sportello di una banca e dissi al cassiere: "Per favore, mi potrebbe prestare centomila lire?". Il cassiere mi disse: "Ma sa che lei è un umorista". Così scopersi di esserlo.<ref name=radio />
*Io penso sempre alla crisi del teatro e mi scervello per trovare il mezzo per risolverla. Si può dire che non penso ad altro. Giorno e notte rifletto sulla difficile questione e consulto le opere dei nostri sommi, che si sono occupati di essa. [...]. Non già perché mi stieno tanto a cuore le sorti del teatro. Ma mi affatico per risolvere questa benedetta crisi nella speranza che, una volta risolta, non se ne parlerà più. (da ''Poltroni numerati'', Il Mulino)
 
==''Acqua minerale''<ref name=mostra/>==
Riga 27:
==''Il povero Piero''==
===[[Incipit]]===
*La stanza da letto di Piero era caratterizzata dal disordine tipico delle camere dove da tempo giace un ammalato, che quasi non riceve visite, all'infuori di quella del [[medico]] a ore fisse, le quali lasciano il tempo che trovano. I primi tempi veniva anche qualche [[amico]] o, un po' meno, qualche parente. Poi, come succede, visto che la cosa prendeva per le lunghe, non venne più nessuno.
 
===Citazioni===