Pietro Aretino: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Pietro Aretino.jpg|thumb|upright=1.4|Pietro Aretino]]
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'''Pietro Aretino''' (1492 – 1556), scrittore, poeta e drammaturgo italiano.
 
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facendo a punto ne la selva entrata,
un rumor che direste, o cade il mondo,
o il centro ha fin sotto il terrestre pondo.</poem>
 
===''Astolfeida''===
===[[Incipit]]===
Il martello ch'i' ho di voi dua, poi ch'io cangiai un fiume al mare e Roma con Venezia, vuol ch'io v'indrizzi la vita d'Astolfo e de gli altri paladini, detta da me l'Astolfeida. Io la mando a voi perché nascesti innanzi a' paladini, i quali son terra da ceci già 700 anni in circa. Voi soli avete visto e cognosciuto chi è visso e morto, chi vive ora e chi viverà poi.
 
===Citazioni===
*''Le temerarie imprese, i strani effetti, | i cuor bramosi, l'insaziabil menti | de' cavallieri erranti, i gran concetti, | le sorti, i paragon di tutte genti, | baron da mensa e campioni da letti, | di Carlo Magno e tutti i suoi parenti, | de' paladin da ver, di quei da ciance | canto l'armi, l'amor fra spade e lance.'' (canto I, 1; p. 5)
*''Falsi i poeti e l'istorici vani | di Troia e Tebe, di Sparta e Tesaglia | son presso a l'opra ov'io caccio le mani; | a dir de' paladin, se 'l ver mi vaglia, | son le buggie un abbaiar de cani. | Io in pace dirò piú che in battaglia, | de' cronichisti mendaci al dispetto, | de' paladin di Francia il vero schietto.'' (canto I, 3; p. 5)
*''I' non chiamo le Muse e manco Apollo | per non esser tenuto partigiano, | di ser [[Cupido]] son stracco e satollo, | Minerva è capricciosa e Marte è strano, | Giove è fallito e non può dar più un crollo: | l'ombra chiam'io di [[Tiresia]] tebano, | perché fu uomo e donna, putto e vecchio, | arcivide il futuro in uno specchio. || Te solo invoco, o Tiresia eccellente, | ch'avesti il naturale e la natura; | tu fusti a un tempo agente e paziente, | dicesti il vero a tutti a la sicura; | porgimi il tuo favore omnipotente, | ch'io canti il ver, senza dubbio o paura, | de' paladin, de' cavallieri erranti, | più ver che le menzogne de' furfanti.'' (canto I, 10-11; pp. 6-7)
 
==''Dialogo nel quale la Nanna insegna alla Pippa''==
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==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Astolfeida''===
Il martello ch'i' ho di voi dua, poi ch'io cangiai un fiume al mare e Roma con Venezia, vuol ch'io v'indrizzi la vita d'Astolfo e de gli altri paladini, detta da me l'Astolfeida. Io la mando a voi perché nascesti innanzi a' paladini, i quali son terra da ceci già 700 anni in circa. Voi soli avete visto e cognosciuto chi è visso e morto, chi vive ora e chi viverà poi.
 
===''Il Genesi''===
Prima che fosse il cielo e innanzi che fosse il mondo, il Fattore del mondo e del cielo stava raccolto in se stesso (..); e le idee, da le quali la natura toglie l'esempio de le cose, erano guardate dal secreto di lui.<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993. È in parte una parafrasi e in parte un libero rifacimento, in gonfio stile cinquecentesco, del primo libro della Bibbia. Fu ristampato nel 1628 col titolo ''Lo specchio delle opere di Dio''.</ref>