Geminello Alvi: differenze tra le versioni

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*Il grande male dell'Italia sono i difetti che rovinano lo [[Stato]]; era quello che doveva riformarsi e non la [[lira italiana|lira]]. (p. 99)
*In Italia il criterio di [[successo]] di una politica economica [...] è la diminuzione del residuo della pubblica amministrazione, quindi le tasse e spese statali. Ci hanno provato con troppa timidezza. Erano del resto quasi tutti una volta democristiani, complici della fine dello Stato in Italia. (p. 111)
*[[Mani pulite|Tangentopoli]] ebbe due esiti politici perversi. Salvò un comunismo italiano in ridicola agonia, che aveva da rispondere dei suoi tradimenti, dei suoi omicidi e del male fatto ai [[Cuore|cuori]] [[Umiltà|umili]]. E salvò le regioni. Esse erano un esperimento che ormai anche i suoi fautori avevano riconosciuto fallito: selva di burocrati e d'amanti inutili. (p. 112)
*Il denaro vale più se lo si spende e magari lo si dona: questa sarebbe la regola a cui adattarsi. Tanto più con esso si crea fraternità e inoltre bellezza, meraviglia rivolta al [[cielo]], tanto più l'economia ha senso, il lucro si purifica. (p. 118)
*Il trito commento con cui un [[Ricchezza|ricco]] morente si dice che tanto non si porta con lui i suoi soldi è una materialistica banalità. Ognuno di noi porta con sé i suoi atti e il loro esito. (p. 118)