Enzo Tortora: differenze tra le versioni

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*Io ormai [[Gli uomini si dividono in due categorie|divido la gente in due categorie]] molto semplici: quelli che conoscono sulla pelle l'infamia di una carcerazione [preventiva] in un regime cosiddetto democratico, protratta all'infinito, protratta per anni; e quelli che non hanno la jattura di conoscerla. E allora, se non la conoscono, dovrebbero quantomeno cercare di calarsi nei panni di chi vive questo tormento. Ma è un esercizio che quegli italiani difficilmente fanno. Parlano ed emettono sentenze, anche belle in molti casi. Morali così tonificanti, soprattutto per coloro che non hanno la sventura di trovarsi di fronte all'Italia com'è e non come si dice che sia. Io ho avuto l'amaro privilegio, da questo osservatorio spaventoso nel quale vivo da un anno, di vederla questa Italia che ci hanno creato poco a poco, che ci hanno fatto con questa legislazione degli anni cosiddetti di piombo, dell'emergenza che non finisce mai, del pentitismo che divora, galoppa attraverso i diritti fondamentali del cittadino, distrugge quelli che sono i presidi primordiali di ogni Stato di diritto. Questo è uno spettacolo agghiacciante. Questo è un Paese che io non avrei considerato più il mio. Io me ne sarei andato una volta conclusa la mia vicenda giudiziaria. (su ''Radio radicale'', 7 maggio 1984<ref>Citato in [http://www.detenutoignoto.org/2014/06/il-17-giugno-dell83-e-31-anni-dopo.html ''Il detenuto ignoto''].</ref>)
*La televisione è un jet colossale guidato da un gruppo di boy-scout che si divertono a giocare con una tastiera e che rischiano ogni momento di infrangersi sulle rocce.<ref name=Tortora>Da un'intervista del 1968 citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,21/articleid,1327_02_1988_0124_0034_19276972/ Dagli esordi con Celentano al successo di Portobello]'', ''La Stampa'', 18 maggio 1988.</ref>
*Non una, ma due, tre anche cinquanta Rai-tv dovrebbero esserci, o tentare di esserci, nel nostro Paese. Dissi ancora che dal fatto che ne esistesse una sola , discendevano i condizionamenti politici più avvilenti, e che il teleschermo di Stato diventava, in modo inevitabile, il teleservo degli uomini politici.<ref name=Politica>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0127_01_1969_0242_0007_6261393/ Enzo Tortora lascerà la tv troppo "asservita" ai partiti]'', ''La Stampa'', 16 ottobre 1969.</ref>
*Non credo di meritare il rogo per avere fatto la sensazionale scoperta che il monopolio tv è probabilmente un male, la classe politica è avida di posti e di potere, e che "Canzonissima" è una bisca mascherata da giochetto allegro. Dico allegro per dire, si capisce.<ref name=Politica/>
*Provo un'infinita pena per quei funzionari che per non perdere il seggiolino sono costretti a dire "sissignore" a ministri, sottosegretari e parlamentari.<ref name=Tortora/>