Enzo Tortora: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Enzo Tortora==
*{{NDR|Su [[Maurizio Costanzo]]}} Costuifa il distributore di mangimi per pesci rossi nelle acque di Stato, ed è nello stesso tempo, consulente subacqueo per le onde, quelle sì privatissime, del dottor Rizzoli.<ref>Citato in ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,1070_01_1979_0045_0008_19226937/ Enzo Tortora contro Costanzo e Bongiorno]'', ''La Stampa'', 24 febbraio 1979.</ref>
*Dunque, dove eravamo rimasti? Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e io questo non lo dimenticherò mai. E questo "grazie" a questa cara, buona gente, dovete consentirmi di dirlo. L'ho detto, e un'altra cosa aggiungo: io sono qui, e lo sono anche, per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi; sarò qui, resterò qui, anche per loro. Ed ora cominciamo, come facevamo esattamente una volta.<ref>20 febbraio 1987, alla prima apparizione in [[televisione]] dopo un'assenza di 3 anni per l'accusa di collusione di stampo camorristico.</ref>
*Io ormai [[Gli uomini si dividono in due categorie|divido la gente in due categorie]] molto semplici: quelli che conoscono sulla pelle l'infamia di una carcerazione [preventiva] in un regime cosiddetto democratico, protratta all'infinito, protratta per anni; e quelli che non hanno la jattura di conoscerla. E allora, se non la conoscono, dovrebbero quantomeno cercare di calarsi nei panni di chi vive questo tormento. Ma è un esercizio che quegli italiani difficilmente fanno. Parlano ed emettono sentenze, anche belle in molti casi. Morali così tonificanti, soprattutto per coloro che non hanno la sventura di trovarsi di fronte all'Italia com'è e non come si dice che sia. Io ho avuto l'amaro privilegio, da questo osservatorio spaventoso nel quale vivo da un anno, di vederla questa Italia che ci hanno creato poco a poco, che ci hanno fatto con questa legislazione degli anni cosiddetti di piombo, dell'emergenza che non finisce mai, del pentitismo che divora, galoppa attraverso i diritti fondamentali del cittadino, distrugge quelli che sono i presidi primordiali di ogni Stato di diritto. Questo è uno spettacolo agghiacciante. Questo è un Paese che io non avrei considerato più il mio. Io me ne sarei andato una volta conclusa la mia vicenda giudiziaria. (su ''Radio radicale'', 7 maggio 1984<ref>Citato in [http://www.detenutoignoto.org/2014/06/il-17-giugno-dell83-e-31-anni-dopo.html ''Il detenuto ignoto''].</ref>)