Ryszard Kapuściński: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 68:
[[File:Statue of Shah Revolution.jpg|thumb|Studenti dell'Università di Teheran abbattono una statua dello [[Mohammad Reza Pahlavi|scià]] durante la [[Rivoluzione iraniana]]]]
*Il [[Mohammad Reza Pahlavi|sovrano]] adorava leggere libri che trattavano di lui e sfogliare gli album pubblicati in suo onore. Amava molto anche presenziare all'inaugurazione di statue e ritratti che lo raffiguravano. Non bisognava cercarli lontano. Bastava fermarsi a caso in un posto qualsiasi e guardarsi intorno: lo scià appariva dappertutto. (p. 36)
*Un iraniano in patria non può leggere i libri dei suoi migliori scrittori (che vengono stampati solo all'estero), non può vedere i film dei suoi migliori registi (proibiti nel paese), non può ascoltare la voce dei suoi intellettuali (condannati al silenzio). Lo scià lascia i sudditi liberi di scegliere tra [[SAVAK|Savak]] e mullah, e quelli ovviamene scelgono i mullah.</br>Quando si parla della caduta di una dittatura (e il regime dello scià è stato una dittatura particolarmente brutale ed efferata) c'è poco da illudersi che con essa svanisca di colpo, come un brutto sogno, anche l'intero sistema. Finisce di esistere fisicamente, ma le sue conseguenze psicologiche e sociali permangono per anni, sopravvivendo in comportamenti inconsapevoli. Una dittatura che annienta intellighenzia e cultura lacia dietro di sé terre incolte, dove l'albero del pensiero faticherà molto a rinascere. (p. 79)
*La vera passione, l'hobby della sua vita è l'esercito. Una passione e un hobby non del tutto disinteressati. L'esercito è sempre stato il principale e poi anche l'unico sostegno del trono. Una volta dissolto l'esercito, lo scià smette di esistere. (p. 82)
*Agli occhi dell'iraniano medio, la Grande Civiltà, ossia la Rivoluzione dello Scià e del Popolo, si configura soprattutto come una Grande Rapina praticata dall'élite. Chiunque ha il potere ruba. Chi occupa una carica e non ruba si fa il vuoto intorno, viene sospettato di essere una spia mandata a scoprire quanto rubino gli altri, per poi riferirlo al nemico, avido di informazioni del genere. (pp. 87-88)