Guerra civile siriana: differenze tra le versioni

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*Israele ha provato fino a oggi a non intervenire in quello che sta succedendo in Siria. Tuttavia, dopo la vittoria sullo [[Stato Islamico]], la situazione è cambiata, poiché le forze pro-iraniane hanno preso il controllo. [...] Da ora in poi, Israele vedrà le attività iraniane in Siria come un obiettivo. Non esiteremo ad agire, se la nostra sicurezza ce lo richiederà. ([[Benjamin Netanyahu]])
*In [[Siria]] tutto è iniziato con il popolo che chiedeva riforme, [[democrazia]]. Il regime {{NDR|di [[Bashar al-Assad|Assad]]}} ha iniziato a uccidere il popolo, è partita poi una guerra civile. Poi è arrivato il [[Daesh]], contro cui molti hanno combattuto, compreso il Libano perché sono entrati anche da noi, hanno conquistato dei villaggi fino a quando 2 mesi fa siamo riusciti a sconfiggerli e finalmente a cacciarli dal nostro territorio. Alla fine di questo ciclo rimarrà il problema Assad: lui è ancora lì, ma non potrà rimanere alla guida di un popolo che ha ordinato di massacrare. L'errore più grande sarebbe lasciare Assad al comando. Non è possibile, possiamo pensare a una transizione, ad altri modi, ma deve andarsene. ([[Saʿd Ḥarīrī]])
*L’unico modo per uscire da questo imbroglio sarebbe quello di decidere quale sia il nemico peggiore: Assad o l’islamismo fanatico e radicale? La Russia ha scelto senza esitare perché vuole conservare le sue basi, deve fare fronte a un pericoloso islamismo domestico e ha un leader che può imporre la propria linea. Le democrazie occidentali, invece, devono rendere conto delle loro azioni alla pubblica opinione e tenere d’occhio il barometro elettorale. Ma se hanno deciso che la eliminazione di Assad è una condizione irrinunciabile dovrebbero almeno prepararsi a ciò che potrebbe succedere in Siria il giorno dopo. E gli europei, in particolare, dovrebbero ricordare che il Mediterraneo è la loro casa, non quella degli americani. ([[Sergio Romano]])
*La crisi siriana deve essere risolta dal popolo siriano. Noi siamo contro il terrorismo, la guerra civile e gli interventi stranieri. Spero che con l'aiuto di tutti i paesi della regione e del mondo, la pace e la calma ritornino in Siria. La crisi siriana sarà risolta dal voto dei siriani. Siamo preoccupati per la guerra civile e le ingerenze straniere. L'attuale governo (del presidente Bashar Al Assad) deve essere rispettato dagli altri Paesi fino alle prossime elezioni. In seguito sarà il popolo a decidere. ([[Hassan Rouhani]])
*La Siria è una delle più grandi tragedie nella storia del mondo arabo. Sogniamo di vedere Bashar al-Assad e Putin, i due grandi massacratori del popolo siriano, comparire davanti a un tribunale internazionale. Purtroppo, però, ciò non accadrà mai perché prima di loro dovrebbe comparire il grande criminale di guerra [[George W. Bush]]. Dunque il mondo arabo rimane diviso e vive sotto la minaccia del terrorismo nel nome dell’Islam. ([[Tahar Ben Jelloun]])
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*Più di duemila combattenti russi e delle ex repubbliche sovietiche sono in Siria con il pericolo che possano tornare in patria. Invece di aspettare che lo facciano, aiutiamo Assad a combatterli in territorio siriano. Stiamo considerando di intensificare il dialogo sia con lui che con i nostri partner negli altri Paesi. ([[Vladimir Putin]])
*Se si affronta la questione siriana, bisogna darsi un obiettivo che non può limitarsi alla rimozione di un uomo {{NDR|[[Bashar al-Assad]]}}, bisogna avere in mente uno sbocco istituzionale. ([[Henry Kissinger]])
*Washington non vuole Assad, non vuole l’Isis e non vuole Putin nel Mediterraneo. Un tale groviglio di desideri incompatibili sarebbe più facilmente sostenibile se il presidente Obama fosse disposto a impegnare le forze americane sul terreno. Ma esclude anche questa possibilità, forse perché non vuole concludere il suo mandato con una operazione che ricorderebbe, anche se in circostanze alquanto diverse, quella del suo predecessore alla Casa Bianca. Ha un altro piano? ([[Sergio Romano]])
 
===[[Bashar Al-Assad]]===
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*Non sarà un nuovo [[Iraq]] e non ci sarà un lungo conflitto qualora decidessimo di entrare in azione. In Siria possiamo utilizzare un approccio che non ci faccia ripiombare in una lunga guerra, o una ripetizione dell'intervento in Iraq.
*Vogliamo che il regime di Assad comprenda che usare armi chimiche su larga scala contro il proprio popolo, contro donne, bambini, non infrange solo le norme internazionali, e ogni standard di decenza, ma crea anche una situazione in cui gli interessi nazionali degli Stati Uniti vengono colpiti e questo deve cessare.
 
===[[Sergio Romano]]===
*L’unico modo per uscire da questo imbroglio sarebbe quello di decidere quale sia il nemico peggiore: Assad o l’islamismo fanatico e radicale? La Russia ha scelto senza esitare perché vuole conservare le sue basi, deve fare fronte a un pericoloso islamismo domestico e ha un leader che può imporre la propria linea. Le democrazie occidentali, invece, devono rendere conto delle loro azioni alla pubblica opinione e tenere d’occhio il barometro elettorale. Ma se hanno deciso che la eliminazione di Assad è una condizione irrinunciabile dovrebbero almeno prepararsi a ciò che potrebbe succedere in Siria il giorno dopo. E gli europei, in particolare, dovrebbero ricordare che il Mediterraneo è la loro casa, non quella degli americani. ([[Sergio Romano]])
*Le ragioni per cui la Russia è entrata in campo in Siria sono abbastanza chiare. Quando scoppiarono le prime rivolte arabe, alcuni governi occidentali si schierarono subito contro il governo di Bashar al Assad. Lo hanno fatto molto probabilmente nella convinzione che la fine del regime avrebbe comportato anche la fine della vecchia presenza “sovietica” nelle basi siriane. Non è difficile comprendere quindi perché la Russia sia intervenuta. Voleva difendere il suo alleato e soprattutto la sua tradizionale posizione nella regione. Oggi la sua strategia mi sembra tutto sommato abbastanza chiara. La Russia e il governo siriano potrebbero rinunciare ad una parte del territorio soltanto se il regime di Assad riuscisse a ristabilire la sua autorità nell’area che va da Damasco ad Aleppo. Questa è la ragione per cui Aleppo è al cuore del conflitto. Non si può dunque parlare ancora di una “Pax russa” in Medio Oriente perché gli obiettivi non sono stati ancora raggiunti. Credo che la Russia continuerà a perseguirli. Ma non si può combattere indefinitamente e Mosca potrebbe essere costretta a rivedere la propria politica.
*Washington non vuole Assad, non vuole l’Isis e non vuole Putin nel Mediterraneo. Un tale groviglio di desideri incompatibili sarebbe più facilmente sostenibile se il presidente Obama fosse disposto a impegnare le forze americane sul terreno. Ma esclude anche questa possibilità, forse perché non vuole concludere il suo mandato con una operazione che ricorderebbe, anche se in circostanze alquanto diverse, quella del suo predecessore alla Casa Bianca. Ha un altro piano? ([[Sergio Romano]])
 
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