Muʿammar Gheddafi: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Ultime parole]]}} Non sparate.<ref>Citato in ''[http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2011/10/20/AOH8sUFB-gheddafi_catturato_sparate.shtml#axzz1pvIDK3rf Le ultime parole di Gheddafi catturato e ucciso in una buca: «Non sparate»]'', ''Il Secolo XIX.it'', 20 ottobre 2011.</ref>
*Porteremo la guerra in Italia, lo vuole il popolo libico. Il mio amico [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] ha commesso un crimine.<ref>Da un discorso alla televisione libica, 30 aprile 2011; citato in ''[http://www.repubblica.it/esteri/2011/05/01/news/raid_nato_gheddafi_illeso_ucciso_figlio_e_tre_nipoti-15600252/?ref=HREA-1 Raid Nato, Gheddafi illeso ucciso figlio e tre nipoti]'', ''Repubblica.it'', 1º maggio 2011.</ref>
 
===''Il libro verde''===
====Incipit====
Il problema dello "strumento di governo" è il primo tra i problemi politici che si pongono alle società umane. Perfino il conflitto che sorge in seno alla famiglia deriva, spesso, da questo problema. Tale problema è divenuto molto grave fin dal sorgere delle società moderne. Oggi i popoli si trovano di fronte a questo persistente problema e le comunità sopportano i numerosi rischi e le gravi conseguenze che ne derivano. Non si è ancora riusciti a risolverlo in modo definitivo e democratico. Il "Libro Verde" presenta la soluzione definitiva del "problema dello strumento di governo".
 
====Citazioni====
*La lotta politica che si risolve nella vittoria di un candidato che ha ottenuto il 51% dell’insieme dei voti degli elettori, porta ad un sistema dittatoriale presentato sotto le false spoglie di democrazia. Infatti il 49% degli elettori sono governati da uno strumento di governo che non hanno scelto, ma che ad essi è stato imposto. Questa è dittatura. Il conflitto politico può inoltre portare ad uno strumento di governo che rappresenta soltanto la minoranza; questo avviene quando i voti degli elettori vengono distribuiti tra un gruppo di candidati, uno dei quali ottiene un maggior numero di voti rispetto ad ognuno degli altri candidati, considerati singolarmente. Ma, se si sommassero insieme i voti ottenuti dagli "sconfitti", si avrebbe una schiacciante maggioranza. Nonostante questo, vince il candidato che ha ottenuto il minor numero di voti e la sua vittoria è considerata legale e democratica! In realtà si instaura una dittatura sotto l’apparenza di una falsa democrazia. Questa è la verità sui sistemi politici dominanti nel mondo contemporaneo.
*I parlamenti sono la spina dorsale della democrazia tradizionale moderna, regnante oggi nel mondo. Il parlamento è una rappresentanza ingannatrice del popolo ed i sistemi parlamentari costituiscono una falsa soluzione del problema della democrazia. Il parlamento è costituito fondamentalmente come rappresentante del popolo, ma questo principio è in se stesso non democratico, perché democrazia significa potere del popolo e non un potere in rappresentanza di esso. L’esistenza stessa di un parlamento significa assenza del popolo. La vera democrazia, però, non può esistere se non con la presenza di rappresentanti di questo. I parlamenti, escludendo le masse dall'esercizio del potere, e riservandosi a proprio vantaggio la sovranità popolare, sono divenuti una barriera legale tra il popolo e il potere. Al popolo non resta che la falsa apparenza della democrazia, che si manifesta nelle lunghe file di elettori venuti a deporre nelle urne i loro voti.
*Quando il parlamento è il risultato della vittoria elettorale di un partito, è il parlamento del partito e non del popolo. Rappresenta il partito e non il popolo ed il potere esecutivo detenuto dal parlamento è il potere del partito vincitore e non del popolo.
*Le più tiranniche dittature che il mondo abbia mai conosciuto si sono instaurate all'ombra dei parlamenti.
*Il partito è la dittatura contemporanea. E’ lo strumento di governo delle moderne dittature poiché rappresenta il potere di una parte sul tutto. E’ il più recente sistema dittatoriale. Poiché il partito non è un individuo, esso da luogo a un’apparente democrazia, formando assemblee e comitati senza contare la propaganda svolta dai suoi membri. Il partito non è affatto un organo democratico poiché è composto da individui che hanno o gli stessi interessi o le stesse opinioni o la stessa cultura o che appartengono alla stessa regione o che hanno la stessa ideologia. Essi formano un partito per realizzare i loro interessi o per imporre le loro opinioni o per estendere il potere della loro dottrina a tutte le società. Il loro obbiettivo è giungere al potere con il pretesto di attuare i loro programmi. Non è democraticamente ammissibile che uno qualsiasi di questi gruppi governi l’intero popolo, che è formato da numerosi interessi, idee, temperamenti, luoghi di provenienza e credi. Il partito è uno strumento di governo dittatoriale in quanto permette a coloro che hanno le stesse opinioni e gli stessi interessi di governare il popolo nel suo insieme. Rispetto al popolo, il partito è una minoranza. Lo scopo che determina la formazione di un partito è quello di creare uno strumento per governare il popolo, in altre parole, di governare tramite il partito su coloro che sono al di fuori di esso. Il partito, infatti, si fonda essenzialmente su una teoria autoritaria ed arbitraria... vale a dire sul dispotismo dei membri del partito sugli altri elementi del popolo.
*Qualunque sia il numero dei partiti, la teoria è sempre la stessa. L'esistenza di più partiti inasprisce la lotta per il potere, che si risolve nella distruzione di ogni conquista del popolo e nel sabotaggio di ogni programma di sviluppo della società.
*Il partito all'opposizione per giungere al potere deve abbattere lo strumento di governo che è al potere. Per fare questo deve distruggerne le realizzazioni e denigrarne i programmi anche se sono utili alla società. Di conseguenza, gli interessi ed i programmi della società diventano vittime della lotta dei partiti per giungere al potere.
*Originariamente il partito nasce come rappresentante del popolo, poi la direzione del partito diventa la rappresentante dei membri del partito, e il presidente del partito diventa il rappresentante della direzione del partito. È chiaro così che il gioco dei partiti è un'ingannevole farsa fondata su una caricatura di democrazia dal contenuto egoista e fondata sul gioco degli intrighi e delle manovre politiche. Tutto questo conferma che il partitismo è uno strumento della dittatura moderna.
*Il partito è la tribù e la setta dell’età moderna. La società governata da un unico partito è identica a quella governata da un’unica tribù o da un'unica setta.
*Non vi è nessuna differenza tra il partito e la tribù, eccezion fatta per il legame di sangue, che, d'altra parte, può esistere anche nel partito al momento della sua costituzione.
*Per la società, la lotta dei partiti ha lo stesso effetto negativo e distruttivo della lotta tribale o settaria.
*Il sistema politico di classe è identico a quello dei partiti, delle tribù o delle sette. Che una società politica sia denominata da una classe o da un partito, da una tribù o da una setta è essenzialmente la stessa cosa. La classe, come il partito, la setta e la tribù, è un gruppo di individui che hanno gli stessi interessi in comune.
*Quando una classe, un partito, una tribù o una setta domina la società, ci troviamo di fronte ad un regime dittatoriale. Tuttavia, la coalizione di classi o di tribù è preferibile alla coalizione di partiti perché il popolo, alla sua origine, è costituito da un insieme di tribù, mentre tutti fanno parte di una determinata classe.
*Il referendum è una frode contro la democrazia. Quelli che dicono "Si" e quelli che dicono "No" non esprimono di fatto la loro volontà, ma sono stati imbavagliati in norme del concetto di moderna democrazia. E’ permesso loro dire una parola soltanto: "Si" o "No". Questo è il sistema dittatoriale più oppressivo e crudele. Colui che dice "No" dovrebbe poter motivare la sua risposta e spiegare perché non ha detto "Si". Colui che ha detto "Si" dovrebbe poter giustificare la sua scelta e spiegare la ragione per cui non ha detto "No". Ognuno dovrebbe poter dire ciò che vuole ed esprimere le ragioni del suo consenso o del suo rifiuto. Qual’è, allora, la via che le società umane devono seguire per liberarsi definitivamente dalle epoche dell’arbitrio e della dittatura?
*Il "Libro Verde" presenta la soluzione definitiva del problema dello strumento di governo; indica ai popoli il modo per passare dall’era della dittatura all’era della vera democrazia. Questa nuova teoria si fonda sul potere del popolo, senza alcuna rappresentanza né sostituto. Attua una democrazia diretta, in modo organizzato ed efficace. Differisce dal vecchio tentativo di democrazia diretta che non ha trovato realizzazioni pratiche e che ha mancato di serietà a causa dell’assenza di un’organizzazione di base popolare.
*I congressi popolari sono l’unico mezzo per mettere in atto la democrazia popolare.
*La democrazia ha un solo metodo e una sola teoria. Le differenze e le divergenze tra i sistemi che si pretendono democratici sono la prova che essi non sono democratici. Il potere popolare non ha che un volto solo e non può essere realizzato se non in unico modo; vale a dire tramite i congressi popolari ed i comitati popolari.
*In primo luogo il popolo si divide in congressi popolari di base. Ognuno di questi congressi sceglie la sua Segreteria. Dall’insieme delle Segreterie si formano , in ogni settore, congressi popolari non di base. Poi, l’insieme dei congressi popolari di base sceglie i comitati popolari e amministrativi che sostituiscono l’amministrazione governativa. Da questo si ha che tutti i settori della società vengono diretti tramite comitati popolari. I comitati popolari che dirigono i settori divengono responsabili dinanzi ai congressi popolari di base; questi ultimi dettano ai comitati popolari la politica da seguire e controllano l’esecuzione di tale politica. In questo modo sia l’amministrazione che il controllo di essa diverrebbero popolari e si porterebbe così fine alla vecchia definizione di democrazia che dice: "la democrazia è il controllo del popolo su se stesso".
*Il Congresso Generale del Popolo non è un gruppo di membri di un partito o di persone fisiche come i parlamenti ma è l’incontro dei congressi popolari di base, dei comitati popolari. In questo modo il problema dello strumento di governo sarà di fatto risolto e si porrà fine ai regimi dittatoriali. Il popolo diverrà strumento di governo ed il problema della democrazia nel mondo sarà definitivamente risolto.
*E’ ingiusto e non democratico che un comitato o un parlamento abbia il diritto di legiferare per la società. E’, inoltre, ingiusto e non democratico che un individuo, un comitato o un parlamento emendi o abroghi la legge della società.
*La legge naturale di una società è costituita dalla tradizione o dalla religione. Ogni tentativo di elaborarla al di fuori di queste due fonti è inutile ed illogico.
*L’uomo è lo stesso ovunque. La sua morfologia e i suoi istinti sono identici dappertutto. E’ per questo che la legge naturale è divenuta la legge logica dell’uomo. Poi vennero le costituzioni: semplici leggi prodotte dall’uomo che non considerano l’uomo uguale. La loro concezione dell’uomo non ha altra giustificazione che la volontà di dominare il popolo da parte di chi detiene il potere, sia questi un individuo, un parlamento, una classe, un partito. Vediamo così che, generalmente, le costituzioni sono soggette a mutamenti ogni volta che cambiano i sistemi di governo. Ciò dimostra che la costituzione non è la legge naturale, ma il prodotto della volontà degli apparati di governo e che esiste in quanto deve servire i loro interessi. Questo è il pericolo che minaccia la libertà ovunque la legge della società è assente ed è sostituita da leggi umane promulgate da uno strumento di governo al fine di dominare le masse.
*La religione contiene ed assorbe la tradizione. La maggior parte delle sanzioni materiali, nella religione, sono differite. La maggior parte delle sue norme sono insegnamenti, indicazioni e risposte a delle domande. Questa è la migliore legge per rispettare l’uomo. La religione non ammette sanzioni temporali se non in casi estremi, quando queste si rilevano assolutamente necessarie alla società. La religione comprende la tradizione che è l’espressione della vita naturale dei popoli. La religione, quindi, è una conferma del diritto naturale. Le leggi non religiose e non tradizionali sono creazioni dell’uomo contro l’uomo. Esse sono, pertanto, ingiuste poiché non derivano da questa fonte naturale costituita dalla tradizione e dalla religione.
*La società è costituita da numerose persone fisiche e da varie persone giuridiche. Di conseguenza, quando una persona fisica, per esempio, esprime la propria pazzia, ciò non significa che tutti gli altri membri della società siano del pari pazzi. L’opinione di una persona fisica è l’espressione di quella singola persona, quella della persona giuridica è l’espressione degli interessi o dei punti di vista dei suoi componenti.
*La stampa è il mezzo di espressione della società e non il mezzo di espressione di una persona fisica o giuridica. Logicamente e democraticamente, quindi, la stampa non può essere proprietà né dell’una né dell’altra. Quando un individuo possiede un giornale, questo è il "suo" giornale ed esprime la "sua" opinione. La pretesa che il giornale esprima l’opinione pubblica è falsa e senza fondamento, poiché, in realtà, esso esprime le opinioni di una persona fisica. Non è democraticamente ammissibile che una persona fisica possegga un qualsiasi mezzo di diffusione o di informazione pubblica. Tuttavia, è diritto naturale della persona fisica esprimersi con qualsiasi mezzo, anche se pazzesco. Un giornale pubblicato da professionisti è solamente l’espressione di questa particolare categoria sociale. Esprime il suo punto di vista e non il punto di vista dell’opinione pubblica. Questo vale per tutte le persone fisiche e le persone giuridiche che costituiscono la società. La stampa (veramente) democratica è quella pubblicata da un comitato popolare composto da tutte le varie categorie sociali, cioè, dalle unioni di operai, dalle unioni femminili, dalle unioni studentesche, dalle unioni di contadini, dalle unioni di professionisti, dalle unioni di impiegati, dalle unioni di artigiani e così via.
*La persona fisica ha il diritto di esprimere la sua opinione; non è democraticamente ammissibile, però, che si esprima in nome degli altri.
*Perché si da un salario ai lavoratori? Perché svolgono una attività produttiva a favore dei terzi, e cioè per conto di chi li assume al fine di realizzare una produzione. Pertanto i lavoratori non consumano il proprio prodotto, ma sono costretti a cederlo in cambio di un compenso, mentre una sua norma è che chi produce deve consumare. I lavoratori anche se il loro trattamento salariale è migliorato, permangono degli asserviti, indipendentemente dall’entità della retribuzione.
*Il salariato è come uno schiavo del padrone alle cui dipendenze permane temporaneamente e la cui schiavitù si manifesta fino a quando egli lavorerà alle sue dipendenze ed in cambio di un compenso.
*Le teorie storiche precedenti si sono occupate del problema economico solo dal punto di vista dell’appartenenza dei fattori produttivi e dei salari rispetto alla produzione, senza riuscire a chiarire l’essenza della produzione stessa. Gli elementi caratterizzanti dei sistemi economici esistenti ancora oggi nel mondo si fondano sul salario. Tali sistemi escludono il lavoratore da qualsiasi diritto sulla produzione realizzata con il suo diretto intervento. Sia essa realizzata per conto della collettività oppure per conto di una azienda privata.
*La libertà dell’uomo è incompleta se da un altro uomo dipendono i suoi bisogni.
*La casa è una necessità per l’individuo e la sua famiglia. Pertanto deve essere di proprietà di chi la abita. Non vi è libertà alcuna per l’uomo che vive in una casa appartenente ad un altro sia che paghi o no il canone.
*Nessuno ha il diritto di costruire una casa in più della propria e di quella dei suoi eredi, allo scopo di cederla in locazione. Quella casa non è altro che un bisogno di un altro uomo, e costruirla allo scopo di cederla in affitto è un inizio di sopraffazione del bisogno altrui: significa conculcare un bisogno di quell’uomo stesso. Nel bisogno scompare la libertà.
*Il sostentamento è una necessità assoluta per l’uomo. Non è ammissibile, in una società socialista, che per l’appagamento dei propri bisogni l’uomo debba dipendere da un compenso sotto forma di salario o di carità da qualsiasi parte essi vengano. Nella società socialista non dovrebbero esserci salariati, ma associati, poiché i proventi sono prerogativa personale dell’individuo, sia nel caso in cui li procuri da se stesso nei limiti delle sue esigenze, sia che detti proventi costituiscano una parte della produzione nella quale l’individuo stesso è un elemento fondamentale.
*Nella società socialista non è consentito al singolo individuo o ad altri di possedere mezzi di trasporto da noleggiare, perché questo costituirebbe un invadere i bisogni degli altri.
*Il fine della nuova collettività socialista è la formazione di una comunità felice perché libera. Ciò non potrebbe essere realizzato se non con la soddisfazione dei bisogni materiali e morali dell’uomo, attraverso l’affrancamento di questi bisogni del predominio e dell’arbitrio degli altri.
*Il risparmio eccedente la misura per il soddisfacimento dei propri bisogni diventa privazione del soddisfacimento dei bisogni di un altro nell’ambito della ricchezza della collettività.
*Nella società socialista non ci sono infatti possibilità di produzione individuale al di sopra del soddisfacimento dei bisogni personali. In essa non è permesso di soddisfare i propri bisogni a spese degli altri. Le istituzioni socialiste lavorano per soddisfare i bisogni della società.
*Il "Libro Verde" non risolve semplicemente il problema materiale della produzione, ma indica la direzione della soluzione completa dei problemi della società, in modo da liberare l’individuo, materialmente e moralmente, per la definitiva realizzazione della sua felicità.
*Nella nuova società socialista non si ammettono disparità nella distribuzione della ricchezza tra individui. Solo a coloro che prestano servizi generali, la società disporrà di una data parte di ricchezza in proporzione alle loro prestazioni. Le unità di ricchezza assegnate a questi individui saranno ripartite in proporzione dei maggiori servizi prestati da ciascuno di essi.
*Colui che possiede la casa in cui un individuo abita, o il mezzo di trasporto che lo stesso individuo usa, e gli elargisce il sostentamento con cui costui vive, in definitiva possiede la sua libertà o una parte di essa. Essendo però la libertà indivisibile l’uomo per essere felice ha bisogno di essere libero. E per essere libero deve essere in condizione di possedere ciò con cui soddisfare da sé i propri bisogni. Colui che possiede i beni necessari al soddisfacimento dei bisogni di un individuo è in condizione di dominarlo, di sfruttarlo, e di ridurlo alla schiavitù, nonostante ogni legge che lo vieti.
*E’ una beffa che i bisogni dell’uomo siano regolati mediante procedure legali, amministrative o simili, mentre su di essi sostanzialmente si fonda la società stessa in base a norme naturali.
*Le forze incombenti dei sindacati dei lavoratori nel mondo capitalista, costituiscono una garanzia per la trasformazione delle società capitalistiche da società di salariati in società di associati.
*Gli eroi della storia sono individui che si sacrificano per delle cause. Non esiste in merito altra possibile definizione. Ma quali cause? Gli eroi sacrificano se stessi per amore degli altri. Ma quali altri? Quelli che hanno un legame con loro.
*L’espansione e la dispersione delle particelle nella bomba atomica si sviluppano dalla spaccatura del nucleo quale fonte di attrazione delle suddette che lo circondano: quando si distrugge il fattore che tiene uniti tali corpi e se ne perde la forza di attrazione, ciascuna di esse vola via e la bomba finisce in una dispersione di particelle con tutto ciò che ne consegue. Questa è la natura delle cose. E’ una legge naturale fissa, ed ignorarla o contrastarla sconvolge la vita. Allo stesso modo la vita dell’uomo si sconvolge quando si comincia ad ignorare la coscienza nazionale, ossia il fattore della coesione sociale, la forza di attrazione del gruppo, che è il segreto della sua sopravvivenza. Oppure quando si inizia a contrastare ciò.
*La famiglia è esattamente come la pianta singola nella natura che sta all’origine di tutte le altre. Invece il trasformare la natura in colture, giardini etc. è un procedimento artificiale senza alcun rapporto con la natura vera della pianta, formata da un certo numero di rami, di foglie e di fiori. Analogicamente per la famiglia: che i fattori politici, economici e militari abbiano finito per ridurre insiemi di famiglie a forma di stato, non ha nulla a che vedere con l’umanità. Perciò qualunque situazione, circostanza o procedimento che conduca allo smembramento della famiglia, o alla sua dispersione e alla sua rovina è inumana ed innaturale; anzi, è arbitraria.
*Il giardino o il campo fiorente sono quelli le cui piante crescono in modo naturale, fioriscono, impollinano e si radicano saldamente. Lo stesso è per la società umana. La società fiorente è quella ove l’individuo si radica nella famiglia in modo naturale ed ove fiorisce la famiglia. Infatti l’individuo si radica nella famiglia umana come la foglia sul ramo o il ramo sull’albero, che non ha significato né vita materiale qualora se ne stacchi. Come non ne ha l’individuo se si stacca dalla famiglia, nel senso che senza questa è privo di significato e di vita sociale.
*La nazione è la tribù che si è accresciuta a seguito della riproduzione. Dunque la nazione è una grande tribù. Il mondo è la nazione che si è ramificate in diverse altre a seguito della proliferazione. Perciò il mondo è una grande nazione.
*La società familiare dal punto di vista sociale è superiore a quella tribale, la tribale a quella nazionale, e la nazionale a quella internazionale, per quanto riguarda la compattezza, la buona disponibilità reciproca, la solidarietà e l’utilità.
*Il sangue è all’origine della formazione della tribù, che però non si basa esclusivamente su di esso. Anche la affiliazione (''intimà’'') è una delle componenti della tribù. Col passare del tempo scompaiono le differenze tra le componenti di sangue e quelle di affiliazione, e rimane la tribù quale unità sociale e materiale unica. E’ però un’unità di sangue e di stirpe più forte di ogni altra struttura.
*Lo spirito tribale (''qabaliyyah'') è la rovina della coscienza nazionale (''qawmiyyah''), poiché la fedeltà (''walà’'') tribale indebolisce e danneggia quella nazionale, così come la fedeltà familiare danneggia e indebolisce quella tribale.
*Si deve aver cura della famiglia nell’interesse dell’individuo, e cura nella tribù nell’interesse della famiglia, dell’individuo e della nazione, cioè della coscienza nazionale.
*La donna è un essere umano e l’uomo è un essere umano. Su ciò non esiste disaccordo né dubbio alcuno. La donna e l’uomo, dal punto di vista umano, ovviamente sono uguali. Fare una discriminazione tra uomo e donna sul piano umano è un’ingiustizia clamorosa e senza giustificazione. La donna mangia e beve come mangia e beve l’uomo. La donna odia e ama come odia e ama l’uomo. La donna pensa, apprende e capisce come pensa, apprende e capisce l’uomo. La donna ha bisogno di alloggio, di vestiario e di mezzo di trasporto come ha bisogno l’uomo. La donna ha fame e ha sete come ha fame e ha sete l’uomo.
*Perché il creato ha richiesto la creazione dell’uomo e della donna, il che si realizza con l’esistenza di entrambi, e non dell’uomo soltanto, o della donna soltanto? Deve assolutamente esservi una necessità naturale a favore dell’esistenza di entrambi, e non soltanto dell’uno, o soltanto dell’altra. Dunque ciascuno dei due non è l’altro, e fra i due vi è una differenza naturale, la cui prova è l’esistenza dell’uomo e della donna assieme nel creato. Ciò di fatto significa che per ciascuno dei due esiste un ruolo naturale che si differenzia conformemente alla diversità dell’uno rispetto all’altro. Dunque è assolutamente necessario che vi sia una condizione che ciascuno dei due vive, e in cui svolge il suo ruolo diverso dall’altro. E tale condizione deve differire da quella dell’altro, in ragione del diverso ruolo naturale proprio di ciascuno. Per riuscire a comprendere tale ruolo, rendiamoci conto della differenza naturale esistente fra la costituzione fisica dell’uomo e quella della donna, ossia quali sono le differenze naturali tra i due: la donna è femmina e l’uomo è maschio. La donna conformemente a ciò - come dice il ginecologo - ha le sue regole, ovvero arrivata al mese è indisposta, mentre l’uomo per il fatto che è maschio non ha le regole e di abitudine non è mensilmente indisposto. Questa indisposizione periodica, cioè mensile, è un’emorragia. Vale a dire che la donna, per il fatto che è femmina, è naturalmente soggetta ad una emorragia mensile. Quando la donna non ha le sue regole è gravida. E se è tale, per la natura stessa della gravidanza, è indisposta per circa un anno, ovvero impedita in ogni attività naturale finché non partorisce. Quando poi partorisce o quand’anche abortisce, è colpita dai disturbi conseguenti ad ogni parto o aborto. Invece l’uomo non diviene gravido e di conseguenza, per natura, non è colpito dai disturbi da cui è colta la donna per il fatto che è femmina. La donna dopo il parto allatta l’essere che aveva portato in sé. L’allattamento naturale dura circa due anni. Ciò significa che il bambino è inseparabile dalla donna ed ella è inseparabile da lui, tanto che sarà impedita da svolgere la sua attività e direttamente responsabile di un altro essere umano: è lei che lo assiste nell’adempimento di tutte le funzioni biologiche, e senza di lei egli morrebbe. Invece l’uomo non diviene gravido e non allatta. E qui termina la spiegazione del medico. Questi dati naturali creano differenze congenite, per le quali non è possibile che l’uomo e la donna siano eguali.
*La rinuncia al ruolo naturale della donna nella maternità, ossia che gli asili nido si sostituiscano alla madre, è l’inizio della rinunzia alla società nella sua dimensione umana e della sua trasformazione in società puramente biologica e in vita artificiale. Separare i bambini dalle madri ammassandoli negli asili nido è un’operazione che li rende pressoché pulcini, perché gli asili nido sono qualcosa che rassomiglia alle stazioni di sagginamento in cui si ammucchiano i pulcini dopo la covata. Infatti solo la maternità naturale conviene alla costituzione dell’essere umano, è compatibile con la sua natura e confacente alla sua dignità.
*In tutte le cose la crescita naturale è quella sana in piena libertà. Che si faccia dell’asilo nido una madre è un atto coercitivo contrario alla libertà della crescita corretta. I bambini sono condotti all’asilo nido forzatamente, oppure per il fatto che li si raggira e per la loro semplicità infantile. E poi essi vi sono inviati per cause puramente materiali, e non sociali. Ma, tolti i mezzi coercitivi adottati nei loro confronti e la semplicità infantile, essi rifiuterebbero l’asilo nido e starebbero attaccati alle loro madri. La sola giustificazione per questa operazione innaturale e inumana è che la donna si trovi in una situazione incompatibile con la natura, ovvero che sia costretta all’adempimento di obblighi sociali e contrari alla maternità.
*La maternità è funzione della femmina, non del maschio. Perciò è naturale che i figli non vengano separati dalla madre. Qualunque provvedimento che li separa dalla madre è abuso, tirannia e dispotismo. La madre che rinuncia alla maternità verso i suoi figli contravviene al suo ruolo naturale nella vita, ed occorre che le vengano garantiti i diritti e le condizioni adeguate mancanti. Sono egualmente l’abuso e il dispotismo che obbligano la donna a espletare il suo ruolo naturale in circostanze innaturali, mettendola in una situazione di contrasto intrinseco. Se la donna rinuncia al suo ruolo naturale del parto e della maternità essendovi costretta, sono esercitate su di lei tirannia e dispotismo. La donna bisognosa di un lavoro, che la renda incapace di assolvere alla sua missione naturale, non è libera essendovi costretta dal bisogno, perché nel bisogno la libertà scompare.
*L’eguaglianza fra l’uomo e la donna nel portare pesi mentre ella è gravida è ingiustizia e crudeltà, come lo è l’eguaglianza fra di loro nel digiuno e nella fatica mentre ella allatta. E’ ingiustizia e crudeltà l’eguaglianza fra di loro in un lavoro sporco che sfigura la bellezza di una donna, privandola della sua femminilità. E’ anche ingiustizia e crudeltà addestrare la donna ad un programma che, di conseguenza la conduce allo svolgimento di un lavoro non confacente alla sua natura.
*L’aspetto della donna è diverso da quello dell’uomo perché ella è femmina, così come ogni femmina fra gli esseri viventi, animali e vegetali, è diversa dal maschio sia nella forma sia nell’essenza. Questa è una realtà naturale indiscutibile. Il maschio nel regno animale e vegetale è stato creato forte e rude per natura, mentre la femmina nei vegetali e negli animali è stata creata bella e delicata per natura. Queste sono realtà naturali ed eterne con cui sono stati creati gli esseri viventi chiamati uomini, animali, piante. In ragione di tale diversa costituzione e delle leggi naturali, il maschio svolge il ruolo del forte e del rude non per costrizione, ma perché è stato creato così. Invece la femmina svolge il ruolo del delicato e del bello non per sua libera scelta, ma perché è stata creata così. Questa regola naturale è la giusta norma, per il fatto che da un lato è naturale e dall'altro è la regola fondamentale della libertà, dato che le cose sono state create libere e che qualunque intervento contrario alla regola della libertà è un arbitrio. Non attenersi a questi ruoli naturali e trascurarne i limiti significa trascurare e corrompere i valori della vita stessa.
*Negli animali, nei vegetali e nell'uomo è necessario che vi siano maschio e femmina per il realizzarsi della vita fra l’essere e il divenire. E non è solo sufficiente che l’uomo e la donna esistano, ma bisogna anche che svolgano il loro ruolo naturale per il quale sono stati creati. E ciò deve avvenire con piena capacità. Se esso non è compiuto perfettamente, significa che nel corso della vita vi è un difetto, conseguente a chissà quale circostanza. E questa è la situazione oggi vissuta dalla società quasi ovunque al mondo, come risultato della confusione fra il ruolo dell’uomo e quello della donna: vale a dire in seguito ai tentativi di ridurre la donna in uomo.
*Tutte le società oggi guardano alla donna né più né meno che come ad una merce. L’Oriente guarda ad essa come oggetto di godimento suscettibile di vendita e di compera. L’Occidente guarda ad essa come se non fosse femmina. Indurre la donna a svolgere il lavoro maschile è un’ingiusta aggressione contro la femminilità di cui è stata naturalmente dotata per uno scopo naturale necessario alla vita. Infatti il lavoro maschile cancella le belle fattezze della donna con cui la natura costitutiva ha voluto che appaia perché svolga un ruolo diverso da quello del lavoro confacente a chi non è femmina. E’ esattamente come i fiori, creati per attirare i grani del polline e per produrre le semenze: se li eliminassimo finirebbe il ciclo delle piante nella vita. E’ proprio l’abbellimento naturale della farfalla, degli uccelli e delle restanti femmine degli animali che serve a questo scopo vitale naturale. Se la donna svolge il lavoro maschile deve allora trasformarsi in uomo, rinunziando al suo ruolo e alla sua bellezza.
*La donna è tenera. La donna è bella. La donna ha facile il pianto. La donna ha paura e generalmente, in conseguenza della conformazione naturale, la donna è delicata, mentre l’uomo è rude. Ignorare le differenze naturali tra l’uomo e la donna e confondere i loro ruoli è un atteggiamento del tutto incivile, contrario alle leggi naturali, distruttivo per la vita umana e causa reale di infelicità nella vita sociale dell’essere umano.
*Non vi è differenza nei diritti umani fra l’uomo e la donna e fra l’adulto e il bambino, ma non vi è eguaglianza completa fra loro per i doveri cui devono assolvere.
*L’ultimo periodo della schiavitù è stato l’asservimento della razza nera da parte della razza bianca. Tale epoca rimarrà impressa nella memoria del Nero finché egli non abbia avvertito che gli è stata restituita la propria dignità.
*Attualmente la razza nera si trova in una situazione sociale alquanto arretrata. Però tale arretratezza agisce a vantaggio della sua superiorità numerica, dato che il basso livello in cui vivono i Neri li ha tenuti al riparo dalla conoscenza dei mezzi di limitazione e di pianificazione della prole. Anche le loro tradizioni sociali arretrate fanno si che non esista limite a contrarre matrimoni. E ciò li porta a moltiplicarsi senza misura, mentre la popolazione delle altre razze va scemando per la limitazione della prole e del matrimonio, e per l’assiduo impegno al lavoro, a differenza dei Neri che vivono in apatia in un clima perennemente caldo.
*L’istruzione coercitiva, di cui vanno fiere le nazioni al mondo ogni volta che riescono a imporla ai giovani, è uno dei metodi repressivi della libertà. E’ una soppressione forzata delle doti dell’essere umano, ed è altresì un modo forzato di orientarne le scelte. E’ un atto dispotico, fatale alla libertà, perché impedisce alla persona la libera scelta, l’originale inventiva e la possibilità di brillare per il proprio talento. E’ dispotismo che la persona sia costretta ad apprendere un siffatto programma. E’ dispotismo che vengano imposte materie specifiche per indottrinare la gente. L’istruzione di tipo coercitivo, l’istruzione metodizzata e sistematizzata, in realtà è un abbrutimento forzato delle masse.
*Le società che danno un’immagine distorta della religione altrui, della civiltà altrui e dei modi di vita altrui nel presentarli come conoscenza nel loro ambito, sono altresì reazionarie, oscurantiste e nemiche della libertà. Le società che impediscono la conoscenza materiale sono reazionarie, oscurantiste e nemiche della libertà, e lo sono anche quelle che la monopolizzano. La conoscenza è un diritto naturale di ogni essere umano, di cui nessuno ha facoltà di privarlo per nessun preteso, a meno che la persona non commetta qualcosa che le tolga tale diritto. L’ignoranza avrà fine quando ogni cosa sarà presentata nella sua vera realtà e quando la conoscenza sarà resa disponibile ad ogni persona nel modo che le è confacente.
*L’umanità continuerà ad essere arretrata finché rimarrà incapace di esprimersi in un’unica lingua. Finché l’uomo non realizzerà tale aspirazione - che sembra persino impossibile - l’espressione della gioia e del dolore, del bene e del male, del bello e del brutto, del riposo e dell’affanno, dell’annientamento e dell’eternità, dell’amore e dell’odio, dei colori, dei modi di sentire, dei gusti e del temperamento - l’espressione di tutte queste cose rimarrà nella stessa lingua che ogni popolo parla spontaneamente. Anzi, il comportamento stesso rimarrà conforme alla reazione derivante dal modo di sentire che la lingua crea nell'intelligenza di chi la parla. L’apprendimento di un’unica lingua, qualunque essa sia, non è però la soluzione possibile al giorno d’oggi. Questo problema continuerà a restare necessariamente irrisolto finché il processo di unificazione del linguaggio non passerà attraverso molte epoche e generazioni.
*In realtà il genere umano continuerà ad essere arretrato finché l’uomo non parlerà col suo fratello umano una stessa lingua, che sia trasmessa per eredità, e non appresa. Però il raggiungimento di tale meta da parte dell’umanità resta un problema di tempo, almeno finché la civiltà non abbia subito un totale rivolgimento.
*Lo sport è come il pregare, il mangiare, il riscaldare ed il ventilare. Sarebbe sciocco che le masse entrassero in un ristorante per stare a guardare una persona o un gruppo che mangia! Oppure che la gente lasciasse che una persona o un gruppo godessero fisicamente del riscaldamento e dell’aria in sua vece! Allo stesso modo è irrazionale che si permetta ad un individuo o ad una squadra di monopolizzare lo sport escludendo la società, mentre essa sopporta gli oneri di tale monopolizzazione a vantaggio di detto individuo o detta squadra.
*Come il potere deve essere delle masse, anche lo sport deve essere delle masse. Come la ricchezza deve essere di tutte le masse e le armi del popolo, anche lo sport, per la sua qualità di attività sociale, deve essere delle masse.
 
===Explicit===
*I diversi tipi di pugilato e di lotta sono prova che l’umanità non si è ancora liberata da tutti i comportamenti selvaggi. Ma necessariamente finiranno, quando l’essere umano si sarà elevato più in alto sulla scala della civiltà. Il duello con le pistole e prima d’esso l’offerta del sacrificio umano erano un costume abituale in una delle fasi dell’evoluzione dell’umanità. Ma queste pratiche selvagge sono cessate da secoli, e l’uomo ha cominciato a ridere di se stesso e nel contempo a dolersi di aver compiuto tali atti. Così sarà anche per la questione dei diversi tipi di pugilato e di lotta fra decenni o fra secoli. Ma gli individui più civilizzati degli altri e mentalmente più elevati già fin d’ora possono fare qualcosa per tenersi lontano dal praticare e incoraggiare tale comportamento selvaggio.
 
==Citazioni su Mu'ammar Gheddafi ==
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*{{NDR|Valutandone il comportamento futuro, in occasione della [[Prima guerra civile in Libia|rivolta libica]], di fronte alla pressioni internazionali}} Dal momento in cui qualcuno ha avanzato la proposta di sottoporre Gheddafi al tribunale internazionale, credo in Gheddafi si sia radicata l'idea di restare al potere (11 marzo 2011)
*{{NDR|Sull'onda delle notizie sulla sua morte}} ''Sic transit gloria mundi'' (20 ottobre 2011)
 
==Bibliografia==
*Mu'ammar Gheddafi, ''Il libro verde'', 1966. [http://www.francocenerelli.com/antologia/libroverde/indice.htm Edizione digitale] disponibile su ''Francocenerelli.com''.
 
==Note==