Amadeo Bordiga: differenze tra le versioni

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*Dopo certi risultati della tattica sindacalista ogni rivoluzionario cosciente deve riconoscere la necessità della esistenza di un partito.<ref>Da ''L'Avanguardia'', 20 luglio 1913.</ref>
*Il movimento rivoluzionario scevro da servile ammirazione del mondo libero americano, da soggezione alla corruzione moscovita, da vulnerabilità alla lue tremenda dell'opportunismo, risorgerà solo in quanto ritroverà la radicale piattaforma originaria marxista, e sulla decisa formula che il socialismo, per suo contenuto, supera, nega e disonora come concetti adatti alla difesa e conservazione del capitalismo la libertà, la democrazia, il parlamentarismo elettivo, la suprema menzogna e risorsa controrivoluzionaria di rivendicare uno Stato inerte e neutrale davanti agli interessi delle classi ed alle proposte dei partiti, e quindi alla balorda libertà delle opinioni – essendo un tale Stato e una tale libertà mostruose invenzioni che la storia non ha mai conosciute e mai conoscerà.<ref>Da ''I fondamenti del Comunismo Rivoluzionario'', Edizioni "Il programma comunista".</ref>
*La dialettica di [[Karl Marx|Marx]] è la più potente forza di distruzione. I filosofi si affannavano a costruire teoremi. I rivoluzionari dialettici distruggono con la forza le forme consolidate, che vogliono sbarrare la strada all'avvenire. La dialettica è l'arma per spezzare le barriere, rotte le quali è rotto l'incanto della eterna immutabilità delle forme del pensiero, che si svelano come incessantemente mutevoli, si plasmano sul mutamento rivoluzionario delle forme sociali.<ref>Da ''Sul metodo dialettico''; in ''Prometeo'', n. 1, 1950.</ref>
*La liberazione delle coscienze dagli ammassi delle vecchie superstizioni non è affare di educazionismo propagandistico ma soprattutto di forza. La violenza non solo è un agente economico, ma un professore di filosofia.<ref>Da ''Marxismo e «persona umana»'', ''Sul filo del tempo'', XXII; in ''Battaglia Comunista'', n. 34, 1949.</ref>
*La scuola del ''[[benessere]]'' [welfare], con la sua pretesa che l'assorbimento individuale di consumo possa salire oltre ogni limite, gonfiando le poche ore, che il lavoro obbligato e il riposo lasciano a ciascuno, di passi e riti e morbose follie parimenti obbligate, esprime in realtà il malessere di una società in rovina, e volendo scrivere le leggi della sua sopravvivenza non fa che confermare il decorso, forse ineguale, ma inesorabile, della sua orribile agonia.<ref>Da ''Vulcano della produzione o palude del mercato?''; in ''Il Programma Comunista'', 1954, nn. 13 ÷ 19.</ref>