Massimiliano Parente: differenze tra le versioni

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*Mentre la teoria dell’evoluzione prese piede velocemente, quella genetica faticò a imporsi, e anche a essere compresa. Addirittura i primi genetisti la usarono paradossalmente contro l’evoluzione, sentendosene, chissà perché, più rassicurati, e non comprendendo quanto le due teorie fossero complementari. Nonostante i numerosi tentativi di smontarla, è proprio la genetica a aver fornito le prove inconfutabili dell’evoluzione. Dentro i nostri geni, infatti, in quell’alfabeto scritto con quattro elementi, Adenina, Timina, Citosina e Guanina, è impresso il più immane libro della Storia, una storia vecchia quattro miliardi di anni. Cosa singolare: l’Adenina è sempre appaiata alla Timina, la Citosina sempre alla Guanina, per cui il codice della vita è sostanzialmente binario, come il linguaggio in cui sono scritti i programmi del computer.<ref>Da un'articolo uscito su ''massimilianoparente.it'' il 23 luglio 2016</ref>
*"[[Mistero]]" è il nome di comodo che l'ingenuo dà alla propria ignoranza.<ref name=morenopisto/>
Non che il concetto di tecnico prima avesse un senso dispregiativo, ma mai nella Storia era assurto a tale significato salvifico, quasi metafisico. Tutto sarà diverso e dovrete adeguarvi, anche nelle esigenze, perché vasta un niente e lo spread va su e la borsa va giù e si bruciano miliardi, non scherzate.<ref>Da un articolo uscito su "ilGiornale.it'' il 28 novembre 2011.</ref>
*Questa retorica della dipendenza non la sopporto: qualsiasi cosa bella dà dipendenza. Se non dà dipendenza, non vale la pena di farla. Inoltre la vita è fondata sulla dipendenza, siamo praticamente dipendenti da tutto: dall'ossigeno e dall'azoto che respiriamo, dal cibo che mangiamo, dall'orinare e dal defecare, e quando va male, cioè alla maggior parte, si è dipendenti dal lavoro, i quali lavoratori se non sono autonomi vengono chiamati proprio così, dipendenti.<ref name=alc/>
*{{NDR|Sulle sue ispirazioni letterarie}} Tra tutti, sicuramente, [[Marcel Proust]], anche per la portata epistemologica della sua opera, che per me è fondamentale. Uno scrittore la cui opera non sia anche importante dal punto di vista della percezione della realtà, e dunque non studi anche la scienza, è solo un narratore, quindi poca cosa. E poi [[Giacomo Leopardi]], come pensatore, e [[Samuel Beckett]], quello della trilogia e anche il più estremo. Sempre stato poco attratto invece da [[James Joyce|Joyce]]. Tra i contemporanei ha avuto importanza quando avevo vent'anni [[Aldo Busi]], con il quale avevo un rapporto epistolare, che talvolta continua tutt'oggi pur con molte, spesso troppe differenze di visione, e al quale imputo lo stesso difetto di provincialismo che vedo in altri, seppure il suo contributo sulla letteratura italiana sia tra i più rilevanti, ma non si può fare letteratura di sola lingua. Oltre a Busi anche [[Alberto Arbasino]], anche qui con le opportune riserve, non tanto dovute alla sua opera ma a ciò che di essa è inconciliabile con la mia. Avere dei riferimenti non significa sentirsene a proprio agio. Ci sono poi molti americani, da Richard Ford a [[David Foster Wallace]], un austriaco, [[Thomas Bernhard]], e anche autori francesi poco noti in Italia come Hervé Guibert. E moltissimi scienziati che reputo importanti anche come scrittori, benché in senso lato, come Stephen Pinker. Tuttavia non ho mai aderito completamente a nessuno scrittore, se così fosse stato non avrei mai scritto. A parte Proust, per le estreme conseguenze a cui porta la Recherche ne Il tempo ritrovato. Ogni aspirante scrittore dovrebbe leggere la Recherche almeno cinque volte, e comprenderla, altrimenti è un analfabeta.<ref>Da ''[http://www.zestletteraturasostenibile.com/intervista-massimiliano-parente-collaborazione-crapula-club/ Intervista a Massimiliano Parente | in collaborazione con CrapulaClub]'' di Antonio Santopietro, ''Zestletteraturasostenibile.com''.</ref>