Michael Dobbs: differenze tra le versioni

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*Una volta, su nella brugheria, il mio vecchio maestro di caccia mi diede una lezione che non ho più dimenticato. Ero un bambino – cosa avrò avuto, [[decenne|dieci anni]]? Ma se ci pensate bene, è proprio a quell'età che certi insegnamenti ti si imprimono nella coscienza, per restarci. Mi disse questo. Se devi fargli del male, assicurati di farlo in modo eccessivo e insopportabile, affinché capisca che puoi causargli un dolore molto più forte di quello che potrebbe causarti lui. Il mio maestro parlava dei cani selvatici, ovviamente. Ma è stato un ottimo insegnamento anche in politica. (cap. 6, p. 32)
*Non è stato quel tizio, [[Carl von Clausewitz|Clausewitz]], a dire che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi?<ref>{{cfr}} [[Carl von Clausewitz]], ''Della guerra'', libro I, I, 24, titolo del paragrafo: «La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi.»</ref> Si sbagliava, ovviamente, povero allocco. Politica? Guerra? Come mi ricorda sempre la mia adorata moglie Mortima, non c'è alcuna distinzione. (cap. 7, p. 39)
*La [[verità]] è come un buon vino. Spesso la trovi infilata nell'angolo più buio di uno scantinato. Ti ci devi imbattere per caso. E se devi anche darle una spolveratina, prima di riportarla alla luce e cominciare a usarla. (cap. 8, p. 45)
*Certi uomini non riescono proprio a convivere con i loro [[principio|principi]]. A Westminster, può essere d'aiuto andarci a pranzo ogni tanto; non troppo spesso, però – se non vuoi essere scambiato per un [[puritani|puritano]]. (cap. 9, p. 53)
*Un tempo conoscevo un tizio con la memoria così in pappa che per tre anni si era tenuto un quadro in casa dimenticandosi che fosse un Howard Hodgkin: in compenso si ricordava di aver fatto parte del consiglio di amministrazione della Tate – il che non era mai avvenuto. Diventò ministro dei Beni Culturali, ovviamente. Chissà che fine avrà fatto. (cap. 10, p. 60)