Gianni Corbi: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Enrico De Nicola
→‎Citazioni: nota 8 settember 1943
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===Citazioni===
*{{NDR|Dopo il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, la regina e i figli partono verso l'esilio in Portogallo}} Esce così di scena la sfortunata «regina di maggio». Colta, raffinata, delusa da un marito<ref>[[Umberto II di Savoia|Umberto II]].</ref> piacente che ai suoi occhi appare di anno in anno più fatuo, conformista, inconsistente, [[Maria José del Belgio|Maria José]] aveva vissuto con un po' di malinconia il suo ruolo all'ombra del fascismo e di un re<ref>[[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]].</ref> duro e impopolare. Ed era stata lei – nei mesi che precedono il 25 luglio 1943<ref>Voto del Gran Consiglio, arresto di [[Benito Mussolini|Mussolini]] e caduta del fascismo.</ref> – non ancora regina, a intessere una fitta quanto inutile trama antifascista incontrando generali, vecchi notabili e intellettuali. (Arriva la repubblica, p. 37)
*È un uomo non facile il nuovo capo provvisorio dello stato. Con la sua aria distaccata e sdegnosa [[Enrico De Nicola|De Nicola]] è stato protagonista delle più importanti vicende politiche, un ponte tra il crepuscolo dell'età [[Giovanni Giolitti|giolittiana]] e la nuova Italia dei Comitati di liberazione nazionale. È stato lui – nei mesi bui seguiti all'8 settembre del 1943<ref>Annuncio dell'armistizio tra Regno d'Italia e Alleati della seconda guerra mondiale.</ref> – a suggerire la soluzione della luogotenenza, il faticoso compromesso tra monarchia e partiti antifascisti. (Un presidente difficile, p. 53)
*Il [[Partito d'Azione]] – grande speranza della politica italiana, e forza principale, insieme ai comunisti, nella lotta al fascismo – è già, all'apertura del lavori della Costituente, un astro spento, una stella che continua ad emettere impulsi e vibrazioni ma la cui importanza politica si è improvvisamente esaurita. Il 2 giugno del 1946 questo importante e composito movimento dove è confluito quanto di meglio possa offrire la cultura democratico-progressista è votato da 334.748 italiani, equivalente ad un misero 1,46 per cento. (Il Partito d'Azione, p. 71)