Jean-Jacques Rousseau: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Jean-Jacques Rousseau (painted portrait).jpg|thumb|Jean-Jacques Rousseau]]
'''Jean-Jacques Rousseau''' (1712 – 1778), filosofo, scrittore e musicista svizzero.
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*Gli amori di viaggio non son fatti per durare. (1973, p. 194)
*Quando mi trovavo a Motiers andavo a degli incontri mondani dai miei vicini portandomi in tasca sempre un [[w:kendama|bilboquet]] per giocarci per tutto il tempo per non parlare quando non avevo niente da dire. Se ognuno facesse altrettanto, gli uomini diventerebbero meno malvagi, i loro commerci diventerebbero più sicuri, e io penso, più agevoli. Infine, che qualcuno rida se vuole, ma io sostengo che la sola morale disponibile nei tempi odierni sia la morale del bilboquet. (libro V{{c|edizione?}})
*Diedero libera scelta ai passeggeri di trascorrerla {{NDR|la quarantena}} a bordo o nel [[Lazzaretto di Genova|lazzaretto]], nel quale ci prevenirono che non avremmo trovato altro che i quattro muri, poiché non s'era ancora avuto il tempo d'ammobiliarlo. Scelsero tutti la feluca. Il calore insopportabile, lo scarso spazio, l'impossibilità di camminare, gl'insetti mi fecero preferire il lazzaretto, a rischio di tutto, e venni condotto in un grande palazzo a due piani assolutamente nudo, dove non trovai né imposte né letto, né tavola né sedia, nemmeno uno sgabello per sedermi né un fascio di paglia per sdraiarmi. Mi portarono il mantello, il sacco da notte, le mie due {{sic|valige}}; mi rinchiusero con due grandi porte dalle serrature massicce, e rimasi là, padrone di passeggiare a mio agio di stanza in stanza e di piano in piano, trovando ovunque la stessa solitudine e la medesima nudità. [...] In breve, m'arrangiai così bene che, eccettuate le tende alle finestre, in quel lazzaretto assolutamente spoglio, stavo quasi tanto comodamente quanto in Via Verdelet. I pasti mi venivan serviti con molta pompa; due granatieri, baionetta in canna, li scortavano: la scala era la mia sala da pranzo; il pianerottolo, la tavola; lo scalino inferiore, la seggiola, e quando il pranzo era servito, ritirandosi suonavano una campanella per avvertirmi di mettermi a tavola. Fra i pasti, quando non leggevo né scrivevo, o non attendevo all'arredamento, andavo a passeggiare nel cimitero dei protestanti, che mi faceva da cortile, ove salivo in un lucernario che dava sul porto e donde potevo veder entrare e uscire le navi. (libro VII; 1996, vol. II, pp. 329-330)
*{{NDR|Lettera a [[Voltaire]]}} Io non vi voglio affatto bene Signore; voi mi avete fatto i mali di cui potevo patire di più, a me, vostro discepolo e vostro fanatico partigiano. Avete rovinato Ginevra come prezzo dell'asilo che vi avete ricevuto; avete allontanato da me i miei concittadini come ricompensa degli applausi che vi ho prodigato fra di essi; siete voi a rendermi insopportabile il soggiorno nel mio paese; siete voi che mi farete morire in terra straniera, privo di tutte le consolazioni dei morenti, e gettato per unico onore in un deposito di rifiuti, mentre tutti gli onori che un uomo può aspettarsi vi accompagneranno nel mio paese. Vi odio, insomma, perché l'avete voluto; ma vi odio da uomo anche più degno di amarvi se voi l'aveste voluto. Di tutti i sentimenti di cui il mio cuore era compenetrato, vi resta solo l'ammirazione che non si può rifiutare per il vostro bel genio e l'amore per i vostri scritti. Se posso onorare in voi solo i vostri talenti, non è colpa mia. Non verrò mai meno al rispetto che è loro dovuto, né al modo di procedere che questo rispetto esige. (17 giugno 1760, libro X; 1990, p. 626)
*Il [[denaro]] che si possiede è strumento di [[libertà]]; quello che si insegue è strumento di [[schiavitù]]. {{c|capitolo? edizione?}}
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==Bibliografia==
*Jean Jacques Rousseau, ''Confessioni'', traduzione di Felice Filippini, Rizzoli, 1996. ISBN 88-17-17123-9
*Jean Jacques Rousseau, ''Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza'', in ''Scritti politici'', vol. 1, a cura di Maria Garin, Laterza, Bari, 1971.
*Jean Jacques Rousseau, ''Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza'', in ''Scritti politici'', vol. 1, a cura di Maria Garin, Laterza, Bari, 1994. ISBN 88-420-4368-0