Domenico Bartoli (giornalista): differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: la regina Elena
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===Citazioni===
*Quel re {{NDR|[[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]]}} cacciatore e amante della vita semplice aveva un carattere spiccato, piaceva al popolo, e, se aveva commesso errori e scorrettezze, restava agli occhi di tutti l'eroe delle guerre nazionali, il vincitore del 1859<ref>Seconda guerra d'indipendenza.</ref>, l'amico di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] e il sovrano di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]]. C'erano stati Aspromonte e Mentana, Custoza e Lissa, e il governo della sciabola con [[Alfonso La Marmora|La Marmora]] e [[Luigi Federico Menabrea|Menabrea]]; ma anche l'unificazione del Paese e il governo dei grandi liberali della destra, ultimi [[Giovanni Lanza|Lanza]] e [[Quintino Sella|Sella]], e fra poco [[Marco Minghetti]]. Pochi erano ormai i repubblicani, quantunque combattivi. L'insegnamento di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] si era esaurito col raggiungimento dell'unità. La monarchia era salda e l'esercito le stava intorno come un presidio. (cap. 1, p. 14)
 
*{{NDR|La [[Elena del Montenegro|regina Elena]]}} Era una donna robusta che dimostrava le sue origini montanare, sana, attaccatissima ai figli. «Una chioccia» l'ha definita un personaggio di corte parlando con me: nessuno avrebbe osato chiamare così la regina [[Margherita di Savoia|Margherita]] o [[Maria José del Belgio|Maria JoseJosé]]. Parlava italiano con accento straniero che ricordava la sua origine slava. C'era, fra lei e il [[Vittorio Emanuele III di Savoia|marito]], concordanza di gusti: amavano l'economia, la tavola frugale come quella di una famiglia borghese, la campagna e il mare. (cap. 7, pp. 129-130)
 
==Note==