Federico Fellini: differenze tra le versioni

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*La prima volta che ho fatto visita a Federico Fellini, al suo studio in corso d'Italia 35 a Roma, era un giorno freddo e ventoso di marzo del 1990. Quel mattino avevamo un appuntamento telefonico: doveva confermarmi se avrebbe potuto incontrarmi per un'intervista. La cosa non era certa. Qualche giorno prima, al telefono, mi aveva detto: "Un'intervista? E perché? Le intervista mi imbarazzano e i giornalisti mi annoiano". Io gli avevo timidamente risposto: "Non sono giornalista, sono poetessa...". Quel fatto gli era piaciuto: "Meglio così" – aveva risposto – "mi telefoni alle otto del mattino di giovedì". Tuttavia, alle otto di quel lontano giovedì piovoso in cui dovevo telefonargli per fissare l'appuntamento, mi ero svegliata senza voce! Dopo qualche saggio gargarismo con acqua tiepida e sale, mi ero fatta coraggio e gli avevo telefonato. "Signor Fellini" – gli dissi con voce rauca e quasi inaudibile – "mi sono svegliata senza voce; come faremo l'intervista se lei accetta di vedermi oggi?". Al che egli rispose: "Mia cara, venga, venga subito al mio studio; è meraviglioso, resteremo zitti tutti e due...". ([[Toni Maraini]])
*''Le notti di Cabiria'' e ''La strada'' di Fellini sono film in piena sintonia con lo spirito del cattolicesimo. Credo che oggi guardando un film considerato una volta scandaloso come ''La dolce vita'', si colga in esso il grande grido di sete metafisica, pure nel tragico suicidio dell'intellettuale disperato amico del protagonista. ([[Krzysztof Zanussi]])
*Lo amo come se fosse ancora vivo. ([[Sandra Milo]])
*Molto simpatico, intelligentissimo, spiritoso. Grandissimo talento creativo e notevolissimo scrittore. [...] Fui entusiasta de ''[[I vitelloni]]'' [...] Mi piace moltissimo anche ''[[Amarcord]]'' e la prima parte di ''[[E la nave va]]''. Non sono una patita de ''[[La dolce vita]]'', e giudico ''[[8½|Otto e mezzo]]'' il più bel film di Fellini. Un film molto importante. Quanto a ''[[Satyricon]]'', ''[[Roma (film)|Roma]]'', ''[[La città delle donne]]'', ''[[La voce della luna]]'', mi mettono lo sgomento che provo nei musei quando imbocco una di quelle sale piene dei quadroni di Rubens. ([[Suso Cecchi D'Amico]])
*Non dico il pubblico, ma neanche i registi, salvo eccezioni come Mario Monicelli o Blasetti, danno credito al lavoro degli sceneggiatori. Fellini mise a dura prova il fegato di [[Ennio Flaiano|Flaiano]], dichiarando sempre a destra e a sinistra di non avere sceneggiatura, e di andare sul set con in tasca un fogliettino grande quanto il biglietto dell'autobus, sul quale nottetempo aveva segnato qualche appunto. Sfacciato. Le sceneggiature le aveva eccome, almeno fino agli ultimi tempi. ([[Suso Cecchi D'Amico]])