Luca Doninelli: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Luca Doninelli==
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*"[[Sacro]]" non è un luogo speciale: è un luogo in apparenza uguale a tutti gli altri, il cui scopo è quello di trattenere, nel modo in cui ciò è possibile a un uomo, quello che Dio ci ha comunicato: la Sua memoria, ossia la memoria della Sua venuta nel mondo, della Sua presenza, i libri che contengono la Sua parola. (citato<ref>Citato in ''Corriere della seraSera'', 31 luglio 1999).</ref>
*È sempre necessario misurare le proprie [[Parola|parole]] con il contesto (fatto di spazio e di tempo) nel quale queste parole vengono dette. (citato<ref>Citato in ''Corriere della seraSera'', 28 gennaio 2006).</ref>
*La bellezza di un edificio si misura non sullo spettacolo che offre ai cittadini ma dalla sua funzionalità allo scopo per cui è stato pensato. (citato in ''Corriere della sera'', 17 maggio 2009)
*La bellezza di un edificio si misura non sullo spettacolo che offre ai cittadini ma dalla sua funzionalità allo scopo per cui è stato pensato.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 17 maggio 2009.</ref>
*[[Don Gnocchi]], come [[Ambrogio di Milano|sant'Ambrogio]] e san [[Carlo Borromeo]], entra a far parte in modo definitivo, ufficiale, di quegli uomini che stanno alle fondamenta stesse della nostra città: benché vissuto nel XX secolo, don Gnocchi è, si può dire, un padre fondatore di [[Milano]], un interprete straordinario del suo carattere. (citato<ref>Citato in ''Corriere della seraSera'', 24 ottobre 2009).</ref>
*{{NDR|Su [[Giuseppe Berto]]}} Un talento immenso anche nell'autodistruggersi. (da<ref>Da ''[http://www.ilgiornale.it/news/cultura/berto-talento-immenso-anche-nellautodistruggersi-836698.html Berto, un talento immenso anche nell'autodistruggersi]'', ''il Giornale.it'', 12 settembre 2012).</ref>
 
{{intestazione|Da ''Pontiggia e Citati divisi dai Classici'', ''Corriere della Sera'', 18 ottobre 1998}}
*[[Giuseppe Pontiggia|Pontiggia]] è un bibliofilo attento e caparbio, in cui combattono una splendida ironia inglese e una passione simmetrica un po' melanconica – decisamente argentina. Ed è anche uno scrittore incapace di nascondere, a dispetto delle sue molteplici arti, il proprio retropensiero e i propri sentimenti. Per Pontiggia, parlare dei Classici come nostri contemporanei è un'ipocrisia. Non esiste alcun cammino ineluttabile della Storia. Proprio perciò i Classici, tra i quali esiste un preciso, rigido ordine, si caratterizzano – nel caos del nostro tempo – per la loro essenziale inattualità.
*Se per Pontiggia la contemporaneità non esiste, per [[Pietro Citati|Citati]] tutto ciò che è, è perché contemporaneo a me, a noi. I Classici non ci sarebbero se non fossero nostri contemporanei. Anche la natura di un testo letterario vede i due scrittori molto lontani, almeno in apparenza.
*Uno dei segnali più decisivi della [[crisi]] di una [[civiltà]] è la sua incapacità di stabilire un metodo con cui rapportarsi col mondo, con le cose, con gli altri popoli, uomini, culture – in una parola: con la realtà.
 
==Note==
<references />
 
==Altri progetti==