Romano Bracalini: differenze tra le versioni

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*L'aulica aristocrazia piemontese aveva tradizioni di severità e bigotteria. Diplomatici e viaggiatori erano unanimi nel riconoscere che non esisteva in Italia una città più regolare e noiosa di [[Torino]]: "il cortigiano vi è fastidioso, il cittadino assai triste, il popolo devoto e superstizioso"<ref>La definizione era del marchese De Sade. {{NDR|N.d.A}}</ref>. (II Madame Marguerite, p. 28)
 
*Una sera, come al solito, [[Umberto I di Savoia|Umberto]] dopo la toilette uscì dalla villa con il paltò di mezza stagione sul braccio; una filata di lampadine elettriche illuminava il viale che conduceva alla stanza della favorita {{NDR|la duchessa Litta}}<ref>[[Eugenia Attendolo Bolognini Litta|duchessa Litta]] (1837–1914).</ref>}}. A sua insaputa, Margherita lo aveva seguito. Forse voleva ufficializzare l'adulterio con un gesto clamoroso, ma che restasse in famiglia. In piena luce levò la mano che stringeva una pistola e fece fuoco. Non si sa se Margherita avesse sparato in aria. Si sa che Umberto non smise di percorrere il sentiero che portava all'alcova dell'amante. (III La colomba aquiletta diventa, p. 52)
 
*Margherita {{NDR|nei ricevimenti al Quirinale}} ci teneva a mostrarsi minuziosamente informata su ogni ospite. Ci pensavano le sue dame a fornirle un cenno biografico di ciascuno, e lei imparava a memoria le parole da dire. Era capitato che mancando un invitato, aveva rivolto al secondo la lezione imparata per il primo. La situazione era diventata comica, ma nessuno aveva osato informarla dell'errore. Così i celibi erano stati scambiati per maritati, i matematici per poeti; e così via fino alla tragica conclusione della serata. (VI Il Quirinale di Bilial, p. 80)