Plinio il Giovane: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
- citazioni senza fonte o non significative, fix vari |
|||
Riga 3:
==''Lettere'' (Epistolae)==
*C. Plinio al suo [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]<br>Chiedi che io ti scriva come mio [[Plinio il Vecchio|zio]] uscì di vita, perché tu, o Tacito, possa tramandare ai posteri la sua fin e in modo conforme alla verità.<br>Te ne sono grato, perché vedo che alla sua morte, qualora sia celebrata da te, arride gloria immortale.<br>Certamente egli, come le popolazioni, come le città, fu coinvolto nella catastrofe delle terre più belle del mondo e la memoria dell'evento gli assicurò una vita quasi per sempre; certamente compose moltissime opere che rimarranno: tuttavia gli scritti tuoi, eterni, contribuiranno in modo decisivo alla perennità del nome.<br>Beati coloro cui gli dei concessero di compiere fatti degni di essere scritti o di scrivere fatti degni di essere letti, ma beatissimi io credo coloro cui furono concessi l'uno e l'altro dono. Fra questi sarà annoverato mio zio per i libri suoi e tuoi. Perciò volentieri mi assumo il compito che mi affidi, anzi insisto per ottenerlo. (citato in ''Il Vesuvio'', Pierro Gruppo Editori Campani, Napoli, 2000)
*{{NDR|[[Plinio il Vecchio]]}} Era a [[Miseno (Bacoli)|Miseno]] e teneva direttamente il comando della flotta. Il 24 agosto, intorno all'una del pomeriggio, mia madre gli indica una nube che appariva, insolita per grandezza e per aspetto. Egli aveva preso il sole, fatto un bagno freddo, mangiato qualcosa stando disteso ed ora studiava; chiede i sandali e sale in un luogo da cui si poteva osservare al meglio quel prodigio.<br />Per chi osservava da lontano non era chiaro da quale monte (si seppe dopo che era il [[Vesuvio]]) si levava la nube, la cui forma da nessun altro albero più che dal pino può essere rappresentata. Infatti, lanciata in alto come su un tronco altissimo, si diffondeva in rami, credo perché spinta dal primo forte soffio d'aria e poi lasciata quando quello scemava, o anche vinta dal suo stesso peso si dissolveva in larghezza: talora bianchissima, talora sporca e macchiata, a seconda che aveva sollevato con sé terra o cenere.<ref>Da ''Lettera a [[Tacito]]'', ''Lettere'', ''[http://www.stabiana.it/testpliniogiovanelett.htm libro VI, lettera XVI]''.</ref>
Line 17 ⟶ 15:
*Sento che [[Marco Valerio Marziale|Valerio Marziale]] è morto, e me ne duole. Era un uomo ingegnoso, acuto e pungente, che aveva nello scrivere moltissimo di sale e di fiele e non meno di sincerità. (Lettera a [[Cornelio Prisco]], III, 21, anno 104)
*Talora non è meno eloquente il tacere del parlare.
*
▲* Una fonte {{NDR|della Villa Commedia}} nasce nella montagna {{NDR|di [[Lierna]]}} il quale scorre giù pei sassi, è ricevuto da un angusto terrazzo, che vi fu fabbricato; ivi alcun poco si arresta, poi cade nel lago<ref>Plinio il Giovane, Lib. IV, lett. 30</ref><ref>Maurizio Monti, "Storia antica di Como", p. 1045, 1829 [https://books.google.it/books?id=4mo5AAAAcAAJ&pg=PA145&dq=Giulini+Lierna+nel+1045&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjozb7W9IHYAhXCXRQKHVNAAJMQ6AEIJzAA#v=onepage&q=Giulini%20Lierna%20nel%201045&f=false]</ref>
*Vorrei davvero sapere che cosa ne pensi tu dei fantasmi (''phantasmata''): se esistono realmente, con forma ed essenza propria, o se non sono che vane apparenze generate dal nostro terrore. (''Lettera a P. Licinio Sura sui fantasmi'', lib. VII, XXVII)<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref>
|