Bashar al-Assad: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sul possibile intervento militare congiunto in Siria di Francia, Regno Unito e Stati Uniti d'America nella [[Guerra civile siriana]]}} È uno scontro storico e ne usciremo vincitori. Un attacco alla Siria rafforzerà i nostri animi. La Siria si difenderà da ogni aggressione straniera.<ref name=navi>Citato in ''[http://www.lastampa.it/2013/08/29/esteri/siria-parigi-trovare-soluzione-politica-navi-da-guerra-in-arrivo-nel-mediterraneo-DX7qQXwdQeq0q60m6rfqLK/pagina.html Siria, Gb: blitz legale anche senza Onu. Assad: "Un'aggressione ci rafforzerà"]'', ''La Stampa.it'', 29 agosto 2013.</ref>
*{{NDR|Sul possibile intervento militare congiunto in Siria di Francia, Regno Unito e Stati Uniti d'America nella Guerra civile siriana}} Fin dall'inizio della crisi, siamo sempre stati sicuri che sarebbe arrivato il momento in cui il vero nemico avrebbe mostrato il suo volto intervenendo nel nostro Paese.<ref name=navi/>
*Il problema siriano ha molti sfumature ed è reso ancor più complicato dalle ingerenze esterne.<ref name=avvenire>Citato in ''[https://www.avvenire.it/mondo/pagine/assad-presto-un-referendum-errori-li-ha-commessi-la-ue Intervista. Il presidente Assad: presto referendum in Siria. Gli errori della Ue"]'', ''L'avvenire.it'', 14 marzo 2017.</ref>
*Finché ci saranno terroristi in Siria ogni abitante del Paese sarà in pericolo, questo è certo. La domanda importante è: chi aiuta e sostiene i terroristi? Ed è una domanda che vorrei fare ai politici europei, che fin dall’inizio della crisi in Siria hanno preso una strada che ha portato alla distruzione del nostro Paese, alla diffusione del terrorismo in tutta la regione, al succedersi di attentati in Europa e alla crisi dei rifugiati. L’Europa, o per meglio dire l’Occidente perché la guida è sempre stata degli americani, ha avuto finora l’unico ruolo di cooperare con gli obiettivi dei terroristi. Non ha sostenuto alcun processo politico. Ne parla, ma senza intraprendere alcuna concreta azione. Per quanto riguarda Israele, è semplice: aiuta in modo molto diretto i terroristi, sia offrendo sostegno sia lanciando attacchi contro il nostro esercito lungo la linea di confine. L’Iran, al contrario, ci aiuta a combattere il jihadismo e ci sostiene dal punto di vista politico in Medio Oriente come presso la comunità internazionale.<ref name=avvenire/>
*Guardiamo ai fatti: da quando abbiamo chiesto ai russi di aiutarci e loro si sono schierati accanto all’esercito siriano, il Daesh ha cominciato a perdere terreno. Prima, finché sul terreno agiva solo quella che viene chiamata Alleanza occidentale contro il terrorismo, il Daesh si allargava.<ref name=avvenire/>
*In primo luogo, è il popolo siriano che deve scegliere il proprio Presidente e decidere chi è il colpevole di questa guerra e delle sue conseguenze. Certo non le Nazioni Unite, che non hanno alcun vero ruolo. E sappiamo anche qual è la causa: dal crollo dell’Urss, alcuni Paesi del Consiglio di Sicurezza, cioè Usa, Francia e Gran Bretagna, hanno usato l’Onu per affermare i propri interessi e rovesciare i Governi che non si allineavano ad essi. Dovrei andarmene? Per me conta solo il parere dei siriani. L’Onu e qualunque altro politico fuori dalla Siria possono dire ciò che vogliono, non me ne curo. Comunque, quando si parla dei morti e dei rifugiati, sarebbe bene ricordare che la responsabilità di una parte di quelle tragedie ricade sull’Europa. Non direttamente ma per il sostegno offerto ai terroristi fin dal principio, definiti 'moderati' anche quando si capiva che quella moderazione era solo un’illusione.<ref name=avvenire/>
*Ogni politica, nel modo in cui viene realizzata, ha dei margini di errore. Ma gli errori non si rimpiangono, si correggono. Ed è quanto cerchiamo di fare ogni giorno.<ref name=avvenire/>
*La guerra è una lezione durissima per qualunque società. E noi non possiamo limitarci a prendercela con l’Occidente o con le petromonarchie del Golfo Persico che finanziano i terroristi. Dobbiamo chiederci: che cosa non funziona nel mio Paese? La mia agenda ha un caposaldo: favorire la discussione tra i siriani sul sistema che il Paese dovrà adottare.<ref name=avvenire/>
*La priorità, ora, è sbarazzarsi dei terroristi per arrivare alla riconciliazione nazionale. Fatto questo, discuteremo liberamente di qualunque argomento o riforma.<ref name=avvenire/>
*La generazione dei miei genitori era più aperta della mia. Ed è un problema che tocca non solo le persone religiose, il rifiuto dell’altro influenza la società intera, in ogni ambito. Questo fenomeno ha avuto una grossa parte anche nella crisi della Siria. Se non impariamo a farci i conti e a combatterlo, la guerra civile diventerà un tratto permanente delle società mediorientali. Ma, ripeto, tutto questo non c’entra con la nostra cultura. Infatti lo stesso problema si è avuto in Europa, in ogni Paese dove si è permesso che il wahhabismo prendesse piede. In Francia, per esempio. Non è un caso se molti dei più feroci leader del Daesh, di al-Qaeda e di al-Nusra sono arrivati dall’Europa.<ref name=avvenire/>
 
==Citazioni su Bashar al-Assad==
*Il presidente siriano [[Bashar al Assad]] è come [[Adolf Hitler|Hitler]] e [[Saddam Hussein]]. ([[John Kerry]])
*In [[Siria]] la brutale repressione del regime di Assad ha portato il Paese sull'orlo del baratro. La drammatica situazione umanitaria, l'afflusso di profughi nei Paesi vicini, gli scontri lungo la frontiera con la [[Turchia]], i rischi di derive estremistiche richiedono una risposta determinata e coesa della comunità internazionale. L'[[Italia]] chiede fermamente che il regime siriano cessi le violenze e avvii la transizione politica. ([[Giulio Terzi di Sant'Agata]])
*La [[Siria]] rappresenta oggi la pagina più dolorosa. Le atrocità di Assad hanno portato il paese alla guerra civile con conseguenze umanitarie devastanti. La comunità internazionale è stata finora incapace di arrestarla. Lo scenario è aggravato dai rischi di instabilità regionale e di contagio dei paesi vicini – penso in particolare al [[Libano]], dove anche l'Italia è attivamente partecipe in una missione internazionale di stabilizzazione e di pace. ([[Giorgio Napolitano]])