Vittorio Emanuele III di Savoia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni su Vittorio Emanuele III: raggruppo le tre citazioni di Katz
Riga 24:
*L'impedimento che urge rimuovere è la persona del re, Vittorio Emanuele III, che ha aperto le porte al fascismo, lo ha favorito, sostenuto, servito per oltre vent'anni, lo ha seguito in tutte le sue azioni e persecuzioni più contrarie alla moralità... Pretendere che l'Italia conservi il presente re, è come pretendere che un redivivo resti abbracciato con un cadavere. ([[Benedetto Croce]])
*La [[massoneria]] contava nelle proprie file Vittorio Emanuele, come uno dei suoi "venerabili" più eminenti. ([[Paolo Pavolini]])
*Nel 1939 il re imperatore Vittorio Emanuele III compì settant'anni. Da duecento anni ormai nessun principe regnante sabaudo era vissuto tanto a lungo da raggiungere quell'età; ed era un risultato genetico notevole per un primogenito del ramo Carignano della dinastia; ramo in cui i primogeniti morivano solitamente giovani. La sua sfida alle leggi della longevità e la povertà del sangue che scorreva nelle sue vene, dovuta ad un amore tra consanguinei, si rifletteva nel suo aspetto, negli occhi e nella pelle incartapecorita del volto. Rughe profonde percorrevano la sua fronte, i capelli erano caduti e i pochi rimasti dietro le orecchie, così come i baffetti ben arricciolati sulle labbra in perfetto stile fascista, erano diventati candidi. La sua mascella tremava più di prima, due borse violacee pendevano sotto gli occhi e la bocca era serrata in una smorfia grinzosa di fastidio, come se tutto quello che gli si era accumulato dentro fosse aggrovigliato in un nodo di incessante pena. ([[Robert Katz]])
*Non sarebbe stato l'ultimo sovrano di Casa Savoia perché questo merito spettò al figlio [[Umberto II di Savoia|Umberto]], un giovane scapestrato il cui regno durò soltanto un mese, ma avrebbe bollato col marchio dell'infamia la propria dinastia, ne avrebbe causato l'ignominiosa fine e, dopo l'abdicazione, bandito dal suo beneamato paese, sarebbe morto a migliaia di chilometri dalla patria.<br>[...] fu il simbolo più autentico di Casa Savoia. Impersonò con eccezionale perfezione novecento anni di piccineria, di furbizia, di apatia, di debolezza, di incredibile egoismo e di tutte le altre astute qualità che la natura dona agli esseri di piccole proporzioni. ([[Robert Katz]])
*Quanto al fantoccio, non c'è proprio da sperare nulla ([[Anna Kuliscioff]])<ref name=maria/>
*Si diceva che, quando sedeva sul trono, non riusciva a toccare il pavimento coi piedi, ma questo non era vero: purché restasse sull'orlo del sedile. Era troppo basso per il servizio militare e, affinché potesse occupare il giusto posto di comandante in capo, l'esercito fu costretto ad abbassare il livello di statura prestabilito ad un metro e cinquantuno; questo non fece tuttavia aumentare di molto il numero dei soldati perché bisogna onestamente dire che, salvo alcune eccezioni, il re era l'adulto più basso di tutta l'Italia.<br>Insistere sulla sua statura è importante perché nella misura in cui gli uomini fanno la storia, questa sua piccolezza, che lo obbligava a guardare il mondo come lo guarda un verme, doveva influenzare tutta la storia italiana della prima metà del secolo non meno della guerra, del comunismo e di Mussolini. È una considerazione offensiva, ma, come vedremo, risponde a verità. ([[Robert Katz]])
*Vittorio Emanuele III, corto di statura, congiuntivitico cronico dall'apparenza timidissima, impacciata e paralizzata di chi porta sulle spalle un fardello troppo pesante per la volontà e l'intelligenza di un mediocre, costretto sempre a subire il corso di avvenimenti troppo grandi per lui, era posseduto, in realtà, da una vocazione tanto ossessiva quanto magistralmente dissimulata di salvaguardare ogni briciola dei suoi poteri, dei suoi possessi e dei suoi giudizi. Il topo si mutava in tigre se lo sfiorava un'ombra di timore per l'integrità delle sue prerogative soverchianti e del suo patrimonio miliardario: custoditi le une e l'altro con una passione nevrotica, ma perfettamente armonica con il cumulo di convinzioni feudali e reazionarie di una piccola dinastia montanara. ([[Paolo Pavolini]])
*Vittorio Emanuele ha dato la firma non soltanto agli atti di legislazione normale, bensì anche alle iniziative più accentuatamente rivoluzionarie, come, per esempio, all'istituzione della M.V.S.N. ([[Benito Mussolini]])<ref name=maria/>
*Vostra Maestà può con un atto di energia metter fine a quanto accade e dividere ancora la sua responsabilità da un regime di oppressione e di morte. Non devo DirLe il modo. Posso dirLe soltanto che non vi è tempo da perdere.<ref>Francesco Barbagallo, ''Francesco Saverio Nitti'', UTET, Torino, 1984, p. 489.</ref> ([[Francesco Saverio Nitti]]) {{NDR|Lettera al re sul [[fascismo]]}}
 
===[[Robert Katz]]===
*Nel 1939 il re imperatore Vittorio Emanuele III compì settant'anni. Da duecento anni ormai nessun principe regnante sabaudo era vissuto tanto a lungo da raggiungere quell'età; ed era un risultato genetico notevole per un primogenito del ramo Carignano della dinastia; ramo in cui i primogeniti morivano solitamente giovani. La sua sfida alle leggi della longevità e la povertà del sangue che scorreva nelle sue vene, dovuta ad un amore tra consanguinei, si rifletteva nel suo aspetto, negli occhi e nella pelle incartapecorita del volto. Rughe profonde percorrevano la sua fronte, i capelli erano caduti e i pochi rimasti dietro le orecchie, così come i baffetti ben arricciolati sulle labbra in perfetto stile fascista, erano diventati candidi. La sua mascella tremava più di prima, due borse violacee pendevano sotto gli occhi e la bocca era serrata in una smorfia grinzosa di fastidio, come se tutto quello che gli si era accumulato dentro fosse aggrovigliato in un nodo di incessante pena. ([[Robert Katz]])
*Non sarebbe stato l'ultimo sovrano di Casa Savoia perché questo merito spettò al figlio [[Umberto II di Savoia|Umberto]], un giovane scapestrato il cui regno durò soltanto un mese, ma avrebbe bollato col marchio dell'infamia la propria dinastia, ne avrebbe causato l'ignominiosa fine e, dopo l'abdicazione, bandito dal suo beneamato paese, sarebbe morto a migliaia di chilometri dalla patria.<br>[...] fu il simbolo più autentico di Casa Savoia. Impersonò con eccezionale perfezione novecento anni di piccineria, di furbizia, di apatia, di debolezza, di incredibile egoismo e di tutte le altre astute qualità che la natura dona agli esseri di piccole proporzioni. ([[Robert Katz]])
*Si diceva che, quando sedeva sul trono, non riusciva a toccare il pavimento coi piedi, ma questo non era vero: purché restasse sull'orlo del sedile. Era troppo basso per il servizio militare e, affinché potesse occupare il giusto posto di comandante in capo, l'esercito fu costretto ad abbassare il livello di statura prestabilito ad un metro e cinquantuno; questo non fece tuttavia aumentare di molto il numero dei soldati perché bisogna onestamente dire che, salvo alcune eccezioni, il re era l'adulto più basso di tutta l'Italia.<br>Insistere sulla sua statura è importante perché nella misura in cui gli uomini fanno la storia, questa sua piccolezza, che lo obbligava a guardare il mondo come lo guarda un verme, doveva influenzare tutta la storia italiana della prima metà del secolo non meno della guerra, del comunismo e di Mussolini. È una considerazione offensiva, ma, come vedremo, risponde a verità. ([[Robert Katz]])
 
==Note==