Nelson Mandela: differenze tra le versioni

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*L'[[istruzione]] è il grande motore dello sviluppo personale. È attraverso l'istruzione che la figlia di un contadino può diventare medico, che il figlio di un minatore può diventare dirigente della miniera, che il figlio di un bracciante può diventare presidente di una grande nazione. È quello che facciamo di ciò che abbiamo, non ciò che ci viene dato, che distingue una persona da un'altra. (p. 166)
*Gli afrikaner erano tradizionalmente ostili a che gli africani imparassero l'inglese, perché per loro l'inglese era una lingua straniere, mentre per noi era la lingua dell'emancipazione. (p. 167)
*[[Hendrik Frensch Verwoerd|Hendrik Verwoerd]], ministro dell'Istruzione bantu, spiegò che l'istruzione "deve addestrare e ammaestrare le persone conformemente alle opportunità che esse hanno nella vita". E dal momento che gli africani non avevano e non avrebbero avuto opportunità, a che scopo si doveva istruirli? (p. 167)
*Il sistema dei bantustan era stato concepito dal dottor [[Hendrik Frensch Verwoerd|H. F. Verwoerd]], ministro degli Affari Indigeni, come modo per tacitare la critica internazionale sulla politica razziale sudafricana, ma al tempo stesso per istituzionalizzare l'apartheid. I bantustand, chiamati anche riserve, avrebbero rinchiuso tutti i cittadini africani in ''enclaves'' etniche separate. Gli africani, disse Verwoerd, "dovevano stare con tutti e due i piedi nelle riserve", dove dovevano "svilupparsi secondo linee che erano loro proprie". L'obiettivo era quello di preservare la situazione esistente, in cui tre milioni di bianchi possedevano l'87% delle terre, mentre gli otto milioni di africani erano relegati nel rimanente 13%. (p. 188)
*L'immoralità della politica dei bantustan, con la quale al 70% della popolazione veniva destinato solo il 13% delle terre, era palese. Con la nuova politica, anche se due terzi degli africani venivano nelle aree cosiddette bianche, potevano stabilire la residenza solo nelle proprie "homeland tribali". Questo schema non ci concedeva né la libertà nelle aree "bianche" né l'autonomia in quelle che definivano le "nostre" aree. [[Hendrik Frensch Verwoerd|Verwoerd]] disse che l'istituzione dei bantustan avrebbe prodotto tanta operosità da impedire che il germe della ribellione germogliasse sul loro terreno.<br>Nella realtà accadde esattamente il contrario. (pp. 225-226)
*Il massacro di Sharpeville provocò scompiglio in tutto il paese e una crisi di governo. Vibrate proteste pervennero al governo da ogni parte del mondo, perfino dal Dipartimento di stato americano. Per la prima volta il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite intervenne negli affari sudafricani condannando il governo per la carneficina e sollecitandolo ad adottare misure per realizzare la parità razziale. La Borsa di Johannesburg precipitò di colpo e i capitali cominciarono a prendere la fuga dal paese. I sudafricani bianchi facevano progetti per emigrare. I progressisti invitavano Verwoerd a fare concessioni agli africani. Il governo insisteva nell'affermare che Sharpeville era la conseguenza di un complotto comunista. (p. 233)
*L'[[Etiopia]] aveva sempre occupato un posto speciale nella mia fantasia, e la prospettiva di visitarla mi attraeva di più che un viaggio in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti messi assieme. Sentivo che sarebbe stato come ritornare alle origini, mettere a nudo le mie radici di africano. Incontrare [[Haile Selassie|l'imperatore]], poi, sarebbe stato come trovarsi faccia a faccia con la storia. (p. 282)