Rima: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+1
+1
Riga 5:
*''Allor le rime mie fien senza pianto, | che 'l giorno non dea luce ai lieti campi, | e i sassi teman l'aura in chiusa valle''. ([[Jacopo Sannazaro]])
*Di qui la rima; che altro non significò in origine se non 'ritmo' (e rimare 'rithimare'), quasi che nella rispondenza del suono da verso a verso, o da emistichio ad emistichio, stesse del nuovo ritmo la parte sostanziale e vitale. ([[Francesco Flamini]])
*''Facile terminare tutte le rime in "-are".'' ([[Coez]])
*La rima, de' [[poeta|poeti]] è la tortura; ma fan per essa la miglior figura. ([[Cristoforo Poggiali]])
*La rima è per il poeta ciò che è l'accordo iniziale nell'[[arte]] della [[musica]]. È la consonanza dell'armonia; è la [[parola]] che richiama il [[pensiero]], è l'espressione musicale dell'[[idea]] che chiede assolutamente di esser chiusa ed espressa in quella forma. È qualcosa di oscuro e di inesplicabile che si agita nello [[spirito]] e nell'[[anima]], non so se generato dall'una e temprato dall'altro in un ideale crogiolo; è una [[forza]] occulta a cui non si può non obbedire. È una [[voce]] che parla, una forza che prende e avvince, e a cui bisogna obbedire. ([[Carlo Maria Franzero]])