Nelson Mandela: differenze tra le versioni

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*Un amico una volta mi chiese come potevo conciliare la mia fede nel nazionalismo africano con la credenza nel materialismo dialettico. Io non vedevo contraddizione tra le due idee. Soprattutto e in primo luogo ero un nazionalista africano che lottava per emanciparsi dal dominio di una minoranza e per affermare il diritto di controllare il proprio destino. Ma il Sudafrica e il continente africano erano inseriti in un mondo più vasto. I nostri problemi, per quanto specifici e particolari, non avevano carattere di unicità, e una filosofia che situasse quei problemi in un contesto storico e internazionale era preziosa per una loro comprensione più vasta. Ero pronto a servirmi di qualsiasi mezzo per accelerare l'eliminazione del pregiudizio umano e la fine del nazionalismo sciovinista e violento. E non dovevo essere necessariamente comunista per servirmene. Scoprii che in generale i nazionalisti africani e i comunisti africani avevano più cose in comune che motivi di divisione. I cinici avevano sempre insinuato che i comunisti ci usavano. Ma chi poteva dire che non fossimo noi a usare loro? (p. 123)
*La Group Areas Act era il fondamento dell'apartheid residenziale. Secondo le sue norme, ogni gruppo razziale poteva possedere terreni, occupare immobili, e stabilire commerci solo nelle aree a esso destinate. Dal momento della sua approvazione gli indiani poterono vivere esclusivamente nelle aree indiane, gli africani in quelle africane, e i meticci in quelle per meticci. Se i bianchi volevano le terre o le case degli altri gruppi non dovevano fare altro che dichiarare quella zona riservata ai bianchi. La Group Areas Act dette inizio al periodo degli sgomberi forzati, quando la comunità, i centri, i villaggi africani situati nelle aree di nuova pertinenza dei bianchi furono trasferiti con la forza perché i proprietari bianchi non volevano per vicini gli africani o volevano semplicemente impadronirsi delle loro terre. (p. 124)
*Gli africani che lavoravano come spie a danno dei propri fratelli di solito lo facevano per denaro. Molti neri in Sudafrica pensavano che ogni sforzo per arrestare i bianchi fosse sconsiderato e destinato a fallire, perché i bianchi erano troppo forti e capaci. Quelle spie ci consideravano una minaccia non alla struttura di potere dei bianchi ma agli interessi dei neri, perché i bianchi se la sarebbero presa con tutti i neri a causa del comportamento di pochi fanatici. Per contro, c'erano molti poliziotti neri che segretamente ci venivano in aiuto. Erano bravi ragazzi che vivevano un dilemma morale. Erano fedeli a chi li impiegava e avevano bisogno di conservare il lavoro per mantenere la famiglia, ma simpatizzavano per la nostra causa. Avevamo un'intesa con alcuni agenti africani dei servizi di sicurezza, che ci avrebbero avvertiti in caso di incursioni della polizia. Quegli uomini erano patrioti che rischiavano la vita per sostenere la lotta. (p. 136)
*L'[[istruzione]] è il grande motore dello sviluppo personale. È attraverso l'istruzione che la figlia di un contadino può diventare medico, che il figlio di un minatore può diventare dirigente della miniera, che il figlio di un bracciante può diventare presidente di una grande nazione. È quello che facciamo di ciò che abbiamo, non ciò che ci viene dato, che distingue una persona da un'altra. (p. 166)
*Gli afrikaner erano tradizionalmente ostili a che gli africani imparassero l'inglese, perché per loro l'inglese era una lingua straniere, mentre per noi era la lingua dell'emancipazione. (p. 167)
*[[Hendrik Verwoerd]], ministro dell'Istruzione bantu, spiegò che l'istruzione "deve addestrare e ammaestrare le persone conformemente alle opportunità che esse hanno nella vita". E dal momento che gli africani non avevano e non avrebbero avuto opportunità, a che scopo si doveva istruirli? (p. 167)
 
==Citazioni su Nelson Mandela==