Lara Gut: differenze tra le versioni

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*{{NDR|«Quando hai iniziato a sciare e perché?»}} Per il mio primo [[compleanno]] mia zia mi ha regalato un paio di piccoli sci in plastica. [...] Ho poi passato la mia [[estate]] in giro per il giardino con gli sci ai piedi e, arrivato l'[[inverno]], era naturale che iniziassi ad usarli pure sulla neve.<ref>Citato in Luigi Bottecchia, ''[http://contropiede.ilgiornale.it/esclusiva-intervista-a-lara-gut-la-mia-vita-il-mio-sci/ Intervista a Lara Gut: «La mia vita, il mio sci»]'', ''Contropiede.ilgiornale.it'', 18 gennaio 2015.</ref>
*La [[fama]] rimane un'arma a doppio taglio perché offre opportunità incredibili ma costringe a trovare un equilibrio con se stessi: la parte pubblica da un lato e quello che deve rimanere privato dall'altro.<ref>Da un'intervista a ''Ticino7''; citato in ''[http://www.gdp.ch/sport/sci/ho-commesso-degli-errori-id135803.html "Ho commesso degli errori"]'', ''Gdp.ch'', 2 settembre 2016.</ref>
*Il talento significa anche [[lavoro]], [[passione]], [[fortuna]]. A volte fa sembrare le cose più semplici di quanto non siano.<ref>Da un'intervista a ''NZZ am Sonntag''; citato in ''[http://www.fantaski.it/news/2016/11/21/lara-gut-c-e-stato-un-momento-in-cui-.asp Lara Gut: "c'è stato un momento in cui...."]'', ''Fantaski.it'', 21 novembre 2016.</ref>
 
{{Intestazione2|Da ''Quel "crac" che mi ha fatto capire chi sono''|''SportWeek'', n. 47 (860), 25 novembre 2017, pp. 58-62}}
*Da [[Bambino|bambina]] di chiamavano ''sunshine''. Ero una bimba sorridente che parlava tutto il tempo, passavo le giornate a leggere e rompevo le scatole a tutti perché ero curiosa.
*Sono cresciuta sciando ed era una cosa normale per me, come il fatto di andare a scuola. Si faceva e basta. Non mi sono mai chiesta se fosse un [[dovere]], un [[piacere]], una [[passione]]. Sciavo, [[Risata|ridevo]] e tutto andava bene.
*Ho sempre amato le sfide e tutto ciò che fa andare sempre più veloce. Se si giocava a [[Calcio (sport)|pallone]], meglio con i maschi; sugli sci, meglio con i più grandi e via dicendo.
*La vita d'[[atleta]] è qualcosa di decisamente fuori dagli schemi: vogliamo raggiungere traguardi più alti, vincere di più, essere più performanti, migliorarci costantemente e lavoriamo sempre e solo in una direzione: l'eccellenza. Ma a volte dimentichiamo cosa questo comporta. Io per anni ho scordato di essere una persona: [...] Non mi accontentavo mai, la vittoria di oggi mi serviva solo da trampolino di lancio per scaraventarmi nella gara di domani ed ero affamata, sempre. Davo la priorità alle [[Emozione|emozioni]] legate al mio essere atleta e non notavo che quelle legate alla persona si stavano spegnendo. Spingevo, sopportavo, stringevo i denti, combattevo e andavo avanti risoluta perché le sensazioni che provavo in pista, l'[[adrenalina]] nelle vene, la grinta animale che usciva in quei momenti e rendeva tutto facile bastava a farmi andare bene tutto.