Erwin Rommel: differenze tra le versioni

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*Rommel rifiutò sempre di ripiegare da quel fronte indifendibile {{NDR|[[El Alamein]]}}, riuscendo anche ad infiammare [[Benito Mussolini|Mussolini]] che in quella calda estate del suo estremo fulgore si trasferì nel deserto egiziano con un grosso cavallo bianco, che voleva inforcare nella sua entrata trionfale al [[Il Cairo|Cairo]]: finché il disagio prolungato della temperatura, unito a un doloroso attacco di dissenteria, lo convinsero a tornarsene a [[Roma]] insieme col suo cavallo. ([[Paolo Pavolini]])
*Sì, fino al 1942, aveva creduto in Hitler, e anche nella vittoria. Non per questo gli piaceva la guerra. Anzi, non credeva neppure potesse scoppiare nel settembre del 1939. Diceva sempre che la guerra non si poteva fare, perché la sua generazione l'aveva già provata, e chi c'è stato una volta sa che non è bella, ma stupida e brutale. ([[Lucie Rommel]])
*Tra gli ufficiali dell'«Alpenkorps» tedesco all'attacco {{NDR|nella [[battaglia di Caporetto]]}}, c'era un giovane Oberleutnant dagli occhi azzurri e dallo sguardo intento: si chiamava Erwin Rommel. La futura «volpe del deserto» imparò in quei giorni tre cose fondamentali, che gli dovevano servire prodigiosamente bene ventitré anni dopo. Il cospicuo dividendo pagato dall'audacia e dalla velocità in campo strategico, il valore del soldato italiano fino al Comando di reggimento, e la completa disistima per i Comandi superiori. Era una diagnosi assolutamente esatta: la guerra del 1940 l'avrebbe provata ad usura. ([[Franco Bandini]])
 
==Voci correlate==