Silvio Bertoldi: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Mussolini privato nei ricordi di Quinto Navarra
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*[[Ateismo|Ateo]] non giurerei che sia stato, piuttosto uno dei tanti cristiani e cattolici per nascita e per abitudine. Fu sicuramente un indifferente e se dentro di sé ebbe dei turbamenti, dei dubbi, non furono di carattere religioso. Si aggiunga che nutriva le radicali superstizioni popolari romagnole contro i preti e le tonache in genere: anche negli anni dello splendore, anche in momenti di grande impegno sociale o in situazioni pubbliche di rilevo, fu osservato far gesti e atti di scongiuro disdicevolissimi, perché noti a chiunque tanto più suscitatori di meravigliate perplessità se veduti compiere da un capo del governo. E tutto ciò perché, d'un tratto, aveva notato un prete. (Capitolo I, p. 8)
*In collegio chiamavano lui «il matto di Dovia<ref>Località, a circa 2 km da Predappio, ove nacque Mussolini.</ref>», o il «ragazzaccio di Predappio», o perfino, alla romagnola «l'omazz», l'omaccione; e lui (e i suoi amici) chiamavano il collegio «la repoblica ad Frampul», la repubblica di Forlimpopoli, come per dire che ci comandavano loro e basta. (Capitolo II, p. 17)
*Racconta {{NDR|Quinto Navarra}} che Mussolini voleva il silenzio assoluto intorno a sé, mentre lavorava: e che per garantirselo, fece vietare l'uso dei clacson agli automobilisti in piazza Venezia. Racconta che amava la solitudine, che soffriva di raffreddori, che era freddoloso, che era disturbato dalla stitichezza, che portava mutandine corte di cotone, che dormiva con il pigiama e che alla mattina, alzandosi, se ne toglieva la giacca per ultimo. [...] Narra dunque il cameriere che Mussolini non sapeva radersi e che non faceva il bagno tutte le mattine. Portava le giarrettiere per reggere i calzini, voleva la manicure due volte la settimana, non metteva le pantofole ma uno strano paio di sandali arabi e cingeva il ventre con una panciera di lana, elastica. (Capitolo XIV, pp. 171-172)
 
==Note==