Albert Sánchez Piñol: differenze tra le versioni

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*[...] secondo le stime più ottimistiche, [[Mobutu Sese Seko|Mobutu]] aveva accumulato alla fine della sua vita una fortuna pari a 4 miliardi di dollari distribuita in tutto il mondo. In questo periodo il debito estero dello Zaire ammontava a 5 miliardi di dollari. A proposito, il motto ufficiale del partito era: «Servire gli altri, non servirsi». (p. 83)
*Dicono che i tiranni si sveglino nel cuore della notte tormentati dagli spettri di quelli che hanno ammazzato. [[Mobutu Sese Seko|Mobutu]] no. Ignorava la parola ''rimorso''. Lui aveva venduto [[Patrice Lumumba|Lumumba]], il mitico martire dell'Africa postcoloniale. L'ombra di un'accusa del genere sarebbe stata per altri motivo di angoscia. Mobutu invece non si faceva problemi a tesserne pubblicamente le lodi e a dedicargli persino un monumento. La cosa che infastidiva maggiormente Mobutu, come più volte aveva dichiarato, era che gli invitati si bevessero tutto il suo prezioso champagne francese. (p. 84)
* [[Ahmed Sékou Touré|Touré]] era riuscito a sonfiggeresconfiggere il generale che nemmeno Hitler aveva piegato. (p. 96)
*Piaceva a Sékou Touré presentarsi come il gran nemico dell'Occidente e si vantava di essere nel mirino di tutte le grandi potenze e, in particolare, della Francia. Se dobbiamo credere al PDG, il presidente era circondato da elementi pericolosissimi che, con appoggi esteri, ordivano un complotto dietro l'altro. (p. 101)
*Sékou Touré vantava, tra i dirigenti africani, una formazione politica tra le più solide. In qualità di ex membro del sindacata comunista francese, conosceva abbastanza bene il marxismo che aveva approfondito anche nel corso dei suoi viaggi in Polonia, Jugoslavia e Cecoslovacchia. Grazie all'uso della terminologia marxista, Sékou riuscì a ottenere l'incondizionato appoggio della sinistra nei paesi occidentali. Ma Sékou non aveva accettato il marxismo, aveva bensì concepito una sua personale via: la ''comunocrazia'', che veniva definita come «la pratica della democrazia formale che regge e governa la vita del villaggio». In realtà, l'unica cosa che apprezzava nel comunismo era il primato del partito nel pensiero leninista. (pp. 103-104)