George Sand: differenze tra le versioni

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==Citazioni di George Sand==
*[[Fryderyk Chopin|Chopin]] è così debole e timido da poter venir ferito persino dalla piega di una foglia di rosa.<ref (citatoname=salvaneschi>Citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943)</ref>
*L'[[arte]] non è lo studio della realtà positiva, ma la ricerca della [[verità]] ideale. (da<ref>Da ''La Mare au diable'')</ref>
*La [[società]] non deve esigere nulla da chi non si aspetta nulla dalla società. (da<ref>Da ''Indiana'')</ref>
*{{NDR|[[Fryderyk Chopin]]}} Qui, malato da morire, ha scritto una musica da paradiso e ad un solo strumento ha dato la voce dell'infinito.<ref (citato in [[Nino Salvaneschi]], ''Il tormento di Chopin'', dall'Oglio Editore, 1943)name=salvaneschi/>
*{{NDR|[[Maximilien de Robespierre|Robespierre]]}} Il più grande uomo della rivoluzione e uno dei più grandi della storia.<ref name=Rud>Citato in [[George Rudé]], ''Robespierre'', traduzione di Maria Lucioni, Editori Riuniti, 1981.</ref>
 
==''La Daniella''==
*Conoscete attraverso le incisioni e i dagherrotipi la ridente entrata del porto di [[Genova]], quel colonnato di giardini del palazzo Doria, e quella statua colossale (che non è quella di André) che, dalla collina da dove si erge da tempo sulle sue grandi gambe, sembra darvi il benvenuto con aria indulgente. A prima vista, lo sapete, la città è più strana che bella, ma la sua è una stranezza sorridente. Il Medioevo, qui, non ha lasciato nulla di imponente e nemmeno nulla di lugubre. (p. 50)
*Come città commerciale, progredita e civile, {{NDR|[[Genova]]}} oggi è decisamente detronizzata da [[Marsiglia]], ma quanto a disposizione e distribuzione pittoresca, c'è la stessa differenza che esiste tra una bella avventuriera e una bella borghese. La prima, conciata un po' follemente, mescola ornamenti di gusto a parure un po' licenziose, ma possiede le grazie che conquistano e le originalità che piacciono; l'altra è più saggia, più soggetta alla moda, decente, ricca, a modo, ma uguale a tutte le altre. (p. 51)
*[...] l'aspetto generale di [[Genova]] non è soddisfacente, ma il particolare è spesso adorabile. Le case dipinte sono decisamente una cosa brutta, per fortuna che cominciano a non essere più di moda. La città, adagiata su piani disuguali, non ha né capo né coda, ma le ''belle'' strade sono curiose e divertenti. Qui vengono chiamate belle strade quelle che sono fiancheggiate da bei palazzi; sfortunatamente sono così strette che i bei palazzi vi sono sepolti. Si passa ammirando le porte e le parti basse delle costruzioni, ma ci si torce il collo per vedere l'edificio, e anche così, da qualsiasi parate ci si metta, non ci si fa che una vaga idea delle sue proporzioni e della sua eleganza. (pp. 51-52)
*Bisognerebbe dedicare una giornata a ognuna di queste case di stile diverso dentro e fuori. Questa varietà colpisce, abbaglia, diverte e affatica. Ci sono molti marmi, molti affreschi, molte dorature, e tutto questo deve essere costato molti soldi. All'esterno sono piccole e graziose. Dentro le stanze sono ampie, e ci si stupisce che riescano a stare in palazzi che sembrano occupare tanto poco spazio. (p. 52)
*Più lontano ci sono delle belle passeggiate fiancheggiate da brutte casette, da ricche chiese piene di oggetti preziosi e costosi; e poi dei sentieri scoscesi, costeggiati da orribili casermoni, passaggi scuri che all'improvviso si aprono su verzure abbaglianti; poi la roccia a picco dietro e davanti a sé; poi il mare visto dall'alto e sempre bello; fortificazioni gigantesche, interminabili; giardini sui tetti; ville buttate a caso sulle colline circostanti, profusione di casamenti chiassosi che, visti da lontano, rovinano il quadro naturale della città; insomma, è incoerente: {{NDR|[[Genova]]}} non è una città, è un ammasso di nidi che ogni tipo di uccello è venuto a costruire qui, facendo ognuno di testa sua e appropriandosi del luogo e dei materiali che più gli piacciono. Se non sapessi di essere in Italia, non farei fatica a credere che è tutt'altro luogo da ciò che mi aspettavo. Non bisogna pensarci, piuttosto arrendersi a questa influenza di disordine e capriccio che a prima vista fa impazzire. (p. 52)
*Non ve lo posso confermare; ma, per riassumervi la mia impressione generale, vi dirò che qui {{NDR|a [[Genova]]}} tutto è affascinante sorpresa o brusca delusione. Se fossi stato in vena di lavorare, il pittoresco mi avrebbe trattenuto, dato che è ovunque in questa città che livella ogni cosa; bisognerebbe fermarsi davanti a tutte queste stradicciole che si torcono e precipitano da un piano all'altro, passando sotto molteplici arcate che collegano le case tra loro e proiettano, su quelle profondità luminose, ombre vellutate e di una trasparenza inaudite. Oh! se tutto fosse pittura, la vita intera di un artista minuzioso potrebbe consumarsi davanti a una di queste stradine dalla prospettiva movimentata! Ma si tratta di ben altro, si tratta di andare avanti, di comprendere, di vivere, se è possibile! (p. 53)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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==Bibliografia==
*George Sand, ''Indiana'', traduzione di Sandro Cassone, Sansoni Editore, 1965.
*George Sand, ''La Daniella'', traduzione di Romana Petri, Fazi Editore, Roma, 2005. ISBN 88-8112-664-8
*George Sand, ''Lucrezia Floriani'', traduzione di Marcello Ricardi, Editrice S. Marco, Esine {{c|anno?}}.