Albert Einstein: differenze tra le versioni

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*Una [[teoria]] è tanto più convincente quanto più semplici sono le sue premesse, quanto più varie sono le cose che essa collega, quanto più esteso è il suo campo di applicazione.<ref group="fonte" name=CXXXVII/> Per questo la [[termodinamica]] classica mi fece un'impressione così profonda. È la sola teoria fisica di contenuto universale che sono certo non sarà mai sovvertita, entro i limiti in cui i suoi concetti fondamentali sono applicabili (dedicato alla speciale attenzione di quelli che sono scettici per principio). (p. 76)
*A questo proposito non posso fare a meno di osservare che la coppia [[Michael Faraday|Faraday]]-[[James Clerk Maxwell|Maxwell]] aveva un'intima e notevolissima rassomiglianza con la coppia [[Galileo Galilei|Galileo]]-[[Isaac Newton|Newton]]: il primo di ciascuna coppia afferrava intuitivamente le possibili relazioni, mentre il secondo le formulava esattamente e le applicava quantitativamente. (p. 76)
*Davanti a me avevo l'esempio della termodinamica. Il principio generale era tutto in questo enunciato: le leggi della natura sono tali che è impossibile costruire un ''perpetuum mobile'' (di prima o di seconda specie). Ma come trovare un siffatto principio universale? Dopo dieci anni di riflessione, un siffatto principio risultò da un [[paradossi dai libri|paradosso]] nel quale m'ero imbattuto all'età di sedici anni: se io potessi seguire un raggio di luce a velocità ''c'' (la velocità della luce nel vuoto), il raggio di luce mi apparirebbe come un campo elettromagnetico oscillante nello spazio, in stato di quiete. Ma nulla del genere sembra possa sussistere sulla base dell'esperienza o delle equazioni di Maxwell. Fin dal principio mi sembrò intuitivamente chiaro che, dal punto di vista di un tale ipotetico osservatore, tutto debba accadere secondo le stesse leggi che valgono per un osservatore fermo rispetto alla Terra. Altrimenti, come farebbe il primo osservatore a sapere, cioè come potrebbe stabilire, di essere in uno stato di rapidissimo moto uniforme?<br />È chiaro che in questo paradosso è già contenuto il germe della teoria della relatività ristretta. (p. 86)
*La [[teoria della relatività]] generale, per conseguenza, procede dal seguente principio: le leggi naturali debbono essere espresse da equazioni che siano covarianti rispetto al gruppo delle trasformazioni continue di coordinate. Questo gruppo sostituisce il gruppo delle trasformazioni di Lorentz della teoria della relatività particolare, che è un sottogruppo del primo. (pp. 93-94)
*La [[fisica]] è un tentativo di afferrare concettualmente la realtà, quale la si concepisce indipendentemente dal fatto di essere osservata. In questo senso si parla di «realtà fisica».<ref group="fonte">Citato in [[Walter Isaacson]], ''Einstein. La sua vita, il suo universo'', p. 445.</ref> Prima dell'avvento della [[fisica]] quantistica, non c'era alcun dubbio in proposito: nella teoria di Newton, la realtà era rappresentata da punti materiali nello spazio e nel tempo; nella teoria di Maxwell, dal campo nello spazio e nel tempo. Nella [[fisica quantistica|meccanica quantistica]], la rappresentazione della realtà non è cosi facile. Alla domanda se una funzione ''ψ'' della teoria quantistica rappresenti una situazione reale effettiva, nel senso valido per un sistema di punti materiali o per un campo elettromagnetico, si esita a rispondere con un semplice «sì» o «no». Perché? (p. 100)