Ugo Ojetti: differenze tra le versioni

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*Odio il [[punto esclamativo]], questo gran pennacchio su una testa tanto piccola, questa spada di Damocle sospesa su una pulce, questo gran spiedo per un passero, questo palo per impalare il buon senso, questo stuzzicadenti pel trastullo delle bocche vuote, questo punteruolo da ciabattini, questa siringa da morfinomani, questa asta della bestemmia, questo pugnalettaccio dell'enfasi, questa daga dell'iperbole, quest'alabarda della retorica. Quando, come s'usa nei nostri tempi scamiciati, ne vedo due o tre in fila sul finir d'un periodo, che sembrano gli stecchi sul didietro di un'oca spennata, chiudo il libro perché lo sento bugiardo. Adesso v'è anche chi te l'accoppia con l'interrogativo, che par di veder Arlecchino appoggiato a Pulcinella. Tanto odio questa romantica lacrimuccia nera quando la vedo sgocciolare sulla povera candida pagina, che in essa mi immagino di scoprire or la causa or l'effetto, certo il chiaro simbolo di tutti i mali delle nostre lettere, arti e costumi. E se potessi far leggi, bandirei il punto esclamativo dalla calligrafia, dalle tipografie, dalle macchine da scrivere, dall'alfabeto Morse, con la speranza che a non vederlo più gli italiani se ne dimenticassero anche nel parlare e nel pensare, e pian piano espellessero dal loro sangue questo microbo aguzzo il quale dove arriva fa imputridire i cervelli e la ragione e rimbambisce gli adulti, accieca i veggenti, instupidisce i savi, indiavola i santi... Il punto esclamativo è il servo scemo dell'interiezione.
 
===''Garibaldi piange''===
*Un sottufficiale di marina m'apre il cancello. Sono nel cortile della casa di [[Giuseppe Garibaldi]].<br>Si sa, questo luogo sembra di conoscerlo a mente. La prima volta lo vidi che ero bambino, in una stampa dell'''Emporio Pittoresco'': il pino a due tronchi, e ai suoi piedi il sedile, e di fronte il fico; la casetta nana con due finestre e una porta, la prima casa che egli costruì a Caprera; e accanto, l'altra appena più alta, di legno.
*Sul masso di granito che chiuse la salma in nero: «Garibaldi». Ecco, mi torna all memoria che in quella stampa di quando ero bambino si vedeva presso la sua casa lui stesso in piedi, di faccia, appoggiato alle sue grucce.