Enrico Ghezzi: differenze tra le versioni

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*Basta sapere che esiste la televisione e già sai che c'è un mondo che va avanti da sè. Quindi per i Lumière il cinema è senza futuro, il cinema è già il segno di una morte, potremmo dire da [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]] dalle pagine della sua ''Estetica'' in cui descrive esattamente quello che è il cinema come casella finale della storia delle arti, quella che coincide con la morte dell'arte, il diventare oggettivo del puramente soggettivo. Il cinema è questo tecnicamente. Molto più spinto in questo della fotografia, il cinema rende oggettivo il movimento più soggettivo, quello del soggetto stesso.<ref>Dall'intervista di Marcello Cella, ''[http://www.celluloidportraits.com/schedaintervista.php?id=65 Incontro con Enrico Ghezzi]'', ''Celluloidportraits.com'', 13 agosto 2007.</ref>
*{{NDR|''[[I Simpson]]''}} Ci hanno influenzato, hanno sintetizzato due familismi: quello amorale tipico italiano e quello americano. ''I Simpson'' sono un museo del mondo, uno spazio cimiteriale di tutto quello che ci passa davanti agli occhi, implacabili in un realismo puro, dove realtà e irrealtà sembrano fatte della stessa materia.<ref>''I Simpson siamo noi.'' di Terry Marocco, ''Panorama'', 18 aprile 2012, pp. 12-13</ref>
*Credo che [[Matrix]] vada letto, interpretato, come snodo di processi futuri e non come un traguardo. C'è l'idea di spirito come misteriosa forza interiore, atteggiamento irrazionale, pulsione magica o mistica nella cultura del XX secolo. Il Novecento ha segnato la fine del monopolio della spiritualità religiosa per affacciarsi al mondo di un'articolazione delle spiritualità.<ref>DaCitato un'intervista diin Mario Franco su, ''La Repubblica[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/07/01/procida-isola-di-celluloide.html Procida, l'isola di celluloide]'', 01/07/''la Repubblica', 1º luglio 2004.</ref>
*{{NDR|[[Hermitage]]}} è, fin dall'inizio, lo scontro con se stesso, specialmente nello specchio, come nemico, come altro, come irraggiungibile; è lo scontro con la separazione dello spettacolo.<ref>Dal programma televisivo ''Una videocosa'', Rai 3. {{c|data?}}</ref>
*Il destino dell'uomo visto moltissimi pensatori è alla fine quello di riconoscersi nell'immagine, ma il senso è saper vedere. Certo è una cosa interessante dato che non sappiamo cos'è. È un concetto che siamo costretti di volta in volta a far valere in un modo o nell'altro. Non a caso è stato uno dei grandi terreni di lotta nel medioevo: penso all'iconoclastia, al concilio di Nicea. Un' immagine che è sempre troppo in bilico tra ciò di cui sarebbe immagine (una sorta di trompe l'oeil) e tra un'immagine troppo lontana quindi sgranata e indistinta. L'immagine è una nostra forma simbolica che è puro pensiero. È un orizzonte. Un destino che ci provoca e ci attende.<ref>Dall'intervista di Massimo Gnoli, ''[http://taxidriversmagazine.blogspot.it/2006/10/intervista-enrico-ghezzi-dissolvenze.html?m=1 Dissolvenze incrociate]'', ''Taxidriversmagazine.blogspot.it'', 22 ottobre 2006.</ref>