Roberto Benigni: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Benigni.jpg|thumb|Roberto Benigni nel 2006]]
{{Premio|Oscar|
'''[[La vita è bella]]'''
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*[[Massimo D'Alema|D'Alema]], un grande stratega, le intuizioni storiche nascono sempre da grandi errori, come quando Colombo confuse l'America con le Indie.<ref name=7feb96/>
*[[Ciriaco de Mita|De Mita]] ce l'ha piccolissimo, identico a come ce l'aveva da neonato. Del resto si sa, come natura crea, Ciriaco conserva. Andreotti? Oh, Andreotti il pisello non ce l'ha proprio: è diventato gobbo a forza di cercarselo.<ref name=dAgostino>[[Roberto D'Agostino]], ''Chi è, chi non è, chi si crede di essere'', Arnoldo Mondadori, 1988.</ref>
*Dopo la [[Divina Commedia]] c'è di più Dio. C'è proprio, lo si sente, lo si vede. Tutto ciò che è bello è vicino a Dio. È proprio la bellezza che ci porta vicino a Dio. Ci ha portato quasi a guardarlo, a vederlo.<ref name=ultime/>
*{{NDR|Su Paolo Villaggio}} È stato il più grande clown della sua generazione, rarissimo come i grandi poeti. Un bambino spietato, rivoluzionario e liberatorio. Fantozzi ci rappresenta tutti, ci umilia e ci corregge, con lui tutte le persone anonime hanno trovato il loro Signore. Paolo ha creato la prima vera maschera nazionale, qualcosa che durerà in eterno.<ref>Citato in ''[http://tg24.sky.it/spettacolo/2017/07/03/roberto-benigni-ricorda-paolo-villaggio.html Addio a Paolo Villaggio, Benigni: "Raro come i grandi poeti"]'', ''Tg24.sky.it'', 30 luglio 2017.</ref>
*{{NDR|[[Andrea Pazienza]]}} Era il capostipite di una grande scuola che non ha avuto poi nessun allievo prediletto perché era inimitabile, un talento irripetibile.<ref name=paz>Da un intervento durante la mostra antologica su Pazienza tenutasi a Roma, Complesso del Vittoriano, 16 settembre 2005; citato nella tesi di laurea di Antonio Vigliaroli, ''Andrea Pazienza. Protagonista del fumetto negli anni Settanta-Ottanta'' Università degli Studi di Parma, Anno Accademico 2004-2005.</ref>
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{{Int|Da ''L'ultimo del Paradiso''|Lettura e commento del XXXIII canto del Paradiso, Rai Uno, 23 dicembre 2002. Trascritto da Giulia Balzerani per ''L'Aeropago'' e disponibile in ''[http://www.gliscritti.it/approf/2005/conferenze/benigni/paradiso.htm Gliscritti.it]''.}}
*Quando si parla della ''[[Dante Alighieri#Divina Commedia|Divina Commedia]]'' o di Dante, bisogna non tanto capire, perché è semplice anche se non è sempre facile. Come è semplice l'universo, la musica di Bach: semplice ma non facilissima. È tutto vero; siamo lì, è come una rosa.
*Ora io proverò a parlarvi di questa cosa. Se non succede niente, non succede niente, lasciamo perdere. Però vi posso assicurare una cosa: che se succede una cosina dentro di voi, si smuove una scintilla, un sussulto, siete Dante, siete voi i poeti, siete Dio. Perché Dante è Dio mentre scrive. Si può parlare di Dio solo essendo Dio, sennò non se ne può parlare. Allora quando si parla di Dio si diventa Dio in persona. Se dentro di voi succede qualcosa, si apre una cosa che la testa non può contenere, una cosa spettacolare. La bellezza, la poesia non sta in chi scrive, ma il sublime sta nell'orecchio di chi ascolta, dentro di voi sta Dio. Non solo dentro a Dante che l'ha scritta. Lui l'ha scritta, ma se voi non lo sentite, non ha scritto niente. Quindi siete voi il poeta, siete voi Dio. Siamo noi. Insomma, è una cosa straordinaria, è una musica, un linguaggio.
*Dell'amore ci si [[innamoramento|innamora]]. Allora lui dice: quello che io vedevo era sempre uguale, non è per questo che non mi ricordo bene, ero io che cambiavo continuando a guardare. Quando una donna si innamora di un uomo, o un uomo di una donna, si guarda negli occhi di quella donna. E all'inizio è una donna come tutte, e si guarda. Poi ci si innamora di quello sguardo e gli occhi nostri vanno dentro a quello sguardo, innamorati. Lei è sempre la stessa donna di prima, ma noi non siamo più gli stessi. Quante volte con gli amici, quando ci si innamora, si guarda una donna in una maniera diversa. Ti chiedono: che ti è successo? Niente, guardavo. Lei è sempre la stessa donna, ma noi, quando ci si innamora si diventa tutta un'altra cosa. Siamo noi che siamo diversi.
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*Nessuna opera è immortale se non ci sono gli occhi di una [[donna]] dietro all'opera. <!--04:49-->
*Conosceva tutte le passioni umane, proprio tutte. Attratto dalle cose bellissime e dalle cose bassissime. Stava attento ma era attratto anche dal fascino del male. [...] Ma a parte tutte le innovazioni si ama [[Dante Alighieri|Dante]], proprio perché parla di noi, di ognuno di noi. Nessuno conosce meglio le passioni umane, il profondo dell'animo umano come lo conosce Dante. <!--05:28-->
*La ''[[Dante Alighieri#Divina Commedia|Divina Commedia]]'' è il libro più giustificabile, più limpido, più grande, più straordinario di tutte le letterature; ma non di dopo Dante, anche di prima. <!--06:20-->
*La [[poesia]] ha il grande dono di renderci partecipi di sentimenti nuovi, di emozioni e sensazioni che son dentro di noi e noi non li conoscevamo. E il [[poeta]] ce li tira fuori, va lui dentro, ma profondamente, e tanti non tornano neanche indietro, rimangono proprio lì. <!--12:20-->
*{{NDR|I poeti}} Inventano dei sentimenti. Così come Gesù ha inventato la carità e l'amore, tanti poeti come Dante inventano il risentimento, la rabbia... Uno dice c'erano... Non c'erano prima! Li ha catalogate lui. [...] Certamente c'erano sempre stati ma ci vuole uno che li classifichi, che li tiri fuori. <!--12:48-->
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*Quando ho paura di una situazione, mi vien voglia di buttarmi, di andarci dentro. [...] Andare a cercare il rischio, i posti sconosciuti, le zone pericolose è la missione dei comici.
*Ci sono tanti modi di leggere [[Dante Alighieri|Dante]]. C'è quello adolescenziale, dell'immedesimazione. C'è quello giovanile, della ricerca dei messaggi, quando ognuno di noi vuol trovare la via per diventare adulto. A me la Commedia è entrata dentro fin da ragazzo. Prima la leggevo come se stessi andando in farmacia, mi curava da tutti i mali. Poi ho imparato ad ascoltarla con innocenza, che per me è il modo giusto, quando la ascoltavo dai contadini, dai vecchi di casa mia. E ho scoperto che Dante ti fa sentire che ci sei solo tu, ti spiega tutti i dettagli, come in una confidenza personale. Quando mi chiedono se è ancora moderno è come se mi chiedessero se è moderno il sole, l'acqua. Io voglio solo trasmettere il fatto che mi piace, che mi dà gioia.
*Dante ci fa entrare in quello che solo l'intelligenza è in grado di cercare ma, da sola, non è capace di trovare. La sua forza è essere profondamente laico. Non ha atteggiamenti pappalardeschi, come direbbe lui, da falsi devoti. È religioso senza essere mai pretesco, bigotto. Non si rivolge a Dio, alla Madonna, ai santi. Si rivolge alle Muse, ad Apollo. Il suo universo è la poesia. Si può leggere la [[Divina commedia]] senza credere in Dio, ma non senza conoscere il cristianesimo. A parte che tutta la nostra civiltà è [[Cristianesimo|cristiana]] senza saperlo – e il senza saperlo è forse la cosa più bella – lo si vede da ogni cosa che facciamo... La [[poesia]] ci aiuta a compiere un'esperienza irripetibile di libertà, è finzione e ritmo, ma ci aiuta a intraprendere un grande viaggio alla ricerca di uno sguardo. Quello sguardo che solo le donne posseggono e che ci introduce nel punto più segreto del mondo.
*Resto sconquassato dal [[Vangelo]], basta un rigo delle parabole. Ha una forza spettacolare, viene da alzarsi in piedi sulla sedia... C'è dentro una violenza che ti mette le ali. Una forza che ti scarabocchia tutta la vita. Perché ti dice che puoi sempre ricominciare da capo. Ti mette nella condizione di fare ognuno la rivoluzione dentro te stesso. Prima che arrivasse Gesù il rapporto con Dio era fatto di dolore e lui se l'è preso tutto su di sé. Per me è una cosa sconcertante... anche se non sono sempre della mia opinione... Lo dico per sdrammatizzare, per relativizzare, per prenderla leggera.
*Le cose comiche, le sciocchezze, sono sublimi.
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*'''La mamma''' La parte più femminile dei genitori.
*Non ce la fo più, come disse quello che fece la popò in mezzo all'[[ortica|ortiche]]. {{NDR|[[wellerismi|wellerismo]]}}
*Perché non ho scritto ''[[Divina Commedia|La Divina Commedia]]''? Perché non c'ho pensato.
*Quelli che ci governavano prima erano cattivi, quelli di adesso sono scemi. Io preferisco i cattivi perché almeno ogni tanto si riposano.
*Recitare È dolore, estasi del movimento, affettazione del divenire, occultazione del presentare. Recitare è entrare nel personaggio e uscire, entrare e uscire, avanti e indietro, e non vorrei andare oltre in questa similitudine...