Haruki Murakami: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*La regola vuole che un vero gentiluomo non parli delle sue ex fidanzate, né delle tasse che paga. No, tutto falso. Scusatemi, me lo sono inventato in questo momento.<br />Ma se questa regola esistesse, forse imporrebbe anche di «non parlare di ciò che si fa per mantenersi in buona salute». Perché un vero gentiluomo difficilmente in una conversazione si dilungherebbe su un argomento del genere. Per lo meno a mio parere.<br />Io però, come tutti sanno, non sono un gentiluomo, quindi del galateo me ne infischio. Tuttavia – perdonate se ho l'aria di giustificarmi – provo un leggero imbarazzo a scrivere questo libro, benché non si tratti di un manuale di igiene fisico-mentale, ma di un testo sulla corsa a piedi. (dalla prefazione)
*Quando penso all'[[esistenza]] umana, a volte ho l'impressione di non essere altro che una zattera arenata sulla spiaggia. (p. 9)
*In altre parole, sentirsi o meno fieri di sé una volta arrivati al traguardo per chi corre su lunga distanza, costituisce un criterio di valutazione. La stessa cosa si può dire che accada nella professione di scrittore. In questo lavoro – per lo meno per quanto mi riguarda- non c'è vittoria o sconfitta. Può darsi che il numero di copie vendute, i premi letterari, le recensioni dei critici costituiscano dei criteri in base ai quali giudicare il risultato, ma non sono l'essenziale. Ciò che conta, più di ogni altra cosa, è che l'opera compiuta corrisponda ai criteri che lo scrittore stesso ha stabilito, e in questa valutazione non gli sarà facile barare. Davanti agli altri bene o male si possono trovare pretesti, ma ingannare se stessi è impresa ben più ardua. In questo senso scrivere un libro è un po' come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno. (pp. 12-13)
*Quando [[corsa|corro]], semplicemente corro. In teoria nel vuoto. O viceversa, è anche possibile che io corra per raggiungere il vuoto. In quella sospensione spazio-temporale, pensieri goni volta diversi si insinuano naturalmente nel mio cervello. E'È naturale, perché nell'animo umano non può esistere il vuoto assoluto. (p. 18)
*La barriera tra un sana fiducia in se stessi e un malsano orgoglio è molto sottile.
*Una delle regole fondamentali di un [[allenamento]] intensivo è che si può anche diminuire la quantità complessiva di esercizio, ma non bisogna mai riposare due giorni di seguito.
*Le ferite spirituali non rimarginate sono il prezzo che gli esseri umani devono pagare per la propria indipendenza. (p. 20)
*Ciò che penso, semplicemente, è che, una volta usciti dalla prima giovinezza, nella vita è necessario stabilire delle priorità. Una sorta di graduatoria che permetta di distribuire al meglio tempo ed energia. Se entro una certa età non si definisce in maniera chiara questa scala dei valori, l'esistenza finisce col perdere il suo punto focale, e di conseguenza anche le sfumature. A me non interessava avere tanti amici in carne ed ossa, privilegiavo il bisogno di condurre una vita tranquilla in cui potermi concentrare nella scrittura. Perché per me le relazioni umane veramente importanti, più che con persone specifiche, erano quelle che avrei costruito con i miei lettori. Se dopo aver posato le fondamenta della mia vita ed essermi creato un ambiente favorevole al mio lavoro, avessi scritto delle opere di un certo valore, un gran numero di persone le avrebbe accolte con gioia. E dar loro questa gioia non era forse per me, in quanto scrittore professionista, il primo dovere? Ancor oggi non ho cambiato opinione in proposito. I lettori non li posso vedere in faccia, e in un certo senso la relazione con loro è soltanto concettuale, tuttavia per me quell'invisibile relazione «concettuale» è qualcosa della massima importanza, e con questa convinzione ho vissuto finora. (pp. 35-36)
*Gli esseri umani trovano naturale perseverare nelle cose che amano, e in quelle che non amano no, sono fatti così. INIn questo la volontà avrà certo un suo ruolo, ma nessuno può continuare per molto tempo a fare qualcosa per cui non è portato, nemmeno se possiede una volontà di ferro, nemmeno se per carattere non tollera sconfitte. E anche ammettendo ci riesca, non ne trarrà alcun beneficio. (pp. 40-41)
*Se mi chiedessero qual è la qualità più importante per uno scrittore dopo il talento, direi senza esitare la capacità di concetrazione. La facoltà intellettuale di riversare tutto il talento di cui siamo dotati, intensificandolo, su un unico obiettivo. Chi non è capace di fare questo non riuscirà a portare a compimento nulla di buono. Invece usando in maniera efficace l'energia mentale, in una certa misura si compensa un talento carente. (p. 67)
*Ognuno lascia la sua impronta nel luogo che sente appartenergli di più.