Roger Peyrefitte: differenze tra le versioni

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Le chiavi di San Pietro: citazioni
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*In Francia sono il più conosciuto difensore dei diritti gay. È un fatto. Spesso mi chiamano "Il Papa dell'omosessualità". Questo perché sono l'autore di ''Le chiavi di San Pietro'' e ''I cavalieri di Malta'', i libri più importanti, scritti da un contemporaneo, sulla Chiesa Cattolica. (da ''Gay Sunshine Journal'', 1979)
*L'[[Italia]] è il solo paese dove si gusta ancora la gioia di vivere. Ci fa credere nella gioia di vivere, anche quando lei stessa non ci crede. (dalla prefazione a ''Dal Vesuvio all'Etna'', 1991)
 
===''Le chiavi di San Pietro''===
===[[Incipit]]===
Quando l'abate Victor Mas, giovane seminarista di Versailles, andò a Roma come segretario aggiunto del cardinal Belloro, ritrovò la fede, l'umiltà, la castità.<br>Se fosse rimasto in Francia, queste virtù l'avrebbero abbandonato. Il suo secondo anno di teologia era cominciato sotto cattivi auspici. Alcuni peccatucci lo avevano messo in urto con il suo superiore che lo avviliva con meschine persecuzioni. Conobbe tutta l'importanza che le questioni personali hanno nel mondo religioso e quegi odii violenti che sono suscitati dalle passioni mal represse. Accusato di tiepidezza e di orgoglio, sospettato di vizi vergognosi, aveva finito col chiedersi se queste accuse e questi sospetti non fossero in qualche modo giustificati. In collegio, l'impurità dei suoi compagni l'aveva reso puro; al reggimento, l'anticlericalismo del suo capitano aveva rafforzato la sua vocazione; ora in seminario rischiava di perdere queste belle virtù.
 
===Citazioni===
{{NDR|Il cardinale, rispondendo al giovane abate che chiedeva spiegazioni}} «Caro ragazzo, le chiavi di san Pietro aprono le porte del cielo, ma bisogna ungere la serratura. Rifletti un poco a quello che sta tra un nome nelle nostre liste d'iscrizione e l'iscrizione di questo nome nei fasti della Chiesa universale! C'è una serie di spese che non fa altro che crescere e allargarsi, dall'apertura del processo diocesano fino agli splendori della beatificazione, all'apoteosi della canonizzazione, passando per tutta la gamma dell'approvazione degli scritti, delle virtù, dei miracoli. Quando vedi una causa insabbiata, con all'attivo soltanto il decreto di introduzione, non significa che si tratti di un santo poco convincente: ma che si è pagato per lui una volta sola. Se vedi che la sua causa si riapre, vuol dire che si è pagato una seconda volta, quando si approvano i suoi scritti si è pagato la terza; quando si approvano le sue virtù , la quarta; quando si approvano i miracoli, la quinta, e i medici stranieri chiedono lauti onorari per constatare i miracoli. Quando alfine assisti alla lieta sfilata delle assemblee anti-preparatorie, preparatorie, generali e ''coram Sanctissimo'', è come se tu sentissi tintinnare la lieta cascata dell'oro. [...]» (p.135)
 
==''Dal Vesuvio all'Etna''==
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===''Le amicizie particolari''===
Era la sua prima cerimonia degli addii. Ora, Georges non era più tanto sicuro di cavarsela con onore. Con il cuore stretto, si appoggiava allo sportello dell'automobile che stava per portar via i suoi genitori. Sentiva venire le lagrime.<br>«Via» gli disse suo padre, «si è uomini a quattordici anni. Lo scolaro Bonaparte non aveva neppure la tua età, quando a un professore di Brienne, che gli chiedeva chi mai si credesse, rispose: "Un uomo!".»<br>Gli importava davvero assai che lo scolaro Bonaparte s prendesse per un uomo! Quando si vide sparire la macchina alla svolta della strada, gli sembrò di essere abbandonato, del tutto solo sulla terra. Ma, a quel momento, sentì le grida dei suoi nuovi compagni, e il suo smarrimento svanì come per incanto. A quei ragazzi pieni di brio, si mostrerebbe come un pulcino bagnato? Si curava poco di esser un uomo, ma molto di non essere una femminuccia.
 
===''Le chiavi di San Pietro''===
Quando l'abate Victor Mas, giovane seminarista di Versailles, andò a Roma come segretario aggiunto del cardinal Belloro, ritrovò la fede, l'umiltà, la castità.<br>Se fosse rimasto in Francia, queste virtù l'avrebbero abbandonato. Il suo secondo anno di teologia era cominciato sotto cattivi auspici. Alcuni peccatucci lo avevano messo in urto con il suo superiore che lo avviliva con meschine persecuzioni. Conobbe tutta l'importanza che le questioni personali hanno nel mondo religioso e quegi odii violenti che sono suscitati dalle passioni mal represse. Accusato di tiepidezza e di orgoglio, sospettato di vizi vergognosi, aveva finito col chiedersi se queste accuse e questi sospetti non fossero in qualche modo giustificati. In collegio, l'impurità dei suoi compagni l'aveva reso puro; al reggimento, l'anticlericalismo del suo capitano aveva rafforzato la sua vocazione; ora in seminario rischiava di perdere queste belle virtù.
 
==Note==