Francesco Carofiglio: differenze tra le versioni

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Fece qualche passo, fino al portale. Toccò la pietra fredda, poi guardò la piazza, era da poco passata l'alba. Solo qualche rumore di stoviglie, gli sembrava di vederle quelle case, donne che preparavano il caffè e uomini che si alzavano, l'odore saturo della notte.<br>
Un uomo vestito di nero attraversò la piazza in bicicletta. Era piccolo e con il naso schiacciato. Posò la bici e si avvicinò.
 
==Wok==
*Ho quindici anni e mi chiamo Wok. Non è una padella, è un diminutivo.
Viene da Wokaihwokomas, antilope bianca, nella tribù dei Cheyenne. Mi chiamo Ronald Wokaihwokomas Torres, e mio nonno è un indiano.
*Forse quella è una volpe, attraversa veloce la strada e sparisce nella macchia della campagna. Non si è curata di me, sono il ragazzo invisibile.
*Zoe dentro le mie braccia e io dentro le braccia di lui. Piango per tutta la vita, per tutta la mia vita, per questo deserto dentro di me, e per il rumore incessante del mondo.
 
==Voglio vivere una volta sola==
*Mi chiamo Violette. I miei genitori si chiamano Emma e Léonard. I miei fratelli Jean e Augustin. E io non sono mai nata.
*Io non sono un angelo. Non volo, non sono capace. Mi muovo per le strade di pioggia e mi bagno. Mi siedo sulla sedia libera nella stanza. Non mi ricordo altre vite. Soltanto questa, la nostra vita.
*Sono la ragazza più bella del mondo. I miei capelli corrono veloci, nel senso inverso alla strada. Viaggiamo, sulla Citroën Ds decappottabile rossa. Questa è la felicità.
 
==Una specie di felicità==
*Sognò aeroporti, gente in transito, tappeti mobili che si perdevano nelle luci livide dell'alba.
Una grande vetrata sullo spettacolo stupefacente della metropoli, sembrava Tokyo, forse Shanghai. Qualcuno sussurrò qualcosa. Un uomo piccolo, vestito di scuro, gli fece cenno di seguirlo.
*Mentre rientrava a casa, pensò a ogni parola del racconto del professore. Ogni singola parola. Sapeva che da quel martedì era cominciata una sfida. E quell'uomo era molto più forte di lui.
*Quella notte dormirono abbracciati. E piansero insieme. Senza fermarsi. E fecero ancora l'amore, nella disperata bellezza degli addii.
 
==Il Maestro==
*Tutto il mondo è in una stanza. Le pareti grigie. Una grande finestra. Un tavolo, una libreria, un vecchio giradischi. Tutto il mondo è in quella stanza.
*Chi lo conosce il segreto dei sogni? Quando le cose vissute si impastano con quelle che avremmo voluto, o che mai avremmo voluto. nella combinazione del pensiero, diventano scie luminose, che trascinano tutti i singoli istanti, nella risacca, prima del risveglio.
*La verità spietata dei pomeriggi. Quando certi alberi, vicini alle case, sembrano allungarsi nella loro secchezza, in un gesto invernale.
*Adesso parlano, è una giornata normale, e ogni tanto puoi sentirla ridere, con quel suono che fanno le risate delle ragazze, nelle stanze vuote.
*Sentì un'emozione allegra, che arrivava da lontano. Poi aprì la finestra, e avvertì la carezza fredda della notte sul viso. Ma non faceva freddo, non lo sentiva.
 
 
==Bibliografia==