Johann Wolfgang von Goethe: differenze tra le versioni

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*Palermo, martedì 3 aprile 1787.<br/>Nostra prima cura fu quella di studiare bene la città, assai facile da osservarsi superficialmente ma difficile da conoscere; facile perché una strada lunga alcune miglia l'attraversa dalla porta inferiore a quella superiore, ossia dalla marina sino al monte, ed è a sua volta incrociata da un'altra pressappoco a metà, dimodoché ciò che si trova su queste due linee è comodamente visibile; la città interna, al contrario, disorienta lo straniero, che può dirigersi in tale labirinto solo con l'aiuto d'una guida. Al crepuscolo dedicammo la nostra attenzione alla fila di carrozze con le quali i notabili compiono la loro famosa passeggiata a mare fuori cinta, per godere l'aria fresca, far conversazione e darsi a ogni sorta di corteggiamenti. Due ore prima di notte era spuntata la luna piena, diffondendo sulla sera un incanto indicibile.<ref name=girodivite/>
*Caltanissetta, sabato 28 aprile.<br/>Oggi, infine, possiamo dire che abbiamo visto, coi nostri occhi, come la Sicilia ha potuto meritare il nome onorevole di granaio d'Italia. A qualche distanza da Girgenti sono cominciate le terre fertili. Non sono delle grandi pianure, ma dei dorsi di montagne e di colline dolcemente inclinate l'una verso l'altra e interamente coperte di frumento e d'orzo che offrono allo sguardo un quadro immenso di fertilità.
[[File:SpoletoPonteDelleTorri ty20060511r12086.jpg|thumb|Citazione da ''Viaggio in Italia'', a [[Spoleto]]]]
*È questa la terza opera degli antichi che ho innanzi a me e di cui osservo la stessa impronta, sempre grandiosa: l'arte architettonica degli antichi è veramente una una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi civili. È così che sorge l'anfiteatro, il tempio, l'acquedotto. E soltanto adesso sento con quanta ragione ho sempre trovato detestabili le costruzioni fatte a capriccio [...]. Cose tutte nate morte, poiché ciò che veramente non ha in sé una ragione di esistere non ha vita e non può essere grande, né diventare grande.
*{{NDR|Parlando del [[:it:w:Ponte delle Torri|Ponte-acquedotto delle Torri]]}} Sono salito a [[Spoleto]] e sono anche stato sull'acquedotto, che nel tempo stesso è ponte fra una montagna e l'altra. Le dieci arcate che sovrastano a tutta la valle, costruite di mattoni, resistono sicure attraverso i secoli, mentre l'acqua scorre perenne da un capo all'altro di Spoleto. È questa la terza opera degli antichi che ho innanzi a me e di cui osservo la stessa impronta, sempre grandiosa. L'arte architettonica degli antichi è veramente una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi civili. È così che sorge l'anfiteatro, il tempio<ref>[http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=951 Il Tempietto sul Clitunno celebra l'inserimento nella Lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO], Url consultato il 20 febbraio 2014</ref>, l'acquedotto. E adesso soltanto sento con quanta ragione ho sempre trovato detestabili le costruzioni fatte a capriccio, come ad esempio, il ''Winterkasten'' sul ''Weissenstein''<ref>Si riferisce a un’ala del [[:en:Castello di Wilhelmshöhe|Castello di Wilhelmshöhe]] nel parco vicino a [[Kassel]].</ref>: un nulla che non serve a nulla; o tutt'al più una enorme bomboniera; e così dicasi di altre mille cose: cose tutte nate morte, perché ciò che veramente non ha una sua ragione di esistere, non ha vita, e non può essere grande, né diventare grande.<ref>Johann Wolfgang von Goethe, ''Viaggio in Italia, 1816-1817'', 1959, Sansoni editore, Firenze</ref>
:''Das ist nun das dritte Werk der Alten, das ich sehe, und immer derselbe große Sinn. Eine zweite Natur, die zu bürgerlichen Zwecken handelt, das ist ihre Baukunst, so steht das Amphitheater, der Tempel und der Aquadukt. Nun fühle ich erst, wie mir mit Recht alle Willkürlichkeiten verhaßt waren, wie z. B. der Winterkasten auf dem Weißenstein, ein Nichts um Nichts, ein ungeheurer Konfektaufsatz, und so mit tausend andern Dingen. Das steht nun alles totgeboren da, denn was nicht eine wahre innere Existenz hat, hat kein Leben und kann nicht groß sein und nicht groß werden.'' (''L'arte antica come seconda natura: riflessione dinanzi al Ponte delle Torri dell'acquedotto di Spoleto'', Spoleto[[Terni]], 27 ottobre 1786)
*{{NDR|A [[Verona]]}} Durante la sera si prova gioia di vivere e l'aristocrazia esce per la passeggiata. Chi va in chiesa a recitare l'Ave Maria, chi si ferma in Piazza Bei Cavalleri si accosta alle carrozze per intrattenersi con le belle signore. La popolazione qui va e viene tra la più grande animazione e specialmente in alcune vie. Nei giorni di mercato le piazze sono zeppe di gente, si ride, si scherza per tutta la giornata. Il popolo è tutto bello e buono e bada con occhio acuto ai fatti altrui, i ricchi e i nobili stanno rinchiusi nelle loro case.<ref>Citato in ''[http://ospitiweb.indire.it/~mipm0001/goethe/verona.htm Goethe a Verona]''.</ref>
*Quando si considera un'esistenza come quella di [[Roma]], vecchia di oltre duemila anni e più, e si pensa che è pur sempre lo stesso suolo, lo stesso colle, sovente perfino le stesse colonne e mura, e si scorgono nel popolo tracce dell'antico carattere, ci si sente compenetrati dei grandi decreti del destino.