Philip K. Dick: differenze tra le versioni

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[[ImmagineFile:Philip k dick drawing.jpg|thumb|right|Philip K. Dick]]
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'''Philip Kindred Dick''' (1928 – 1982), scrittore statunitense.
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====M. T Guasta====
Una minuscola e allegra vibrazione elettrica, trasmessa dalla soneria automatica e proveniente dall'organo degli umori, accanto al suo letto, svegliò Rick Deckard. Sorpreso (trovarsi sveglio senza preavviso lo sorprendeva sempre) si alzò dal letto, restò immobile un attimo nel suo variopinto pigiama e si stiracchiò.<br>
{{NDR|Philip K. Dick, ''Cacciatore di androidi'' (1968), traduzione di M. T Guasta, Editrice Nord, 1986. ISBN 8842908088}}
 
====Riccardo Duranti====
Una gioviale scossetta elettrica, trasmessa dalla sveglia automatica incorporata nel modulatore d'umore che si trovava vicino al letto, destò Rick Deckard. Sorpreso — lo sorprendeva sempre il trovarsi sveglio senza alcun preavviso — si alzò dal letto con indosso il pigiama multicolore e si stiracchiò.<br> Ora, nell'altro letto, anche Iran, sua moglie, dischiuse gli occhi grigi, tutt'altro che gioviali, sbatté le palpebre, quindi gemette e li richiuse.
{{NDR|Philip K. Dick, ''Blade Runner'', traduzione di Riccardo Duranti, Fanucci, 2008. ISBN 9788834714133}}
 
===Citazioni===
*Il televisore [[Pubblicità dai libri|strillava]]: «... vi riporterà ai bei tempi degli Stati del Sud prima della Guerra Civile! Sia esso collaboratore domestico o instancabile bracciante, un robot umanoide personalizzato – progettato apposta PER VOI E SOLO PER VOI, per soddisfare qualsiasi esigenza particolare – vi sarà consegnato al vostro arrivo completamente gratis, accessoriato secondo quanto da voi richiesto prima della partenza dalla Terra; questo fedele compagno nella più grande, più audace avventura concepita dall'uomo nei tempi moderni, senza darvi alcun problema vi fornirà...» Andava avanti così per ore, praticamente senza fermarsi mai. (2004, pp. 41-42)
*''Kipple''<ref>Tradotto come "palta" nelle edizioni Fanucci.</ref>, sono tutti gli oggetti inutili, come una bustina di fiammiferi dopo aver usato l'ultimo fiammifero, o una fascetta gommata, o il giornale omeopatico del giorno prima. Quando non c'è nessuno in giro, il kipple si riproduce. Per esempio, se vai a letto lasciando in giro del kipple, la mattina dopo, quando ti svegli, ce n'è il doppio. E diventa sempre di più. (J.R. Isidore, p. 63)
*Come la maggior parte delle persone, Rick si era spesso chiesto quale fosse il vero motivo per cui un androide girava a vuoto senza speranza quando veniva sottoposto a un test per la misurazione dell'[[empatia]]. L'empatia, evidentemente, esisteva solo nel contesto della comunità umana, mentre qualche grado di intelligenza si poteva trovare in qualsiasi specie e ordine animale, ''arachnida'' compresi. La facoltà empatica, tanto per cominciare, richiedeva probabilmente un istinto di gruppo integro; un organismo solitario, per esempio un ragno, non saprebbe cosa farsene; anzi, l'empatia tenderebbe ad atrofizzare la capacità di sopravvivenza del ragno. Lo renderebbe conscio del desiderio di vivere insito nella preda. Di conseguenza tutti i predatori, compresi i mammiferi altamente evoluti, come i felini, morirebbero di fame.<br>L'empatia, aveva concluso una volta, deve limitarsi agli erbivori o comunque agli onnivori, che possono astenersi da una dieta a base di carne. Perché, in fondo, il dono dell'empatia rendeva indistinti i confini tra vittima e carnefice, tra chi ha successo e chi è sconfitto. (2004, pp. 54-55)
*Continuando a guidare tirò fuori i fogli spiegazzati e trovò la sua cosiddetta età {{NDR|riferendosi ad un androide}}. Ventotto anni, lesse. A giudicare dalle apparenze, le quali, per gli [[androide|androidi]], erano l'unico criterio di valutazione possibile. (p. 92)
*A Rick piaceva considerarli a questa stregua; rendeva il suo lavoro più accettabile. Nel ritirare – cioè uccidere – un droide, lui così non violava la fondamentale [[Regole dai libri|regola di vita]] dettata da Mercer: ''Uccidete solo gli assassini'', aveva detto Mercer agli uomini l'anno in cui le scatole empatiche avevano fatto la loro prima apparizione sulla Terra. (2004, p. 55)
*Anche senza l'aiuto dell'organo Penfield, era raggiante di ottimismo. E di una rabbiosa, lieta anticipazione. (p. 92)
*''Kipple''<ref>Tradotto come "palta" nelle edizioni Fanucci.</ref>, sono tutti gli oggetti inutili, come una bustina di fiammiferi dopo aver usato l'ultimo fiammifero, o una fascetta gommata, o il giornale omeopatico del giorno prima. Quando non c'è nessuno in giro, il kipple si riproduce. Per esempio, se vai a letto lasciando in giro del kipple, la mattina dopo, quando ti svegli, ce n'è il doppio. E diventa sempre di più. (J.R. Isidore; 1986, p. 63)
*– Non è vero. Anche gli animali... perfino le anguille, i topi, i serpenti, i ragni... sono sacri. <br/>– E allora, può essere, non ti pare? – gli disse Pris, continuando a fissarlo. – Come dici tu, anche gli animali sono protetti dalla legge. Tutto ciò che vive è protetto. Qualsiasi forma che si contorce, si attorciglia, si rintana, vola o brulica o depone uova... (dialogo tra J.R. Isidore e Pris, p. 153)
*«C'è la Prima [[Regole dai libri|Legge]] della Palta», disse Isidore. «'La palta scaccia la nonpalta.' Come la legge di Gresham sul denaro falso, ha presente? E in questi appartamenti non c'è nessuno a contrastare la palta.» (2004, p. 89)
*Dovunque tu vada, ti sarà richiesto di fare cose che ritieni sbagliate. È una condizione costante della vita quella di essere costretti a violare la propria identità. Una volta o l'altra, ogni creatura vivente si trova costretta ad agire così. È l'ultima ombra, la disfatta della creazione. Questa è una maledizione che alimenta tutta la vita. Dappertutto nell'universo. (Mercer, p. 170)
*Continuando a guidare tirò fuori i fogli spiegazzati e trovò la sua cosiddetta età {{NDR|riferendosi ad un androide}}. Ventotto anni, lesse. A giudicare dalle apparenze, le quali, per gli [[androide|androidi]], erano l'unico criterio di valutazione possibile. (1986, p. 92)
*Cosa si prova ad avere un bambino? Cosa si prova a nascere? Noi non nasciamo, noi non cresciamo. Invece di morire per una malattia, o di vecchiaia, noi ci esauriamo, come le formiche. Ecco, come le formiche. Ecco cosa siamo. (Rachel, p. 184)
*Anche senza l'aiuto dell'organo Penfield, era raggiante di ottimismo. E di una rabbiosa, lieta anticipazione. (1986, p. 92)
*Sembrava adesso più calma, ma si percepiva ancora una disperata tensione dentro di lei. Eppure, quel suo fuoco interiore, così oscuro e profondo, si era dileguato, la sua forza vitale era svanita, come aveva già visto in tanti altri [[androide|androidi]]. La classica rassegnazione, una accettazione puramente meccanica e razionale di ciò che un organismo autentico, con due miliardi di anni di evoluzione e d'istinto di conservazione, non avrebbe mai potuto sopportare.<ref>Ci si riferisce all'atteggiamento passivo con il quale gli "androidi" prendevano coscienza della propria morte imminente ad opera dei "cacciatori di taglie".</ref> (p. 190)
*Secondo me, se noi tre siamo ancora vivi, un motivo c'è. Secondo me, se il cacciatore avesse la minima indicazione di dove ci troviamo si sarebbe già fatto vivo. La prima [[Regole dai libri|regola]] dei cacciatori di taglie è: muoversi più in fretta possibile. È solo così che possono guadagnare qualcosa. (Roy Baty; 2004, p. 180)
*Per qualche motivo, questa notizia non lo sorprese; soltanto lo fece sentir peggio. Come se si fosse aggiunto dell'altro peso all'oppressione che lo schiacciava ormai da ogni parte. (p. 214)
*E magari Milt, che era molto ingegnoso, poteva progettare un'arma da fargli usare. Qualcosa di fantasioso per abbattere i [[Cacciatore di taglie|cacciatori di taglie]]... qualsiasi cosa essi fossero. Ne aveva un'immagine vaga, appena intravista: un qualcosa di spietato che andava in giro con un elenco e una pistola, che si muoveva meccanicamente nel piatto, burocratico compito di ammazzare la gente. Una cosa senza emozioni, forse anche senza un volto; una cosa che se veniva uccisa era subito rimpiazzata da un'altra del tutto simile e via di questo passo fino a che tutte le persone vere e vive non fossero state eliminate. (2004, p. 181)
*Sì, pensò, tutto deriva dal fatto che non ti ho ucciso, e che sono venuto a letto con te. Ad ogni modo, in questo non ti sei sbagliata: sono cambiato. Ma non nel modo che credevi tu. <br/>In modo molto peggiore, decise.<br/> Eppure non me ne importa molto. Non più. (p. 222)
*– Non è vero. Anche gli animali... perfino le anguille, i topi, i serpenti, i ragni... sono sacri. <br/>– E allora, può essere, non ti pare? – gli disse Pris, continuando a fissarlo. – Come dici tu, anche gli animali sono protetti dalla legge. Tutto ciò che vive è protetto. Qualsiasi forma che si contorce, si attorciglia, si rintana, vola o brulica o depone uova... (dialogo tra J.R. Isidore e Pris; 1986, p. 153)
*Ma a un androide non si può far niente, perché se ne strafregano.
*Dovunque tu vada, ti sarà richiesto di fare cose che ritieni sbagliate. È una condizione costante della vita quella di essere costretti a violare la propria identità. Una volta o l'altra, ogni creatura vivente si trova costretta ad agire così. È l'ultima ombra, la disfatta della creazione. Questa è una maledizione che alimenta tutta la vita. Dappertutto nell'universo. (Mercer; 1986, p. 170)
*Si sentiva oppressa da un peso che la tagliava fuori dal futuro e le precludeva qualsiasi opportunità che avrebbe potuto in precedenza contenere.
*Cosa si prova ad avere un bambino? Cosa si prova a nascere? Noi non nasciamo, noi non cresciamo. Invece di morire per una malattia, o di vecchiaia, noi ci esauriamo, come le formiche. Ecco, come le formiche. Ecco cosa siamo. (Rachel; 1986, p. 184)
*Sembrava adesso più calma, ma si percepiva ancora una disperata tensione dentro di lei. Eppure, quel suo fuoco interiore, così oscuro e profondo, si era dileguato, la sua forza vitale era svanita, come aveva già visto in tanti altri [[androide|androidi]]. La classica rassegnazione, una accettazione puramente meccanica e razionale di ciò che un organismo autentico, con due miliardi di anni di evoluzione e d'istinto di conservazione, non avrebbe mai potuto sopportare.<ref>Ci si riferisce all'atteggiamento passivo con il quale gli "androidi" prendevano coscienza della propria morte imminente ad opera dei "cacciatori di taglie".</ref> (1986, p. 190)
*Per qualche motivo, questa notizia non lo sorprese; soltanto lo fece sentir peggio. Come se si fosse aggiunto dell'altro peso all'oppressione che lo schiacciava ormai da ogni parte. (1986, p. 214)
*Ma a un androide non gli si può far niente, perché se ne strafregano. (2004, p. 261)
*Sì, pensò, tutto deriva dal fatto che non ti ho ucciso, e che sono venuto a letto con te. Ad ogni modo, in questo non ti sei sbagliata: sono cambiato. Ma non nel modo che credevi tu. <br/>In modo molto peggiore, decise.<br/> Eppure non me ne importa molto. Non più. (1986, p. 222)
*Si[...] si sentiva oppressa da un peso che la tagliava fuori dal futuro e le precludeva qualsiasi opportunità che avrebbe potuto in precedenza contenere. (2004, p. 266)
 
==''La svastica sul sole''==
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*Philip K. Dick, ''Lo stravagante mondo di Mr Fergesson'', traduzione di Maurizio Nati, Fanucci, 2012. ISBN 9788834719251
*Philip K. Dick, ''Lotteria dello spazio'', traduzione di Domenico Gallo, Fanucci, 2012. ISBN 9788834718766
{{NDR|*Philip K. Dick, ''BladeMa Runnergli androidi sognano pecore elettriche?'', traduzione di Riccardo Duranti, Fanucci, 2008Roma, 2004. ISBN 9788834714133}}9788834707364
*Philip K. Dick, ''Mary e il gigante'', traduzione di Tommaso Pincio, Fanucci, 2000. ISBN 8834707788
*Philip K. Dick, ''Mr Lars sognatore d'armi'', traduzione di Carlo Pagetti, Fanucci, 2010. ISBN 978-88-347-1570-3