Enrico Ghezzi: differenze tra le versioni

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* Suspense continua dei volti degli occhi dei sentimenti, di una grammatica sentimentale di gesti e sguardi che sfugge al controllo manipolatorio del regista stesso. Ecco, il fascino estremo bergmaniano è la scoperta che col [[cinema]] i conti non tornano mai. (dal quotidiano ''Libertà'' del 31 luglio 2007)
*[...] una specie di fine; di fine anticipata del cinema di [[Carmelo Bene]], anche se poi sono venuti altri film, che è questo "non voglio più vedere nulla", questo "Basta", questa fine della luce, questa fine della visione. (dalla Prima di ''Salomè'', in ''Fuoriorario'', Raitre, 21-22 gennaio 1994; citato in Carmelo Bene, ''Opere, con l'Autografia d'un ritratto'', pag. 1546)
*Non vedo la differenza tra mi piace ed è uno stato mentale. È uno stato mentale di dissociazione psicotica. Secondo me se appena ci si pensa una persona non può non sentirsi come minimo Jackill e Hyde. È un gioco comodo. L'ho fatto davvero come un gioco comodo: montavamo a diversi chilometri di distanza, telefonavo con una mano e con l'altra montavo "''Blob"''. Mi piaceva l'idea di contrappormi alla comunicazione televisiva. È quasi un monologo interiore che diventa esteriore. Certo bisogna fare uno sforzo per capire…<ref> Dall'intervista di Geneviève Alberti, ''[http://www.cineforumimperia.it/file/cine_RUBRICHE/rub_interviste/int_ghezzi.html Dissolvenze fuori sincrono Intervista a Enrico Ghezzi]'', ''CineforumImperia.it''</ref>
*Secondo me, una delle cose più belle che abbiamo fatto, dal punto di vista filmico, sono i girati del primo viaggio di [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]] in Italia: due ore di ripresa, noiosissime. Oppure quella parata stupenda per i cinquant'anni della Rivoluzione d'ottobre sulla piazza Rossa, una notizia di TG da un minuto e mezzo, immagini che erano state gonfiate, quasi slabbrate, come le riprese della luna dei primi astronauti, quasi sgretolate. E, per due ore e mezza, questo passaggio di tutti i reggimenti, gli altoparlanti del Cremlino, quei momenti lì diventano cinema, cinema come quello di [[John Ford]].<ref>Da un'intervista di Leonardo Gregorio e Marilù Ursi, ''[http://www.ipool.it/enrico-ghezzi-e-l-insoddisfazione/dettaglio.php?idNews=510 Enrico Ghezzi e l'insoddisfazione. Intervista al padre di Blob]'', ''Ipool.it''.</ref>
*Il destino dell'uomo visto moltissimi pensatori è alla fine quello di riconoscersi nell'immagine, ma il senso è saper vedere. Certo è una cosa interessante dato che non sappiamo cos'è. È un concetto che siamo costretti di volta in volta a far valere in un modo o nell'altro. Non a caso è stato uno dei grandi terreni di lotta nel medioevo: penso all'iconoclastia, al concilio di Nicea. Un' immagine che è sempre troppo in bilico tra ciò di cui sarebbe immagine (una sorta di trompe l'oeil) e tra un'immagine troppo lontana quindi sgranata e indistinta. L'immagine è una nostra forma simbolica che è puro pensiero. È un orizzonte. Un destino che ci provoca e ci attende.<ref>Dall'intervista di Massimo Gnoli, ''[http://taxidriversmagazine.blogspot.it/2006/10/intervista-enrico-ghezzi-dissolvenze.html?m=1 Intervista a Enrico Ghezzi dissolvenze incrociate]'', ''Taxidriversmagazine.blogspot.it'', 22 ottobre 2006 </ref>