Repubblica Democratica del Congo: differenze tra le versioni

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*Che ognuno di voi sia ormai consapevole di appartenere innanzitutto a una delle nazioni più belle dell'Africa: la nazione congolese, in seno alla quale il Katanga ha il suo posto allo stesso titolo di qualsiasi altra provincia. Mi spingerò anche oltre, e non esito a dirvi che dimenticando gli errori del passato il Katanga, è sulla buona strada per ridiventare ciò che è sempre stato: ''il figlio prediletto della nazione''.
*Congolesi, mostrate al vecchio mondo che si è dichiarato più civilizzato del continente nero che l'ospitalità africana dei nostri avi non è una parola vuota e che voi siete più umani di coloro che, in Europa, si sentono in dovere di far subire agli individui le conseguenze di conflitti che oppongono gli stati africani ai gruppi finanziari.
*Il nostro paese ha un potenziale enorme. È giunta ormai l'ora di assumere il controllo sudi questo potenziale e metterlo al servizio dei congolesi. Per sfruttare e utilizzare questo potenziale, che ci sia o no l'intervento straniero, l'essenziale dipenderà dai cittadini di questo. Così negli anni a venire, bambini e adulti, uomini e donne, dovranno lavorare senza sosta, vale a dire rimboccarsi le maniche per innalzare questo magnifico Paese.
*Il popolo congolese ed io siamo una sola persona. Ferire il popolo significa ferire me. Non lo posso permettere oggi, e non lo permetterò in futuro.
*In Zaire, ci chiediamo cosa significhi esattamente lo sviluppo. Possiamo chiamare i paesi che possiedono un numero impressionante di macchine, che costruiscono migliaia di chilometri di autostrade, che inquinano le acque, i mari e l'aria «Paesi Sviluppati»? È giusto chiamare i paesi i cui abitanti sono certamente poveri ma equilibrati «Paesi Sottosviluppati»? Dove il numero di suicidi è più basso? Dove ci sono meno omicidi, e meno squilibrati e sadici? Vi confesso che non ho mai considerato lo Zaire, il mio paese, come sottosviluppato, perché il mio popolo è disciplinato, industrioso, dignitoso e forte, mentre i paesi che si definiscono sviluppati sono il teatro di disordini sociali, di scioperi violenti.