Carlo Cassola: differenze tra le versioni

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Il superstite
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===[[Explicit]]===
Nel campo di sotto, apparivano e sparivano i lumicini delle lucciole. Di lì, e anche più lontano, veniva il canto dei grilli. Non ci aveva fatto caso, le sere avanti: né alle lucciole né ai grilli. "Ormai siamo in autunno" pensò. La settimana prossima, avrebbero vendemmiato. Presto avrebbero anche bacchiato le castagne. Per un momento si sentì contenta, come le succedeva sempre da bambina, quando il principio dell'autunno voleva dire andare a vendemmiare da Ersilia, andare con la mamma a raccattare le castagne, e ricominciare ad andare a scuola.
 
==''Il superstite''==
===[[Incipit]]===
Il padrone aveva indovinato a chiamarlo Lucky: fu infatti il solo animale che si salvò dalla catastrofe atomica. Se sia stata davvero una fortuna, è per lo meno dubbio.
 
===Citazioni===
Gli stenti della vita erano la sola cosa che attirasse l'attenzione di tutti, uomini e donne. I partiti facevano la loro fortuna organizzando il risentimento sociale: i partiti di sinistra quello della povera gente, i partiti di destra quello dei pochi signori e dei ceti intermedi che avevano anch'essi in dispregio la condizione dei poveri. Nessuno che s'interessasse del problema della sopravvivenza: forse perché avrebbe dovuto interessare tutti, ricchi e poveri, chi viveva in ozio e chi si ammazzava dalla fatica. (p. 183)
 
===[[Explicit]]===
Lucky pensò che in quelle condizioni non valeva la pena sopravvivere. Decise di lasciarsi morire.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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*Carlo Cassola, ''Fausto e Anna'', Einaudi, 1952.
*Carlo Cassola, ''L'uomo e il cane'', Rizzoli, 1977.
*Carlo Cassola, ''Il superstite'', Rizzoli, 1978.
*Carlo Cassola, ''Una relazione'', Einaudi, 1969.
*Carlo Cassola, ''Gisella'', Biblioteca Universale Rizzoli, 1974.