Palazzi dei Rolli: differenze tra le versioni

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*Quando si entra in queste magnifiche residenze signorili, che i discendenti dei grandi cittadini della più fiera delle repubbliche hanno dipinto di colori chiassosi, quando se ne paragona lo stile, i cortili, i giardini, i portici, le gallerie, le superbe decorazioni con l'opulenta barbarie delle belle dimore della Parigi moderna, appartenenti a milionari capaci di incassare soldi ma non di concepire e realizzare una cosa nuova e bella, si comprende che nella nostra società democratizzata, composta da ricchi finanzieri senza gusto e da ''parvenu'' privi di tradizioni la distinzione data dall'intelligenza, il senso della bellezza delle forme, quello della perfezione nelle proporzioni e nelle linee sono scomparsi. ([[Guy de Maupassant]])
*Questo mi fa venire in mente i palazzi di qui che non riuscirò mai a descrivere in modo adeguato. Ma non è abbastanza se dico che sono stati quasi tutti disegnati dal Palladio? La strada chiamata [[Via Garibaldi (Genova)|Strada Nova]] è un'infilata di edifici che sono forse tra i più belli del mondo. In particolare ti faccio il nome dell'imponente palazzo dei Durazzo, di quelli dei due Balbi, collegati da un colonnato stupendo, di quello degli Imperiali a San Pier d'Arena e di un altro palazzo dei Doria. In questa città è possibile vedere un'architettura perfetta e la più incredibile profusione di mobili preziosi, disposti con gusto, eleganza e sontuosa magnificenza, ma quello che mi avvince più di tutto è la collezione di quadri usciti dal pennello di Raffaello, Paolo Veronese, Tiziano, i Carracci, Michelangelo, Guido e Correggio. ([[Mary Wortley Montagu]])
*Siccome i proprietari hanno il buon gusto di abitare gli appartamenti dove tengono i quadri, bisogna tornarci più volte prima di trovare l'occasione adatta; la ridicola stizza che mi fanno venire le risposte negative datemi con sussiego dai servi mi toglie ogni facoltà di godere dei quadri. Notate che i ricchi genovesi occupano il terzo piano dei palazzi, per avere la vista del mare; e questo terzo piano equivale ad almeno sei dei nostri. Gli scalini sono magnificamente rivestiti di marmo; ma quando se ne son fatti un centinaio, e un servo, dopo avervi fatto aspettare un quarto d'ora alla porta laccata di bianco, viene a dirvi: – Sua Eccellenza è ancora nei suoi appartamenti, ripassate domani, – è permesso d'avere un po' di malumore. ([[Stendhal]])
 
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