Manlio Cancogni: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Storia dello squadrismo: il capitano Cesare Forni (squadrista piemontese)
→‎Citazioni: correggo pagine prima citazione (Caimani del Piave)
Riga 16:
 
===Citazioni===
*Dopo Caporetto<ref>Battaglia di Caporetto, {{cfr}} [[w:Battaglia di Caporetto|voce su Wikipedia]].</ref> erano divenuti famosi «i caimani del Piave»<ref>Caimani del Piave, {{cfr}} [[w:Caimani del Piave|voce su Wikipedia]].</ref>, Erano arditi specializzati nel traversare di nottetempo il fiume. Nudi, col corpo dipinto in modo da confondersi con il colore torbido dell'acqua e con la vegetazione delle rive, attraversavano a nuoto la corrente per andare a uccidere le vedette austriache. I «caimani» erano celebrati come esseri di leggenda, benché molti di coloro che si fregiavano di quel titolo, avessero fatto solo qualche bagno nelle acque fredde del Piave (Capitolo primo, p. 14-15)
*L'indomani {{NDR|delle aggressioni degli squadristi}}, i contadini, i capilega o qualche dirigente socialista, andavano dai carabinieri a denunciare le bastonature, i ferimenti, le uccisioni, gli incendi, il saccheggio: i carabinieri li cacciavano via, e, se insistevano, li arrestavano. Avevano l'ordine di fare così. Nessuno osava testimoniare contro il capitano [[Cesare Forni|Forni]] che si faceva vedere in pubblico durante il giorno, alto e grosso, con la faccia spavalda, come se niente fosse accaduto. Eppure tutti sapevano che era alla testa delle squadre. (Capitolo terzo, p. 69)
*Carosi<ref>«Nel pisano primeggiava su tutti Sandro Carosi, un farmacista di Vecchiano ch'era diventato il terrore della provincia», M. Cancogni, ''op. citata'', p. 106.</ref> giocava con l'arma e intanto guardava, senza parlare, gli operai e i contadini che, dal momento che i fascisti erano entrati, tacevano fermi ai loro tavoli con le carte in mano. «Tu», disse indicandone uno. L'interpellato guardava impaurito ora gli amici ora il fascista. «Mettiti là», disse Carosi. Indicandogli il punto con la pistola lo fece andare in fondo alla stanza con le spalle appoggiate al muro. Si alzò, si accostò a una credenza, prese da una fruttiera una mela, la mise sulla testa dell'uomo. «Adesso sta' fermo», disse. Andò al capo opposto della stanza, puntò la pistola, fece fuoco. L'uomo scivolò per terra colpito in fronte. Si chiamava Pietro Pardi. (Capitolo VI, p. 107)