Camillo Benso, conte di Cavour: differenze tra le versioni

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*Libera Chiesa in libero Stato. (dal discorso alla Camera dei deputati, Torino, 27 marzo 1861; da ''Discorsi parlamentari del conte Camillo di Cavour'', 1872)
*Non tengo, voi lo sapete, al potere per il potere; tengo ad esso per essere in condizione di fare il bene del mio paese. (da una lettera a Teodoro di Santarosa, il figlio di Santorre)<ref name=def/>
*Non vi è [[principio]], per quanto giusto e ragionevole, il quale, se lo si esageri, non possa condurci alle conseguenze le più funeste. (da ''Discorsi parlamentari'')
*[[Parigi]] è il [[paese]] del [[mondo]] ove si giudica meno bene la situazione [[politica]]. Tutte le persone hanno un vivo interesse in un senso o nell'altro... (da una lettera al cugino Paolo Emilio Maurice<ref name=def/>) <!--p. 141-142-->
*Perché, signora {{NDR|Mélanie Waldor}}, abbandonare il mio Paese? Per venire in Francia a cercare una reputazione nelle lettere? Per correre dietro a un po' di rinomanza, un po' di gloria, senza poter mai raggiungere lo scopo che si propone la mia ambizione? Quale bene potrei fare all'umanità fuori del mio Paese? Quale influenza potrei esercitare a favore dei miei fratelli sventurati? ... Sono deciso, non sepererò mai la mia sorte da quella dei [[Piemonte|piemontesi]]. Fortunata o sfortunata, la Patria avrà tutta la mia vita, non sarò mai ad essa infedele.<ref>Discorso fatto in Parigi nel 1838 alla nuova amante, Mélanie Waldor, che lo sollecitava a trasferirsi nella capitale francese. Dopo poco rientrava in [[Torino]].</ref> (citato in [[Roberto Gervaso]], ''La bella Rosina'', Bompiani editore)