Paul Valéry: differenze tra le versioni

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*Nell'arte della [[danza]], i movimenti dei corpi non hanno nessun fine.<ref>Citato in '' Corriere della Sera'', 18 giugno 2003</ref>
*O [[credere|credente]], ammetto che hai un ''ideale'', e il tuo lume nella tua foresta; pensi che io non abbia il mio? Ma mentre il tuo l'hai ricevuto e accettato senza quel severissimo esame che il problema merita, se ha qualche importanza; e mentre ti giunge dalla bocca altrui, bell'e fatto e articolato, il mio si forma nei miei tentativi − ed è inseparabile da essi, se addirittura non vi si confonde completamente. È la ricerca il mio espediente, e non potrei trovare niente che valga di più della propria ricerca, compreso l'ideale da assegnarsi.<ref>Da ''Quaderni, 1894-1945''</ref>
*''O viottoli olenti | In cui ciascun sente | Cotante erbe e cento | Droghe differenti, | In cui, nari erranti, | Tu fendi gli incensi | Che l'ombra incoerente | Diffonde ai passanti...''<ref>Da ''A [[Genova]]'', in ''Opere scelte'', Mondadori, Milano, 2014, p. 163. ISBN 978-88-04-61402-9</ref>
*Preferisco [[Genova]] a tutte le città in cui ho abitato. È che mi ci sento sperduto e a casa mia – fanciullo e straniero. Essa ha una distesa di cupole, monti calvi, mare, fumi, neri fogliami, tetti rosa, e quella Lanterna, così alta ed elegante, – e meandri popolosi, labirinti ingombri le cui viuzze salgono, scendono, si intersecano e di colpo sbucano sulla veduta del porto; – piena di sorprese, di porte scolpite marmo o ardesia, casse, formaggi; scale, panni anziché il cielo, cancelli richiusi, bizzarro dialetto dal suono nasale e irritante, dalle strane abbreviazioni, vocaboli arabi o turchi.<ref>Da ''Quaderni'', op. cit., pp. 104-105</ref>
*Quando non si può attaccare il [[ragionamento]], si attacca il ragionatore.<ref>Citato in Marco Travaglio e Peter Gomez, ''Inciucio'', BUR, 2005</ref>