Amartya Sen: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Bot: Trasformo template wikipedia in interprogetto, primo passo
identità e violenza
Riga 2:
'''Amartya K. Sen''' (1933 – vivente), economista indiano, Premio Nobel per l'economia.
 
*Nessuna [[democrazia]] dotata di [[libertà di stampa|libera stampa]] ha mai sofferto una carestia. (citato in Ralf Dahrendorf, ''Libertà attiva'')
*Lo scambio tra culture diverse non può assolutamente essere visto come una minaccia, quando è amichevole. Ma ritengo che l'insoddisfazione per le architetture globali dipenda spesso anche dalla qualità delle leadership. (da ''La Stampa'', a cura di Mario Baudino, 30 gennaio 2003)
*Ci sono musulmani di ogni tipo. L'idea di chiuderli in una sola identità è sbagliata. (''ibidem'')
 
==''Identità e violenza''==
*La suddivisione della popolazione mondiale secondo le civiltà o secondo le religioni produce un approccio che definirei «solitarista» all'identità umana, approccio che considera gli esseri umani membri soltanto di un gruppo ben preciso. (Prologo: p. VIII)
*Quando le prospettive di buoni rapporti fra esseri umani diversi sono viste (come sempre più spesso accade) principalmente in termini di «amicizia tra civiltà» o di «dialogo tra gruppi religiosi», o di «relazioni amichevoli tra comunità diverse» (ignorando i moltissimi, diversi modi in cui gli individui si relazionano fra di loro), i progetti per la pace vengono subordinati a un approccio che «miniaturizza» gli esseri umani. (Prologo: p. IX)
*L'obiettivo nobile ed elevato di perseguire l'amicizia tra le persone, nel momento in cui viene visto in un'ottica di amicizia tra civiltà, riduce repentinamente le molte sfaccettature degli esseri umani a una dimensione soltanto, mettendo la museruola a quella varietà di legami che, per molti secoli, hanno fornito terreno fertile e variegato a interazioni transnazionali, in campi come la matematica, i giochi, la politica e altre sfere di comune interesse per gli esseri umani. [...] Concentrarsi solo sulla classificazione religiosa, peraltro, oltre a trascurare altre importanti idee e interessi che sono all'origine delle azioni delle persone, ha anche l'effetto di amplificare, in generale, la voce dell'autorità religiosa. [...] La principale speranza di armonia nel nostro tormentato mondo risiede semmai nella pluralità delle nostre identità, che si intrecciano l'una con l'altra e sono refrattarie a divisioni drastiche lungo linee di confine invalicabili a cui non si può opporre resistenza. La natura di esseri umani che ci contradidstingue viene messa a dura prova quando le nostre differenze vengono ridotte a un sistema artificiale di classificazione unico e predominante. (cap. I: p. 14 ss.)
*Considerare una persona saldamente incastrata in un'affiliazione, e in una soltanto, annulla i complessi intrecci fra molteplici gruppi e fedeltà multiple, rimpiazzando la ricchezza di una vita umana piena con una formula circoscritta che insiste sul fatto che ogni persona è «collocata» soltanto in un unico compartimento organico. (cap. II: p. 23)
*La religione non è, né può essere, l'identità omnicomprensiva di un individuo. (cap. IV, p. 83)
*Vivere in un'economia di mercato non è molto diverso dal parlare in prosa. Non è facile farne a meno, ma molto dipende da quale prosa scegliamo di usare. (cap. VII, p. 139)
*Il riduzionismo solitarista dell'identità umana ha conseguenze di ampia portata. Un'illusione evocata per dividere gli individui in categorie straordinariamente rigide può essere usata per istigare scontri fra gruppi. (cap. IX, p. 180)
 
===Excipit===
Una delle strade per opporsi alla miniaturizzazione degli esseri umani, che è il tema centrale di questo libro, potrebbe essere aprirsi alla possibilità di un mondo capace di superare la memoria del suo tormentato passato e vincere le insicurezze del suo difficile presente. Quando avevo undici anni, riuscii a fare poco per Kader Mia, mentre giaceva sanguinante sulle mie ginocchia, ma immagino un altro universo, non così lontano da essere irraggiungibile, in cui lui e io potremo affermare insieme le nostre tante identità comuni (anche se i solitaristi ululeraanno minacciosi al cancello). Non dobbiamo mai permettere che la nostra mente sia divisa in due da un orizzonte.
 
==Bibliografia==
*Amartya Sen, ''Identità e violenza'', traduzione di Fabio Galimberti, Laterza, 2006. ISBN 8842080527
 
== Altri progetti==