Antonio Tabucchi: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Antonio Tabucchi==
*Ci sono giorni in cui la bellezza gelosa di questa città {{NDR|[[Genova]]}} sembra svelarsi: nelle giornate terse, per esempio, di vento, quando una brezza che precede il libeccio spazza le strade schioccando come una vela tesa. Allora le case e i campanili acquistano un nitore troppo reale, dai contorni troppo netti, come una fotografia contrastata, la luce e l'ombra si scontrano con prepotenza, senza coniugarsi, disegnando scacchiere nere e bianche di chiazze d'ombra e di barbagli, di vicoli e di piazzette.<ref>Da ''Il filo dell'orizzonte'', Feltrinelli, Milano, 1986, p. 73. ISBN 88-07-01322-3</ref>
*{{NDR|Sul [[sogno]]}} [...] dimensione ignota e indecifrabile che noi abitiamo ogni notte ma nella quale siamo stranieri come povere creature smarrite, privati di volontà e di ragione; un paese contiguo dove continuiamo a essere noi senza esserlo più e dove parliamo una lingua che conosciamo ma che non capiamo, una lingua che non è più la nostra.<ref>Dall'introduzione a Arthur Schnitzler, ''Doppio sogno'', traduzione di Paola Capriolo, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2011, p. 5.</ref>
*La lettera è un equivoco messaggero.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi'', Feltrinelli</ref>
*La [[notte]] è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie.<ref>Da ''Requiem'', Feltrinelli</ref>
*Mi piacciono le storie. Sono anche un ottimo ascoltatore di storie. So sempre, anche se a volte resta vago, quando un'anima o un personaggio sta viaggiando in aria e ha bisogno di me per raccontarsi. Ascoltare e raccontare, è un po' la stessa cosa. Bisogna essere disponibile, lasciare sempre la sua immaginazione aperta. Le mie storie, i miei libri, li ho semplicemente accolti. Lo sapevate: credo nelle muse. Ho un immenso affetto per i miei ospiti notturni. Li tratto come ospiti di riguardo. {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*Per conoscere un [[luogo]] non è sempre necessario esserci stati.<ref>Da ''Piccoli equivoci senza importanza'', Feltrinelli</ref>
*Può succedere che il senso della vita di qualcuno sia quello, insensato, di cercare delle voci scomparse, e magari un giorno di crederle di trovarle, un giorno che non aspettava più, una sera che è stanco, e vecchio, e suona sotto la luna, e raccoglie tutte le voci che vengono dalla sabbia.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi''</ref>