Jean Cau: differenze tra le versioni

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==Citazioni da ''Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo'' (Ciarrapico, Roma 1985)==
*Il cavaliere, non potete immaginarlo, senza ridere, preso in un qualsiasi dialogo. Possiede appena alcune parole e queste non potrebbero essere scambiate con un compagno come leggere palle colpite dalla racchetta. Lui dice, sì, o dice, no. Afferma o rifiuta senza attorcigliare di commenti quel che dice. Non si può discutere con lui, è troppo semplice. Le parole di lui pronunciano l’Universale e formulano il Tutto. Non sa cavillare, ma vivere nel vero e morire per testimoniarlo con la sua morte. Sa che gli avvocati non sono mai così loquaci come quando difendono cause abominevoli. Odia quella setta. Io anche. È vestita di nero. Il cavaliere monologa certezze nette. (p. 51)
*Il bastardo è il cane del cavaliere, e questi è il cane del suo dio. Non è il dio dei papi, né dei teologi né dei chierici saputi che sfogliano libri ingialliti. Il suo dio è semplicissimo, composto dal Buon Dio dalla Madonna e da Nostro Signore Gesù Cristo. Non vi sono discussioni, non vi sono problemi. Dio esiste, categoricamente. Il Diavolo anche. Il Sole anche. Tutto è vero. (p. 42)
 
==Note==