L'attimo fuggente: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Automa: Sostituzioni normali automatiche di errori "tipografici". |
Corretto: "aeroplano" |
||
Riga 144:
*Non sa l'ingenuo, il poverino, che la poesia è un puro gioco di fonemi, un puro frutto dell'inconscio, una critica ideologica dell'esistente, una menzogna, una metafora dell'impossibilità e del nulla? No, Keating per sua fortuna non lo sa: forse neppure Peter Weir lo sa, e il successo del film dipende da questo. La poesia cui il regista australiano si ispira e di cui il pubblico ha probabilmente una sotterranea fame, è quella che crede: in se stessa, nell'istantaneità D.H. Lawrence vide proprio nella pulsante istantaneità il cuore della poetica di Whitman nella vita, nella natura, nell'amore, nel potente spettacolo dell'universo. ([[Giuseppe Conte]])
*Se il professor Keating, il protagonista di L'attimo fuggente, il film di Peter Weir che sta avendo un così vasto e sorprendente successo, fosse capitato in mezzo a certi poeti e critici italiani molto autorevoli e celebrati, la sua vicenda si sarebbe conclusa ancora più infelicemente. Il professor Keating crede che parole e idee possono cambiare il mondo e, da studente, aveva fondato la Dead Poets Society, (il bel titolo originale del film), un circolo iniziatico in cui, mentre ogni ragazzo con l'aiuto dei versi più amati inseguiva la pienezza della propria esistenza, nuovi dei nascevano. Il suo punto di riferimento più preciso è lo zio Walt, Walt Whitman, il grande cantore di Foglie d'erba. ([[Giuseppe Conte]])
*Stavo salendo su un
*Un salutare inno alla rivolta e al ''carpe diem'', significante collocato un anno prima dei fatidici anni Sessanta. Un gran successo, nonostante l'eccessiva enfasi melodrammatica di Robin Williams. O forse proprio in virtù di questa. Oscar alla sceneggiatura di [[Tom Schulman]]. Al di là delle qualità artistiche il film ha comunque un grande merito: aver scatenato l'immaginario pedagogico di tutta una generazione costretta a subire una pedagogia che di immaginario non ha più niente. (''[[Il Mereghetti]]'')
|